Le performance di Andrea Kimi Antonelli saranno uno dei grandi temi di interesse del mondiale che prenderà il via a metà marzo sul circuito di Melbourne, Australia (qui il calendario completo). In Mercedes, dopo la formalizzazione del passaggio di Lewis Hamilton alla Ferrari, hanno preso tempo, respirato a fondo e delineato un programma di lavoro sulle monoposto delle annate precedenti per capire se il bolognese potesse fare subito il salto di categoria. Che non sarebbe il primo di una carriera in rapida ascesa.
Andrea Kimi è entrato nell’orbita della Stella a Tre Punte a 11 anni, nei go-kart e, sotto la protezione del marchio, ha scalato le categorie. Ciò è accaduto sotto l’occhio vigile del consulente per lo sviluppo dei piloti Mercedes Gwen Lagrue che ha parlato ad Autosport in un’intervista esclusiva.
Kimi dovrà sorreggere un peso enorme acuito dalla mancanza di esperienza nella massima serie. Ancora, ci sarà tutta la pressione mediatica a fare da fastidioso corollario. Una situazione potenzialmente esplosiva che potrebbe danneggiare il driver e per la quale, forse, Toto Wolff ha inteso cautelarsi col paracadute Valtteri Bottas. Allora perché Mercedes ha puntato sull’italiano nonostante questa potenziale patata bollente?

Andrea Kimi Antonelli e la capacità di adattamento che ha stregato Mercedes
“Con Kimi ho notato abbastanza rapidamente che era già un po’ diverso dagli altri ragazzi del karting“, ha detto Lagrue ad Autosport. “Ma allora il mio pensiero era: ‘Ok, è il migliore che posso avere in go-kart’, senza nemmeno pensare alla Formula 1. Poi, quando abbiamo fatto il primo test in monoposto, il modo in cui si è adattato così rapidamente a quasi tutte le situazioni, si è iniziato a vedere che hai qualcuno di molto speciale tra le mani”.
“Naturalmente, questo non significa che abbia tutto. Bisogna ancora lavorare molto per aiutarlo a crescere, per guidarlo, per farlo anche sbagliare. Fa parte del processo di apprendimento. E poi, per me, la Formula Regional si è sviluppata abbastanza bene in termini di preparazione dei piloti e abbiamo visto nel corso degli anni che tutti i ragazzi che ne sono arrivati in F3 o F2, erano a grandi livelli. La maggior parte delle volte erano loro a vincere”. Parere, questo, confermato anche da Luca Baldisseri in un intervento ai nostri microfoni qui riportato.

Andrea Kimi Antonelli e il bypass alla F3
Lagrue ha spiegato perchè Mercedes ha preferito che Antonelli bruciasse le tappe superando a piè pari la F3: “Visto che Kimi si è comportato così bene in FRECA, non ero molto convinto in quel momento che andare prima in F3 lo avrebbe sviluppato di più. Volevo anche mettermi in una situazione in cui alla fine avrebbe potuto affrontare più sfide, e mandarlo in F2, ovviamente, ha richiesto un po’ di preparazione”.
“Ma è stato anche per metterlo in un ambiente in cui doveva trovare un limite personale che non aveva mai affrontato prima. Non sto dicendo che vincesse sempre facilmente, ma più o meno. Era sempre dominante, ed era sempre quello da battere, piuttosto che quello che inseguiva qualcuno, anche se avevamo dei buoni concorrenti”.
“Quindi, così facendo, ci siamo assicurati che prima imparasse la nuova F2 con l’idea di fare un altro anno se fosse stato impegnativo, o a seconda della situazione in F1, assicurarci che almeno avremmo accelerato la sua preparazione alla massima serie“. Quello che poi è successo visto l’addio inatteso di Lewis Hamilton che ha cambiato i programmi di crescita di Antonelli.
F2 2024: una stagione che potrebbe aver fortificato Antonelli
La Prema, il team nel quale hanno corso Antonelli e Oliver Bearman, è andata incontro a un 2024 decisamente difficile. Una condizione in attesa che però potrebbe aver dato ad Antonelli la possibilità di confrontarsi con problematiche grandi, da risolvere con soluzioni diverse da quelle programmate a tavolino.
Secondo Lagrue, la stagione “sulle montagne russe” di Antonelli in F2, che gli ha fruttato solo un podio, in realtà ha contribuito a sviluppare una parte delle sue abilità che non erano state utilizzate molto prima, e questo gli sarà utile in F1.
“Direi che normalmente si ha una certa coerenza in termini di team che guidano la F2, quindi sappiamo che Prema, ART, Carlin o pochi altri sono i team con cui devi lavorare se vuoi dare il massimo in F2. Ma la nuova Formula 2 in realtà ha portato alcune nuove sfide e abbiamo visto che i grandi team non si adattavano così bene. Prema stava andando molto bene e aveva ingegneri di alto livello. Abbiamo messo Kimi lì pensando, lo metteremo in un ambiente molto forte immaginando di ottenere ottimi risultati. Ma abbiamo faticato un po’”.

“Ma in un certo senso, è stato anche molto interessante perché avere Kimi alle prese con queste sfide ci ha fatto scoprire una parte di lui che non avevamo mai visto prima. Abbiamo dovuto aiutarlo ad affrontare weekend difficili, cosa che non era mai successa prima. Era abituato a vincere sempre, o a lottare per la vittoria, e quest’anno è stata la prima volta che ha dovuto affrontare il fatto di non vincere e a volte ha anche avuto fine settimana molto, molto difficili”.
“Devo dire che sono rimasto molto colpito dalla sua maturità e dalla sua leadership in una situazione così difficile. E alla fine, ha comunque fatto una stagione molto, molto forte in F2 considerando tutto quello che abbiamo dovuto affrontare quest’anno“.
Ora è tempo di confermare questa capacità di adattamento e di rispondere alle difficoltà nella massima serie del motorsport. Una storia tutta da vivere e da raccontare.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team,