“Dopo una gara del genere c’è poco da dire”. Queste, sono solo alcune parole pronunciate da Piero Ferrari, che volente o nolente, esprimono un po’ il pensiero dei tifosi della Rossa. Parole che forse vogliono consolare il lavoro del team, nonostante i risultati non arrivati.
La squadra di Maranello, infatti, è reduce da uno dei suoi peggior weekend stagionali, secondo solo a quello del GP cinese. Eppure non si può dire che non ci abbiano provato, coni i cambi di setup e configurazioni aerodinamiche. Fred Vasseur dice che il problema è stato nella pressione delle gomme, ma ciò che resta sono le prestazioni e i piazzamenti deludenti da parte dei piloti.
Piero Ferrari: “Una mazzata, un pugno nello stomaco”
Piero Ferrari ha osservato il lavoro del team per tutto il weekend qatariota, riservandosi qualche commento al termine. Dichiarazioni rilasciate con un tono che rispecchia il ruolo che ricopre, ma che possono dar vita a qualche osservazione.
Ai microfoni di RmcMotori, come riporta Paolo Ciccarone, il vicepresidente Ferrari descrive il GP del Qatar come “una mazzata ed un pugno nello stomaco”. Parole alle quali aggiunge: “Fa male vedere una Ferrari così, mi consolo pensando che c’è ancora una gara e poi archiviamo questo campionato”.
Dopodiché, si sofferma su uno dei punti di forza dell’azienda, ma che pare essere venuto meno negli ultimi anni: “Nella storia abbiamo avuto alti e bassi, nelle corse succede. Non mi consola, ma abbiamo avuto momenti peggiori e siamo riusciti a risalire la china”.

Ferrari e un trionfo rimandato di anno in anno
Eppure, il racconto della Ferrari degli ultimi anni, è di una squadra che rimanda il trionfo tanto desiderato di anno in anno. Come abbiamo sottolineato più volte, è un qualcosa a cui ci si è così tanto abituati, che non fa più notizia (non un aspetto di cui andare fieri).
Ma Piero Ferrari sembra voler sposare l’atteggiamento di Charles Leclerc, ossia quello di essere sempre speranzoso, fiducioso in ciò che sarà, dettato forse dal quel desiderio di vittoria e – probabilmente – di rivalsa “Abbiamo delle cose che non hanno funzionato, ma posso garantire che a Maranello abbiamo anche tante altre cose che funzionano” ha poi continuato, per poi concludere affermando: “La Ferrari tornerà a vincere, non molliamo di sicuro. Conosco le eccellenze che abbiamo a disposizione”.
E delle “eccellenze” nessuno nutre particolari dubbi, anche perché basta osservare Ferrari al di fuori della F1, per vedere di ciò che è capace. Ma allora perché ogni anno ascoltiamo sempre le stesse parole? Perché il prossimo anno è sempre quello buono per non rivelarsi mai tale?
Il nodo 2026: progetto prioritario o alibi perfetto?
Una domanda a cui nessuno sa trovare una risposta, ma che dà vita ad un’altra ancora. Fred Vasseur al termine della gara qatariota ammette che la squadra è da tempo concentrata nello sviluppo della prossima monoposto. “Dobbiamo preparare il potenziale della vettura del 2026”.
Una frase che risuona familiare, pronunciata quasi al termine di ogni stagione. Ma se osserviamo anche le altre squadre della griglia, tutte hanno posto le basi per il 2026, ma senza trascurare la stagione in corso. Anzi, ci sono alcuni team che hanno smesso di portare upgrade dopo la pausa estiva, eppure hanno dato piccoli segnali di crescita.
E quindi, Ferrari, con le eccellenze che ha, non può dedicarsi contemporaneamente a due cose? Jean Alesi cerca di rispondere a tale domanda, affermando di essere preoccupato per la squadra italiana. “Affermare che lo sviluppo sia stato interrotto in favore della prossima stagione sembra una scusa molto debole”. ha ammesso l’ex pilota della Scuderia. Parole alle quali ha aggiunto: “Tutti i team hanno lavorato su due vetture quest’anno. L’atteggiamento della Ferrari è un imbarazzante tentativo di nascondere questo fallimento”.

Ferrari, errori che si ripetono: la comunicazione come punto debole
Per concludere, dobbiamo toccare nuovamente un punto fondamentale: la comunicazione Ferrari. Un aspetto criticato molte volte e che quest’anno ha raggiunto forse il suo apice. Ponendo l’attenzione solo alla pista, il tanto rimproverato “dobbiamo capire” di Mattia Binotto, si è trasformato in un “dobbiamo mettere tutto insieme” di Vasseur.
Ma gli errori nascono dall’inizio, partendo dal mega evento milanese in favore di sponsor. Leclerc ha ammesso che non c’era malizia quando affermavano che avrebbero vinto, perché le sensazioni iniziale erano quelle. Ma nel dire “Il nostro tempo arriverà. Lo continuo a ripetere anche a me stesso perché ci credo ancora. Mi dispiace per i tifosi, che sono costretti ad aspettare”, non è una sorta di contraddizione?
Fred Vasseur, invece, ad inizio anno diceva che il 2025 sarebbe stato l’anno del titolo mondiale e del costruttori. La pista lo ha smentito, ma anche le dichiarazioni in merito agli sviluppi per il 2026, non suonano come parole volte a creare – false – aspettative?
Domande a cui le risposte arriveranno l’anno prossimo, con annessi rischi. Il 2026 è un anno cruciale e se sfruttato bene può essere davvero quello della rinascita. Ma se così non dovesse essere, non solo si rischia un’ulteriore perdita di credibilità, ma anche assistere ad una line-up rinnovata nel 2027. E se dovesse essere così, sarà lì che Ferrari dovrà fare i conti con la realtà.
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Getty Images
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