Il Red Bull Junior Team è l‘academy dei giovani piloti della Red Bull, dove talenti grezzi provenienti da tutto il mondo vengono supportati nel percorso verso la F1, con l’obiettivo di gareggiare per la scuderia che finanzia questo programma.
Il Red Bull Junior Team fu fondato nel 2001, ben prima che la squderia debuttasse in Formula 1 nel 2005, e che il suo team satellite, la Toro Rosso (ex Minardi), poi AlphaTauri e oggi Visa CashApp Racing Bulls, facesse il suo ingresso nel 2006, grazie all’attuale direttore del programma giovani, l’ex pilota di F1 Helmut Marko.
L’academy di Milton Keynes ha ospitato numerosi piloti che sono riusciti a competere nel Circus e a vincere titoli mondiali, due nomi su tutti: il quattro volte campione del mondo, il tedesco Sebastian Vettel, primo pilota proveniente dal programma Red Bull a vincere un Gran Premio (quello d’Italia, a Monza, sotto una pioggia torrenziale, con la Toro Rosso); e l’attuale prima guida della Red Bull, il tre volte campione del mondo, l’olandese Max Verstappen.

Ad oggi, i piloti provenienti dal programma della Red Bull hanno totalizzato ben 7 titoli piloti, come menzionato sopra, e 126 vittorie: 61 per Verstappen, 53 per Vettel, 8 per l’australiano Daniel Ricciardo (recentemente escluso dalla Visa CashApp Racing Bulls in favore di un altro pilota dell’academy, il neozelandese Liam Lawson), 3 per lo spagnolo Carlos Sainz e 1 per il francese Pierre Gasly.
Con questi numeri, si potrebbe pensare che il progetto dei giovani piloti della Red Bull sia un successo. Tuttavia, è un trionfo a metà. In 20 anni di storia della Red Bull in F1, solo 8 piloti sono stati promossi al team principale; il primo fu l’austriaco Christian Klien nel 2005, il primo anno della scuderia anglo-austriaca in Formula 1. Questo dimostra che il “ponte” tra il Red Bull Junior Team e la Red Bull si è inceppato.
Dopo il primo addio di Daniel Ricciardo alla galassia Red Bull, nel 2019, il team di Milton Keynes promosse Pierre Gasly come compagno di squadra di Verstappen. Tuttavia, le prestazioni del francese non furono all’altezza e durante la stagione 2019 venne retrocesso alla Toro Rosso. Al suo posto, fu promosso Alexander Albon, che fu confermato per la stagione 2020. Tuttavia, il 2020 fu un anno difficile per il pilota thailandese, che fu licenziato e non riuscì a trovare un sedile per il 2021.
Il licenziamento di Albon fu un duro colpo per il Red Bull Junior Team, tanto che la scuderia, ritenendo che il programma non stesse producendo piloti all’altezza di Verstappen, decise di ingaggiare un conducente esperto esterno al sistema Red Bull: il messicano Sergio Pérez, attuale seconda guida del team di Milton Keynes.
Blue Lock e le analogie con Red Bull F1
Il programma guidato da Helmut Marko ha delle similitudini con il manga e anime calcistico distopico “Blue Lock“. In “Blue Lock”, si cerca di trovare il miglior attaccante tra 300 giovani liceali, sapendo che chiunque venga eliminato non giocherà più a calcio. Anche l’academy della Red Bull adotta un’idea di competizione interna simile, che si rifà alla locuzione latina “mors tua, vita mea”.
Basti pensare a talentuosi piloti come il portoghese António Félix Da Costa, campione del mondo di Formula E, che non ha mai avuto la possibilità di correre in F1, trovando la strada sbarrata prima da Vettel e poi da Ricciardo.

Nel prossimo Gran Premio degli Stati Uniti d’America, ad Austin, in Texas, Liam Lawson farà il suo secondo debutto con il team satellite della Red Bull. Lawson potrebbe essere l’ingranaggio capace di riattivare il “ponte” tra il Red Bull Junior Team e la Red Bull Racing. Il giovane neozelandese ha ricevuto molti elogi e potrebbe prendere il posto di Pérez nel 2025, diventando così il nono pilota a raggiungere la scuderia principale.
Se ciò non dovesse accadere, la Red Bull potrebbe affrontare un grande problema per il proprio futuro. Verstappen non è eterno e potrebbe non essere così “fedele” come si pensa, soprattutto con le sirene della Mercedes che si fanno sentire forti. Al momento, l’academy non ha piloti pari al talento di Verstappen, e c’è il rischio di dover ricorrere di nuovo al mercato, come con Pérez, senza avere un vero top driver tra le proprie fila.
La Ferrari potrà contare su Charles Leclerc per molti anni, mentre la Mercedes ha appena promosso il giovane Andrea Kimi Antonelli. La Red Bull, oltre a Verstappen, non ha attualmente nulla o quasi, a meno che Lawson non si riveli all’altezza delle aspettative. Il programma di Marko deve svoltare se vuole continuare a ricevere il supporto della Red Bull; altrimenti, il progetto rischia la chiusura.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, VCARB