C’è un punto in cui il “black humor” smette di essere ironia e diventa squallore puro. E quel punto è stato ampiamente superato da un post apparso su TikTok nelle ultime ore. Mentre scorrevano video di balletti senza senso e sketch sempre più tossici, un utente ha pubblicato una serie di foto di Jules Bianchi accompagnate dalla frase: “The performance we all want to see from Norris at Suzuka”.
Un colpo basso alla memoria di Jules Bianchi e a chi ama davvero questo sport
Non serve nemmeno ricordare cosa rappresenti il nome di Jules Bianchi per chi ama la Formula 1. Suzuka è una ferita ancora aperta, un nome che evoca rispetto, dolore, silenzio. Non c’è niente da scherzare, niente da usare come provocazione. Eppure, qualcuno ha pensato bene di trasformare quella tragedia in una battuta da quattro soldi.
Non solo un insulto alla memoria di Bianchi, ma anche una mancanza totale di rispetto verso chi ama davvero questo sport, verso chi ancora porta addosso le cicatrici di quel week-end maledetto.
TikTok, il terreno fertile per questi orrori
Il problema non è solo il post. Il vero orrore sta nei like. Nei commenti. Nelle condivisioni. Migliaia di utenti, forse incapaci di distinguere l’umorismo dalla crudeltà, hanno alimentato la visibilità di questo contenuto infame. In un attimo, quella che dovrebbe essere la memoria di un giovane pilota scomparso tragicamente è stata calpestata da un’orda di “fan” che di Formula 1 probabilmente conoscono solo i meme.
Non è la prima volta che su TikTok compaiono contenuti che superano ogni limite. Anzi, la piattaforma sembra sempre più indulgente con chi porta oltre il confine della decenza. In nome dell’engagement, dell’algoritmo, del “tanto è solo uno scherzo”. Ma cosa stiamo diventando se anche la morte può essere strumentalizzata per una risata da quattro like?
Una ferita aperta per chi ama davvero la Formula 1
I veri appassionati di F1 non hanno mai dimenticato Jules Bianchi. Quel week-end del 2014 è scolpito nella memoria collettiva degli sportivi di tutto il mondo. Quella pioggia, quelle luci fioche, quel silenzio irreale dopo l’impatto: è stato il giorno in cui la Formula 1 ha perso non solo un pilota, ma una promessa, uno di quelli che avrebbero potuto cambiare la storia.
Usare la sua immagine per fare satira da quattro soldi è uno schiaffo non solo alla sua famiglia e ai suoi amici, ma a chiunque rispetti lo sport, la vita umana e la dignità altrui.
Serve una presa di posizione forte: dal web, dalle piattaforme, dagli utenti
Non basta indignarsi per un giorno e poi scrollare oltre. Le piattaforme devono intervenire, rimuovendo contenuti come questo e punendo chi li diffonde. Ma soprattutto, serve una responsabilità collettiva: da chi crea contenuti, da chi li consuma, da chi decide cosa merita visibilità.
Perché quando la morte di un ragazzo diventa oggetto di scherno, abbiamo fallito tutti. Non solo come utenti di un social, ma come esseri umani.
Il nome di Jules Bianchi merita rispetto. Punto.
E chiunque pensi il contrario, dovrebbe riconsiderare non solo il proprio modo di stare online, ma anche il proprio senso dell’etica e dell’umanità.