Porsche dice definitivamente addio alla F1

La Porsche, tramite il capo del settore motorsport, Thomas Laudenbach, chiude le porte a un eventuale ritorno in F1

La storica casa automobilistica tedesca Porsche, con le parole lapidarie di Laudenbach, esclude definitivamente la possibilità di rivedere il noto marchio in Formula 1.

Nel recente passato, la casa di Stoccarda è stata in trattative con la scuderia anglo-austriaca Red Bull. Se le negoziazioni fossero andate a buon fine, la Porsche sarebbe diventata molto presente nel team con grande potere decisionale e si sarebbe occupata dello sviluppo delle power unit, in vista del nuovo regolamento che entrerà in vigore nel Campionato Mondiale di F1 del 2026.

Tuttavia, l’accordo è saltato, e la Red Bull ha poi stretto una partnership con la storica azienda automobilistica americana Ford, che metterà il proprio marchio sulle power unit della Red Bull Powertrains a partire dal 2026.

Nel frattempo, la Porsche continua a competere nelle categorie GT, nel WEC, nell’IMSA SportsCar Championship e in Formula E.

24h Le Mans

La Porsche ha partecipato ufficialmente alla F1 come scuderia dal 1958 al 1962, ottenendo un’unica vittoria grazie al pilota americano Dan Gurney, al Gran Premio di Francia del 1962. Dopo il 1962, la casa tedesca continuò a fornire motori a team privati fino al 1964. Successivamente, ritornò in F1 nel 1983, collaborando con la McLaren insieme alla TAG.

Dal 1984 al 1987, la partnership con il team inglese portò a ben tre titoli mondiali: uno vinto dal tre volte campione del mondo Niki Lauda nel 1984, e due dal pilota francese Alain Prost, nel 1985 e nel 1986.

L’ultima apparizione della Porsche in F1 risale al campionato del mondo del 1991, come fornitore di motori per la scuderia inglese Footwork. Dopo una prima parte di stagione disastrosa, la scuderia decise di rescindere il contratto con Porsche e tornare ai motori Cosworth, più economici e facili da installare.


Crediti foto: Porsche

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