Ha fatto molto rumore la partecipazione di Max Verstappen alla “Nürburgring Langstrecken-Serie” (NLS), categoria a ruote coperte tedesca che si tiene nove volte l’anno presso il tracciato del Nürburgring-Nordschleife.
Il talento di Hasselt aveva effettuato già dei test con una Ferrari 296 GT3, ma non aveva la licenza per gareggiare nella serie. Sabato scorso ha partecipato ad un evento con una Porsche Cayman GT4 depotenziata per gli esordienti. L’obbiettivo era quello di completare 14 giri su due vetture diverse, ma la seconda auto ha avuto delle noie al motore e non ha superato la prova. Gli è stata comunque concessa la licenza e potrà competere nella NLS con la Ferrari 296 GT3, tra meno di due settimane.
Verstappen, per gareggiare nella NLS, ha ricevuto prima l’ok della FIA e poi della Red Bull. Questo accordo fa pensare all’elevato status che il campione olandese ha raggiunto nella scuderia di Milton Keynes.
Ma i piloti di Formula 1 possono gareggiare in altre categorie contemporaneamente alla loro serie di appartenenza?
La risposta è sì, ma questa possibilità è regolata da una serie di fattori tra cui restrizioni contrattuali, impegni logistici, regolamenti FIA e considerazioni sulla sicurezza. Ecco una serie di parametri per cui si può affermare che l’esperienza di Verstappen è la classica eccezione che conferma la regola.

Restrizioni contrattuali
I contratti che i piloti firmano con i team di Formula 1 sono altamente dettagliati e spesso includono clausole specifiche che regolano la partecipazione ad altre competizioni motoristiche.
Le squadra vogliono evitare che i loro piloti si espongano a rischi di infortuni in gare considerate pericolose come rally o corse su circuiti notoriamente rischiosi. Un infortunio potrebbe compromettere la stagione di F1, che rappresenta un investimento significativo per ogni franchigia.
La Formula 1 è il fulcro dell’attività del pilota. Pertanto i team possono vietare o limitare la partecipazione ad altre categorie se ritengono che queste possano interferire con le prestazioni, la preparazione fisica o gli impegni commerciali. Quando Fernando Alonso, ad esempio, ha deciso di partecipare alla Indy 500 nel 2017, ha ottenuto il permesso dalla McLaren, ma solo dopo aver negoziato con il team, che ha anche gestito la logistica e la preparazione per l’evento. Tuttavia, non tutti sono così flessibili.
Calendario di F1 e gli impegni logistici
Il calendario della Formula 1 è composto da 24 Gran Premi distribuiti da marzo a dicembre, con sessioni di test pre-stagionali, test di sviluppo e numerosi impegni promozionali distribuiti durante tutto il corso dell’anno. Questo lascia poco spazio per altre competizioni. Tuttavia:
- I piloti possono prendere parte a gare in altre categorie durante le pause del calendario, come l’estate (generalmente agosto) o i periodi tra le gare lontani dai weekend di Gran Premio.
- Le gare in altre categorie non devono sovrapporsi ai weekend dedicati alla Formula 1 o agli impegni obbligatori con il team (es. simulatori, incontri con gli sponsor). Ad esempio, la 24 Ore di Le Mans, un evento popolare tra i driver, si tiene solitamente a giugno, quando il calendario della F1 può avere una pausa o una gara geograficamente vicina, rendendo la partecipazione più fattibile.
- Gareggiare in altre categorie richiede un allenamento specifico e può aumentare il rischio di affaticamento, un fattore che i team monitorano attentamente.

Regolamenti FIA
La FIA, l’ente che governa la Formula 1 e altre categorie motoristiche, prevede norme che i piloti devono rispettare:
- I piloti devono possedere una Superlicenza FIA, ma per gareggiare in altre serie potrebbe essere necessario soddisfare requisiti specifici di quella categoria (come capitato con Verstappen alla NLS), anche se la Superlicenza è generalmente riconosciuta.
- La FIA e il team devono essere informati e approvare la partecipazione a gare esterne. Questo è particolarmente importante per eventi organizzati sotto regolamenti diversi, come la IndyCar negli Stati Uniti, IMSA o le IndyCar Series.
- La FIA limita i test in F1 per controllare i costi, ma i piloti possono partecipare a test in altre categorie, purché non violino le regole del team o della FIA.
Piloti di F1 che hanno corso in altre categorie
Diversi piloti di Formula 1 hanno gareggiato in altre categorie durante la loro carriera, dimostrando che è possibile farlo con la giusta pianificazione.
Fernando Alonso è uno degli esempi più noti. Nel 2017, ha saltato il Gran Premio di Monaco per correre la Indy 500, con il permesso della McLaren. Lo spagnolo ha anche vinto la 24 Ore di Le Mans nel 2018 e 2019 con la Toyota nel WEC mentre era attivo in Formula 1.
IRobert Kubica, nel 2011, poco dopo aver firmato con la sua nuova scuderia in F1, la Renault, ebbe un gravissimo incidente nel Rally Ronde di Andora, compromettendo di fatto la sua carriera. Ritornerà a gareggiare nella massima categoria del motorsport solo nel 2019, con la Williams.

Casi eccezionali e tendenze future
La preparazione per altre gare può distogliere l’attenzione dalla Formula 1, influenzando le prestazioni in pista o la relazione con il team. Le scuderie sono molto attente all’immagine dei loro piloti. Partecipare a gare minori o in categorie meno prestigiose potrebbe non essere visto di buon occhio da alcuni sponsor.
In passato, era più comune per i piloti di Formula 1 gareggiare in altre categorie, poiché i calendari erano meno intensi e le restrizioni contrattuali meno rigide. Oggi, con l’aumento del numero di gare in F1 e l’attenzione alla sicurezza, la partecipazione ad altre categorie è meno frequente, ma non impossibile. Alcuni piloti, come il più volte citato Alonso, hanno sfruttato queste opportunità per costruire un’eredità più ampia, puntando a risultati prestigiosi come la Tripla Corona.
In futuro, con l’evoluzione della Formula 1 verso un calendario ancora più fitto e l’enfasi sulla sostenibilità e sulla sicurezza, i team potrebbero diventare ancora più restrittivi. Tuttavia, eventi come Le Mans o la Indy 500 continueranno ad attrarre piloti ambiziosi che vogliono dimostrare la loro versatilità.
In conclusione, quindi, i piloti di Formula 1 possono gareggiare in altre categorie, ma devono navigare in un complesso insieme di restrizioni contrattuali, regolamenti FIA, impegni logistici e rischi. La fattibilità dipende dalla volontà del team, dalla compatibilità con il calendario della F1 e dalla natura della competizione. Piloti come Alonso e Verstappen hanno dimostrato che è possibile, ma è necessaria un’attenta pianificazione e il consenso di tutte le parti coinvolte.
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Crediti Foto: Gruppe C, Max Verstappen/X, Getty Images, McKlein Image