F1 – “Red Bull allo sbando”. Loro ridono e dominano come sempre

Prima Wolff, ora Zak Brown a sostenere che quello della Red Bull sia un ambiente malsano. I fatti dicono che i campioni del mondo sanno superare le difficoltà continuando a vincere con fastidiosa (per gli altri) autorevolezza

Non si sono mai presi troppo Zak Brown, CEO della McLaren, e Christian Horner, figura di spicco della Red Bull, che dopo le vicende poco edificanti di cui è stato protagonista, è paradossalmente ne è uscito ancor più forte. Come si dice: quello che non uccide, fortifica. Peccato che di mezzo ci fossero accuse pesanti mosse da chi, probabilmente, non ha molto potere di lanciarsi in battaglie legali.

Ora che i due team si affrontano in pista, il clima è tornato a farsi rovente. Ricordiamo che il dirigente statunitense, nei mesi scorsi, si era scagliato contro i rivali austriaci, accusandoli di possedere due team che facevano cartello ai tavoli decisionali. Un’anomalia che la Formula Uno avrebbe dovuto sanare, ma che continua a tollerare. Anche se Stefano Domenicali, recentemente, ha lasciato intendere che in futuro un giro di vite potrebbe essere previsto.

McLaren
Zak Brown, CEO della McLaren

Red Bull: l’attacco deliberato della McLaren

Le vere bordate erano arrivate proprio quando era deflagrato l’Horner-gate. Brown non aveva risparmiato critiche, affermando che il collega di Leamington Spa danneggiava l’immagine della Formula 1 con i suoi comportamenti licenziosi. Ne era seguita una sorta di pax mediatica che Brown ha interrotto quasi dal nulla. Obiettivo? Mettere pressione e provare a far perdere la bussola ai rivali. “La Red Bull in questo momento è un ambiente tossico. Ci saranno conseguenze alla partenza di Adrian Newey”, ha dichiarato.

Il manager sostiene – e non è la prima volta che lo fa – che molti ingegneri di livello della Red Bull stiano mandando curriculum a destra e a manca per sfuggire dal “disagio”, così l’ha definito, che si vive nella squadra. A conferma che un fondo di verità c’è nelle affermazioni del capo della McLaren, anche Toto Wolff, qualche tempo fa, ha sottolineato la medesima cosa rispondendo proprio a Horner, che si pavoneggiava di aver razziato il reparto powertrains della Mercedes.

Ma Brown non si accontenta di sottolineare quanto sia tossica l’atmosfera a Milton Keynes (ammesso che la cosa abbia riscontri nella realtà). No, Zak afferma che i rivali avranno difficoltà con sponsor che potrebbero non volersi legare al loro marchio. Idea che forse deriva dalle richieste di chiarimento che la Ford fece subito dopo l’esplosione dell’Horner-Gate.

Un’aria così pesante che potrebbe addirittura indurre Max Verstappen ad attivare la clausola rescissoria, soprattutto dopo che papà Jos si è pubblicamente messo di traverso. “La Red Bull è un grande team, ma è destabilizzato, non sono più forti come un tempo. Chi ha il miglior slancio in questo momento, anche in termini di visibilità, sono Ferrari e McLaren”, ha ribadito Brown.

La Red Bull RB20 in azione durante il Gran Premio di Imola 2024

Eppure la franchigia anglo-austriaca è sempre là, forte e implacabile, a dettare il passo. A guidare la Formula Uno, a vincere grazie a una vettura forse non più dominante, ma che può contare su un team che non sbaglia un colpo. Cosa che Ferrari e McLaren, come dimostrato nelle ultime gare, continuano a fare. Forse sarebbe il caso di chiacchierare meno e di pensare di più a superare certe limitazioni interne, non è vero Zak?


Credito foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1

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