Cinque su sette. Ma senza distacchi medi da far calare le palpebre dopo due giri di gara. Questa la fotografia veloce della stagione 2024: la Red Bull vince ma non domina in tutte le direzioni come era in grado di fare nell’annata 2023.
La convergenza prestazionale, il grande concetto usato e abusato dai vertici della F1 per raccontare che prima o poi la griglia sarebbe stata più compatta, non è del tutto giunta ma si sta parzialmente concretizzando. Non ammetterlo non sarebbe rendere un servizio al vero.
Red Bull vede i nemici affollarsi alle proprie mura e per questo intende mettere in campo nuovi strumenti per non perdere la guerra tecnica e sportiva. Lo ha spiegato Paul Monaghan che il team ha blindato con un contratto lungo.
L’ingegnere capo della scuderia anglo-austriaca ha affermato che la RB20 non è una vettura debole alla quale è necessario somministrare grandi cambiamenti.

Red Bull: Monaghan vuole una RB20 adattiva
No alle rivoluzioni, quindi. Sì agli aggiornamenti. Che sarebbero prossimi ad arrivare in un programma che non è stato modificato dall’aggressività dei rivali. Update delineati cronologicamente da tempo che verranno deliberati nei prossimi appuntamenti per procedere con il calendario concordato in sede.
Monaghan non ha individuato una data precisa, ma ha spiegato che le novità sono in fase di delibera definitiva. Ciò significa che hanno terminato il processo di validazione CFD e in galleria del vento. Insomma, le parti sono entrate nella fase della produzione e del successivo controllo di qualità.
Il fiume delle novità è stato leggermente deviato a causa del Gp di Monaco che ha preteso uno sforzo tecnico diverso con un pacchetto dedicato che però sarà la base da usare anche in altre circostanze: Ungheria, Singapore e quelle piste dove l’aria è rarefatta come Città del Messico e San Paolo del Brasile.
Ma anche questo evento deviante è stato pianificato in un più ampio programma di creazione di ali posteriori dedicate a teatri che richiedono elevatissima downforce.

Il campionato 2024 sarà caratterizzato da un’altalena prestazionale che si muove in base ai tipi di tracciato e alle sfide che essi presentano. Ogni circuito offre delle peculiarità che vanno lette, interpretate e comprese. Per tale ragione più che una macchina che eccella in velocità pura l’obiettivo è crearne una che sappia adattarsi a tutte le circostanze.
Monaco, da questo punto di vista, sarà un banco di prova durissimo. Il venerdì ha detto che in Red Bull c’è molto lavoro da fare. Saranno riusciti a sistemare le cose nella notte come accaduto a Imola e in altre circostanze? Se la risposta sarà affermativa vorrà dire che la RB20 sta compiendo quel percorso che porta all’adattività piena che i tecnici cercano.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing