Il venerdì di Abu Dhabi ha confermato quanto si è visto in stagione: la Red Bull RB21 è costantemente sulla soglia di un equilibrio non semplice da gestire. Max Verstappen ha completato il suo ultimo venerdì dell’anno con una sensazione precisa: la monoposto non è ancora dove dovrebbe essere, soprattutto quando il riferimento si chiama Lando Norris. Il quattro volte campione ha riconosciuto una base discreta ma insufficiente per tenere il passo della McLaren. Il divario esiste, è concreto, e serve colmarlo prima di FP3 (ore 11:00, ndr), proprio dove Red Bull negli ultimi anni ha spesso trovato la chiave per risolvere i propri limiti.
Red Bull RB21: una vettura troppo scarica?
La scelta tecnica fatta da Milton Keynes lascia poco spazio alle interpretazioni. La RB21 ieri era molto scarica, configurata con un carico aerodinamico ridotto in favore dell’efficienza sul tratti veloci. La logica è chiara: sfruttare le velocità di punta nei due rettilinei del settore centrale e salvare così il tempo sul giro nonostante un bilanciamento non ideale. Si vede chiaramente dalla mappa della track dominance:

Nei fatti, però, questa filosofia si scontra brutalmente con la natura del terzo settore di Yas Marina. Nel tratto più guidato e tecnico della pista, quello che richiede stabilità al posteriore, temperatura controllata delle gomme e un inserimento morbido, l’auto di Verstappen risponde male. Le temperature superano la finestra ottimale già a metà giro, e il poco carico innesca una spirale di scivolamento che il pilota tenta più volte di compensare forzando l’ingresso curva, inducendo la rotazione del retrotreno per generare artificialmente la direzionalità che il pacchetto aerodinamico non offre.
È un driving style aggressivo quello che Verstappen mette in pista quando la macchina non lo asseconda. Funziona su alcune piste, in altri casi riesce addirittura a esaltarlo, ma ad Abu Dhabi la somma dei limiti aerodinamici e del comportamento delle gomme si traduce in una perdita di tempo troppo marcata nel settore conclusivo. Lì, proprio dove la McLaren appare invece piantata e costante, la RB21 si allarga, slitta, si scompone. Il risultato è una fotografia simile a quella di altre tappe difficili del 2025: Red Bull deve lavorare di notte per cercare un ordine dentro il disordine. Cosa che ha dimostrato di saper fare.
Questa volta, però, il compito è diverso dal solito. Non c’è un problema preciso, non c’è un componente da sistemare o un bilanciamento catastrofico da correggere. Serve uno step complessivo di aderenza meccanica e aerodinamica. Un intervento di filosofia più che di emergenza. Nella terza sessione scopriremo se il team deciderà di invertire la rotta passando a un assetto più carico per recuperare stabilità e preservare meglio le gomme, sacrificando qualcosa nelle velocità di punta. Una scelta che a Yas Marina, con un T3 così decisivo, ha spesso pagato.
Sul fronte dei long run, il quadro non migliora molto. Verstappen ha completato due stint lunghi sulle gomme dura e media, costruendo un pacchetto di dati che il team ritiene essenziale per definire la strategia. Il ritmo è buono, ma non brillante: Norris, sul passo, sembra avere un margine di sicurezza, e ciò che preoccupa di più è il degrado, visibile e progressivo, della RB21. La vettura di Woking segue una curva di rendimento più costante, mentre Verstappen vede la sua performance affievolirsi con il passare dei giri. In una gara che spesso si gioca sulla capacità di mantenere la gomma viva nel settore finale, questo è un campanello d’allarme non trascurabile.

Red Bull: Marko si affida ai rivali
Helmut Marko, da parte sua, ha ribadito un concetto che racconta più di tante analisi: Red Bull ha bisogno degli altri. Il consigliere austriaco ha parlato apertamente della speranza che Mercedes e Ferrari possano inserirsi nella lotta, sottraendo punti a Norris e dando una mano al quattro volte iridato. Una dichiarazione che fotografa il momento della stagione: la RB21 non domina, non controlla e non detta il ritmo. Lotta, insegue e, quando serve, deve affidarsi anche al lavoro altrui per tenere viva la battaglia.
Il venerdì di Abu Dhabi impone domande e richiede risposte rapide. Red Bull sa come preparare un sabato di riscatto, ma la strada sembra più stretta del solito. Verstappen ha reagito con lucidità, consapevole delle proprie armi e dei propri limiti, mentre Norris continua a rappresentare la costante più temibile di questa fase finale di campionato.
La notte tra FP2 e FP3 sarà decisiva per capire se la RB21 potrà ritrovare la profondità tecnica necessaria per giocarsi la pole position o, almeno, per evitare che la McLaren entri in un territorio di controllo assoluto. Il focus, come sempre, sarà il terzo settore, il tratto che più di tutti racconta realmente la competitività di una monoposto sul giro secco e sulla distanza. In quel punto, e solo in quel punto, Red Bull può ricostruire il proprio sabato e la domenica. Che è ciò che conta davvero.
Crediti foto: Formulacritica, Oracle Red Bull Racing
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