Perché nessuno fa i complimenti a Liberty Media?

Dopo tanti sforzi e diversi tentativi Liberty Media Corporation ha centrato gli obiettivi definendo la Formula Uno che ha sempre desiderato

La Formula 1 sta attraversando una fase di transizione che pochi avrebbero previsto all’inizio del campionato, quando il tre volte irdiato, Max Verstappen, ha trionfato in ben 7 dei primi 10 Gran Premi disputati. Sembrava profilarsi l’ennesimo dominio del talento di Hasselt, insieme alla Red Bull, nonostante una guerra intestina, forse tutt’ora in corso, che ha portato all’addio del genio inglese Adrian Newey.

Dal Gran Premio d’Austria in poi, però, i rapporti di forza sono cambiati, con una rimonta costante da parte della McLaren. Nell’ultimo Gran Premio in Azerbaigian, la McLaren ha sorpassato a sinistra e si è portata al comando della classifica costruttori con 20 punti di vantaggio su una Red Bull irriconoscibile rispetto ai primi Gran Premi. Ora, Milton Keynes è nel mirino anche della Ferrari, che la insegue con un distacco di soli 31 punti.

Liberty Media, con il nuovo regolamento sulle auto ad effetto suolo, tornato in vigore nel 2022 dopo 40 anni di assenza, e con il famigerato budget cap, seppur con due anni di ritardo, ha mantenuto la promessa. Ogni Gran Premio regala un vincitore diverso e, fino al GP d’Azerbaijan, abbiamo visto ben 7 trionfatori provenienti dalle prime qattro scuderie della classifica costruttori.

F1 Domenicali
Stefano Domenicali, CEO della Formula Uno

Ma perché nessuno riconosce i giusti meriti a Liberty Media?

Il rapporto tra i tifosi storici della classe regina del motorsport e la proprietà americana non è mai sbocciato. Da quando è entrato in carica il manager imolese, ex Team Principal della Ferrari, Stefano Domenicali – un personaggio che ha vissuto l’epoca Schumacher – ci si aspettava un ritorno a una F1 “sportiva”.

Invece, Domenicali ha puntato sulle strategie mirate ad acquisire nuovi fan, soprattutto negli Stati Uniti, esplorando nuovi mercati per portare la F1. Dal 2026 in poi, i paesi più papabili per entrare nel Circus iridato sembrano essere la Thailandia, la Corea del Sud e il Ruanda, con la sempre più concreta possibilità di una rotazione dei Gran Premi europei, messi sotto pressione da governi stranieri disposti a tutto pur di avere la Formula 1 nelle proprie nazioni.

Con il sorpasso della McLaren sulla Red Bull, Liberty Media ha vinto la sua scommessa. Le monoposto ad effetto suolo, il meccanismo ATR e il budget cap, tanto criticato dai fan che lo accusavano di frenare lo sviluppo delle inseguitrici, così come l’assenza di test, hanno dato i frutti sperati. Oggi, al vertice c’è una scuderia che all’inizio dell’anno scorso navigava in cattive acque e che ora è tornata in cima alla Formula 1 dopo 10 anni di assenza.

Liberty Media non piacerà mai al tifoso più purista, ma oggi bisogna riconoscerne i meriti. Stiamo assistendo a una serie finalmente combattuta e non all’ennesimo dominio di un unico pilota che infligge 20 secondi di distacco al primo inseguitore. Liberty Media ha vinto. Dobbiamo solo ammetterlo.


Crediti foto: F1

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