Nonostante le critiche di alcuni team, l’azienda italiana non ha intenzione di abbandonare il nuovo compound ultra-morbido. Questa la sintesi estrema del concetto manifestato dalla “P Lunga“. Pirelli continua a puntare sullo sviluppo della mescola C6, nonostante le perplessità emerse in merito al suo comportamento in pista e alla scarsa differenziazione rispetto alla C5. La mescola in questione, introdotta per aumentare la varietà strategica nei weekend di gara, non ha finora prodotto l’effetto sperato, generando più interrogativi che entusiasmo tra gli addetti ai lavori.
La gamma attuale della casa italo-sinica comprende sei tipi di mescole da asciutto, di cui tre, come noto, vengono selezionate per ciascun Gran Premio. L’aggiunta della C6 – la più morbida del ventaglio – è nata dalla volontà di ampliare le opzioni a disposizione delle squadre, ma la differenza di performance rispetto alla C5, la penultima in ordine di morbidezza, è risultata troppo esigua per giustificarne l’utilizzo sistematico.
Durante il fine settimana di Montréal, ad esempio, la C6 ha contribuito a movimentare le qualifiche, ma in gara è stata evitata da molti piloti, che hanno preferito affidarsi alla C5, ritenuta più prevedibile e bilanciata. Il punto critico, secondo le scuderie, è che l’introduzione di un compound aggiuntivo dovrebbe tradursi in un’effettiva differenza prestazionale, mentre al momento il distacco cronometrico tra C5 e C6 è di appena due decimi al giro, stando alle stime del costruttore. E sono proprio le qualifiche canadesi a confermarlo visto che la pole position di George Russell è arrivata con la penultima mescola per grado di tenerezza.

Mario Isola, responsabile motorsport del gruppo industriale, ha riconosciuto i limiti attuali della nuova mescola, ma ha ribadito l’intenzione di mantenerla in gamma. “L’obiettivo è creare un delta prestazionale significativo per stimolare strategie differenti e aumentare lo spettacolo”, ha dichiarato. “Stiamo già lavorando per ottenere almeno mezzo secondo di differenza tra C5 e C6, mantenendo un livello di degrado simile a quello attuale”.
La possibilità che la C6 venga utilizzata nei prossimi appuntamenti resta aperta. Isola ha specificato che la sua presenza a Singapore è in fase di valutazione: il tracciato cittadino è spesso severo sulle gomme, ma la decisione definitiva sarà presa sulla base delle simulazioni. Discorso diverso per Las Vegas, dove le basse temperature potrebbero rappresentare una condizione favorevole all’impiego della mescola più morbida.
“Come sempre, analizzeremo quale combinazione di mescole può offrire il maggior numero di strategie, con un impatto contenuto sul tempo totale di gara”, ha aggiunto Isola.
L’obiettivo dichiarato è quindi duplice: da un lato mantenere una varietà tecnica che arricchisca lo spettacolo sportivo, dall’altro affinare le caratteristiche dei compound per rendere ogni scelta realmente significativa in termini prestazionali. Il lavoro sul futuro della C6 è già in corso, con l’intento di presentare nel 2026 un prodotto più definito e incisivo.
Crediti foto: Pirelli Motorsport
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