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Limitatore di velocità in F1: cos’è e come funziona – Il caso Sainz al GP del Messico

Lo spagnolo della Williams vittima di un problema al pit limiter. Ecco come funziona un sistema ormai imprescindibile in Formula 1

Pietro Ginechesi by Pietro Ginechesi
27 Ottobre 2025
in Glossario F1, News
Tempo di lettura: 5 minuti
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Pit Limiter

Carlos Sainz, Williams Racing, GP Messico 2025

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Al Gran Premio del Messico 2025, Carlos Sainz, con la sua Williams, si è ritrovato protagonista di una situazione tanto inusuale quanto problematica: due penalità consecutive per eccesso di velocità in pit lane, entrambe causate dal malfunzionamento del limitatore di velocità della sua FW47.

La sequenza degli eventi è iniziata al primo giro, quando un contatto in curva 1 ha danneggiato il cerchio della ruota di Sainz, compromettendo diversi sensori fondamentali per il funzionamento della monoposto. Questo danno apparentemente secondario si è rivelato cruciale, causando il malfunzionamento del pit limiter.

Durante il primo pit stop al giro 19, Sainz ha immediatamente comunicato via radio: “La macchina sta saltando in pit lane! Non so perché, sta saltando moltissimo… come se qualcosa fosse rotto!“. Il pilota spagnolo ha ricevuto una prima penalità di 5 secondi per aver superato il limite di 80 km/h.

La situazione è peggiorata al giro 48, quando Sainz, rientrando ai box per scontare la prima penalità, ha nuovamente superato il limite a causa dello stesso problema tecnico. Questa seconda violazione gli è costata un drive-through penalty, compromettendo definitivamente la sua gara che si è conclusa con un ritiro.

Cos’è il limitatore di velocità in Formula 1

Il limitatore di velocità, conosciuto anche come “pit limiter” o “pit lane limiter”, è un sistema di sicurezza obbligatorio presente su tutte le monoposto di Formula 1. Si tratta di un dispositivo elettronico che impedisce alla vettura di superare il limite di velocità imposto dalla FIA nella pit lane.

Il limite standard è di 80 km/h durante la gara, anche se alcuni circuiti urbani come Monaco, Singapore e Melbourne hanno limiti ridotti a 60 km/h a causa della pit lane più stretta o più corta. Durante le prove libere e le qualifiche, il limite è generalmente fissato a 60 km/h.

Come Funziona Tecnicamente il Pit Limiter

Il limitatore di velocità è un pulsante presente sul volante della monoposto, solitamente contrassegnato con le lettere “PL” (Pit Limiter). Quando il pilota preme questo pulsante, il sistema interviene limitando i giri del motore in base alla marcia inserita.

Il pit limiter può operare solo in prima, seconda e terza marcia – una limitazione introdotta specificatamente per impedire che venga utilizzato in pista come una forma rudimentale di controllo di trazione, il che sarebbe illegale secondo il regolamento.

Il funzionamento si basa su questi elementi chiave:

1. Sensori di velocità delle ruote: Rilevano costantemente la velocità di rotazione di ciascuna ruota;
2. ECU (Electronic Control Unit): Calcola la velocità effettiva della vettura;
3. Limitatore di giri: Riduce i giri motore per mantenere la velocità entro il limite;
4. Sensori GPS lungo la pit lane: Verificano che la velocità sia rispettata lungo tutto il percorso.

Pit Limiter
Pit stop per la Williams durante il Gp del Messico 2025

Il ruolo chiave dei sensori della ruota

Come dimostrato plasticamente dall’esperienza di Sainz in Messico, i sensori della ruota sono componenti fondamentali per il corretto funzionamento del pit limiter. Questi sensori, montati sui cerchi, forniscono dati in tempo reale sulla velocità di rotazione delle ruote.

Quando il cerchio di Sainz è stato danneggiato dal contatto in curva 1, anche i sensori hanno subito danni, causando letture errate della velocità. Il risultato è stato un limitatore che non riusciva a regolare correttamente i giri del motore, provocando quei “salti” descritti dal pilota e l’impossibilità di rispettare il limite di velocità.

Come usano i piloti il limitatore in gara

L’utilizzo del pit limiter richiede precisione e tempismo. Il pilota deve frenare prima di attraversare la linea di ingresso della corsia box, portando la velocità sotto il limite consentito. Solo a quel punto, appena prima di attraversare la linea bianca, preme il pulsante del limitatore.

È fondamentale comprendere che il limitatore non rallenta istantaneamente la vettura: agisce come un “cruise control” che impedisce alla macchina di accelerare oltre il limite una volta che è già al di sotto di esso. Per questo motivo, attraversare la linea d’ingresso sopra il limite comporta automaticamente una penalità, anche con il limitatore attivato.

Una volta ai box e completato il pit stop, quando il pilota riparte, il limitatore resta attivo fino al superamento della linea di uscita della pit lane, dove può essere disattivato per tornare alla velocità di gara.

Il lunghissimo pit-stop di Oscar Piastri, nello scorso Gran Premio di Singapore

Le penalità Per eccesso di velocità in pit lane

Il superamento del limite di velocità in pit lane è una violazione grave del regolamento sportivo, con conseguenze che variano in base alla sessione:

Durante prove e qualifiche:
– Multa di 200€ per ogni km/h oltre il limite;
– La multa aumenta in caso di recidiva nella stessa sessione.

Durante la gara:
– Prima violazione: penalità di 5 o 10 secondi (stop and go);
– Seconda violazione: drive-through penalty;
– Violazioni multiple: possibili penalità più severe.

Il caso di Sainz rappresenta esattamente questo scenario: una prima sanzione di 5 secondi seguita da un drive-through per la seconda violazione, entrambe causate dallo stesso problema tecnico.

Monitoraggio e controllo della velocità

La FIA utilizza un sofisticato sistema di rilevamento per monitorare la velocità di ogni vettura lungo l’intera pit lane. Sensori GPS e beacon elettronici posizionati lungo il percorso misurano la velocità in tempo reale con precisione al decimo di km/h.

Questa precisione significa che anche un superamento di 0,1 km/h viene conteggiato come 1 km/h sopra il limite per quanto riguarda le penalità. È per questo motivo che spesso si vedono i piloti bloccare le ruote all’ingresso dei box – preferiscono perdere qualche decimo di secondo piuttosto che rischiare una penalità.

L’evoluzione del sistema pit limiter

Il limitatore di velocità non è sempre esistito in Formula 1. Prima del 2004, i piloti dovevano gestire manualmente la velocità in pit lane, il che portava a frequenti errori e penalità. Nel 2004 la FIA ha introdotto il limite di 100 km/h, successivamente ridotto a 80 km/h nel 2017 per aumentare ulteriormente la sicurezza.

L’introduzione del pit limiter elettronico ha rappresentato un notevole passo avanti in termini di sicurezza, riducendo drasticamente il rischio di incidenti in un’area dove meccanici e personale di pista operano a pochi metri dalle vetture in transito.

Gp Gran Bretagna 2025, strategia gara
Prove di pit stop per Lewis Hamilton (Scuderia Ferrari HP) durante le libere del Gp della Gran Bretagna 2025

Sicurezza prima di tutto

L’importanza del limitatore di velocità va oltre le semplici penalità sportive. La pit lane è uno degli ambienti più pericolosi di un circuito di Formula 1, con oltre 20 persone che lavorano su ogni vettura durante il pit stop, altre macchine che transitano e spazi ristretti.

Incidenti come quello del 2018, quando Kimi Räikkönen della Ferrari investì un meccanico in Bahrain, ricordano quanto sia importante il rispetto dei limiti di velocità. Il limitatore elettronico è quindi un elemento fondamentale del sistema di sicurezza della Formula 1 moderna.

Il caso di Carlos Sainz al GP del Messico 2025 ha messo in evidenza quanto sia delicato l’equilibrio tra tecnologia e affidabilità in Formula 1. Un semplice danno a un cerchio e ai suoi sensori ha innescato una catena di eventi che ha compromesso l’intera gara del pilota spagnolo.

Il pit limiter, pur essendo un sistema relativamente semplice nel suo concetto, dipende dalla perfetta funzionalità di numerosi componenti interconnessi. Quando uno di questi elementi viene compromesso, come nel caso dei sensori di velocità della ruota di Sainz, l’intero sistema può collassare con conseguenze significative sulla prestazione in gara.

Questo episodio sottolinea l’importanza della presenza dei sistemi e del monitoraggio costante delle condizioni della vettura, elementi che diventano ancora più critici in un’area ad alto rischio come la pit lane.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, McLaren F1, Williams F1

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Tags: F1Gp Messico 2025News
Pietro Ginechesi

Pietro Ginechesi

Scrivo di Formula 1 perché non ho nessuno con cui parlarne.

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