Il Ruanda è tra i nuovi Paesi candidati per accogliere, in futuro, un Gran Premio di F1. Nello scorso dicembre la sua capitale Kigali, ha ospitato la cerimonia di premiazione della FIA e annunciata l’intenzione di ospitare la la massima serie, su un circuito finanziato dal Qatar.
Negli ultimi giorni, una nota squadra di calcio europea ha rescisso il contratto di sponsorizzazione che la legava allo Stato africano, minando il percorso verso l’apice del mondo dello sport
La partnership era tra il Bayern Monaco e “Visit Rwanda”, un’intesa avviata nell’agosto del 2023 con un accordo quinquennale che aveva due obiettivi principali: promuovere il turismo in Ruanda attraverso il marchio “Visit Rwanda” e sviluppare il calcio giovanile nel paese africano. L’accordo prevedeva la creazione di una academy nella squadra bavarese a Kigali, per formare giovani talenti calcistici e includeva attività promozionali come la presenza del logo “Visit Rwanda” sui cartelloni LED dell’Allianz Arena, sulle piattaforme digitali del club e durante eventi legati al Bayern. Inoltre, la collaborazione mirava a incentivare investimenti nel Paese africano, presentandolo come una destinazione attraente per turismo e affari.
Il Ruanda, oltre al Bayern Monaco, sponsorizza la squadra francese del Paris-Saint Germain di proprietà del fondo sovrano del Qatar, lo stesso che finanzia il Gran Premio di F1 e la squadra inglese dell’Arsenal.

Critiche e controversie
La partnership ha suscitato forti polemiche fin dall’inizio, soprattutto a causa delle accuse mosse al governo ruandese di sostenere il gruppo ribelle M23 nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Secondo rapporti delle Nazioni Unite e le dichiarazioni del Ministro degli Esteri congolese, Thérèse Kayikwamba Wagner, il Ruanda sarebbe coinvolto nel conflitto nella RDC orientale, appoggiando l’M23, accusato di atrocità e di contribuire alla crisi umanitaria nella regione. Inoltre, il Ruanda è criticato per il presunto sfruttamento di minerali congolesi, con la sponsorizzazione “Visit Rwanda” definita come “macchiata di sangue”.
Queste accuse hanno alimentato il dissenso tra i tifosi del Bayern Monaco, noti per il loro impegno nei confronti dei valori sociali e dei diritti umani. Durante le partite sono stati esposti striscioni di protesta, come quello che recitava: “Visit Rwanda – chiunque guardi con indifferenza tradisce i valori del Bayern!”. Le critiche hanno messo in discussione l’integrità del club, accusato di collaborare con un governo associato a violazioni dei diritti umani.

Modifica della partnership col Ruanda
In risposta alle crescenti pressioni, lo scorso 8 agosto, il Bayern Monaco ha annunciato una significativa revisione della partnership. Il club ha deciso di abbandonare la componente commerciale della sponsorizzazione “Visit Rwanda”, eliminando progressivamente la visibilità del marchio negli stadi, sul sito ufficiale e su altri canali promozionali. Tuttavia, al momento dell’annuncio, il branding risultava ancora presente sul sito del club, e non è fornito un calendario preciso per la sua completa rimozione.
L’accordo è stato riorientato esclusivamente verso lo sviluppo calcistico, con un focus sulla FC Bayern Academy a Kigali, che continuerà a operare fino alla scadenza del contratto nel 2028. Questo cambiamento riflette l’intenzione del Bayern di rispondere alle critiche dei tifosi e della comunità internazionale, mantenendo però un impegno nello sviluppo del calcio in Africa, considerato un obiettivo strategico del club. Jean-Guy Afrika, CEO del Rwanda Development Board, ha sottolineato che la partnership rinnovata mira a rafforzare il calcio giovanile e a posizionare il Paese centrafricano come un hub per turismo, investimenti e sport di alto livello.
La transizione riflette un tentativo di bilanciare gli obiettivi sportivi con la necessità di rispondere alle preoccupazioni etiche sollevate dai tifosi e dalla comunità internazionale. Nel prossimo mese di settembre, il Paese africano ospiterà il Campionato Mondiale di ciclismo. Il Bayern Monaco ha fatto il primo passo verso il boicottaggio del Ruanda, la F1 sarà pronta per fare lo stesso?
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Crediti foto: Reuters, Faz, Visit Rwanda