L’altro ieri si è disputato il Gran Premio di F1 di Cina, a Shanghai, che ha visto come protagoniste le gomme della Pirelli, illeggibili sia per i team e i piloti, ma anche per gli uomini dell’azienda italiana: leggi qui. Ma, uscendo per un attimo dal mondo della Formula 1, va sottolineato che la Pirelli ha un rapporto ambiguo con il governo di Pechino.
Negli ultimi due decenni, Pirelli ha investito significativamente nello sviluppo di pneumatici intelligenti, integrando sensori e algoritmi per migliorare la sicurezza stradale. Questa innovazione rappresenta una sintesi tra industria tradizionale e nuove tecnologie, con l’obiettivo di raccogliere dati in tempo reale sul manto stradale e ottimizzare la guida dei veicoli.
Circa dieci anni fa, un investitore cinese ha acquisito una quota del 37% in Pirelli. Tuttavia, sono emerse preoccupazioni riguardo all’influenza del governo cinese su questo socio, portando le autorità italiane ad applicare il “Golden Power” per limitare l’influenza cinese nelle decisioni aziendali.
Un aspetto cruciale riguarda il mercato statunitense, dove si vende circa la metà degli pneumatici di alta gamma prodotti dalla Pirelli. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, acuite dalle restrizioni tecnologiche imposte dalle amministrazioni americane, potrebbero ostacolare l’accesso di Pirelli a questo mercato, soprattutto se l’influenza sinica nell’azienda fosse percepita come eccessiva.

Pirelli: verso un consiglio d’amministrazione cruciale
Il 26 marzo, quindi domani, è previsto un consiglio di amministrazione decisivo per il futuro della società. In questa sede, si valuterà se il socio cinese intende mantenere l’attuale assetto proprietario, rischiando di compromettere il valore dell’azienda, o se ridurrà la propria partecipazione per garantire a Pirelli una maggiore autonomia e la possibilità di competere efficacemente sul mercato globale.
La vicenda Pirelli è emblematica delle sfide che l’Italia affronta nel bilanciare gli investimenti stranieri con la salvaguardia degli interessi nazionali. La decisione del socio che fa capo a Pechino potrebbe rappresentare un indicatore delle reali intenzioni della Cina nei confronti delle imprese italiane, con conseguenze significative per l’intero sistema economico cisalpino.
Crediti foto: Pirelli Motorsport