L’ennesimo falso avvio della Ferrari ha fatto storcere il naso ai numerosi tifosi del Cavallino Rampante sparsi per il mondo. Dopo un inverno carico di proclami, in cui Team Principal e piloti parlavano apertamente di obiettivi iridati, le prime uscite di questa stagione hanno riportato tutti con i piedi per terra.
In tanti si sono cimentati a dare una spiegazione alle mancate performance di questa SF-25, che necessita di essere aggiornata per ridare speranza a due piloti carichi di aspettative nei confronti della squadra. Eppure, l’ultimo Gran Premio ha visto la Ferrari salire finalmente sul podio -anche se il gradino più basso- ridando speranza e fiducia all’intera compagine.
Durante l’ultima puntata di martedì 22 aprile di CriticaLive, noi di Formulacritica abbiamo avuto il piacere di ospitare Paul Hembery, una personalità importante del motorsport e della F1 in generale, a capo del reparto F1 Pirelli fino al 2017. Con Hembery, grande tifoso della Ferrari, si è parlato proprio della gestione del team nel corso degli anni, forse tra le cause dei mancati successi della Rossa, e di Lewis Hamilton.
Secondo Paul Hembery non bisogna cacciare i tecnici al primo anno di insuccessi
Per Hembery, la SF-25 non è nemmeno una macchina così terribile. Manca semplicemente quello step in più che le permetta di stare davanti a tutti. Magari quel piccolo passo può arrivare da figure competenti consolidate nell’organico della squadra, a cui si è data fiducia nonostante il mancato conseguimento di traguardi importanti. Una fiducia che ha comunque permesso loro di crescere, anche attraverso l’errore.
L’ingegnere ha evidenziato il fatto che siano stati numerosi i tecnici competenti passati per il Cavallino Rampante, per poi essere mandati via a fare le fortune degli altri competitor. Un esempio è Andrea Stella, l’attuale Team Principal della McLaren.

“La McLaren è gestita da un ex Ferrari, ma sono tanti gli ex componenti della Ferrari che vanno in altre squadre vincenti. Ciò vuol dire che la Ferrari ha avuto delle figure competenti e valide, anche italiani. Questa è un’altra questione da affrontare a Maranello. Ci sono tanti ex ingegneri che stanno facendo bene in altre squadre. La competenza, quindi, non manca“, dichiara ai nostri microfoni Paul Hembery.
“Non bisogna cacciarli subito. Ovviamente, se uno è incapace, si. Ma se mandi via la gente ogniqualvolta, inizi poi un nuovo ciclo con altre figure che necessitano di sbagliare per crescere. Così manca la stabilità e ti togli la possibilità di creare una squadra vincente. Il segreto di Mercedes e Red Bull è stata proprio la stabilità. Sarà curioso vedere se a Milton Keynes riusciranno a produrre nuovamente una macchina competitiva”.
Oltre agli esempi di Mercedes e Red Bull, le ultime due squadre che hanno dominato la F1 nell’ultimo decennio, il discorso si è poi spostato sulla categoria WEC, dove la Ferrari ha conquistato la vittoria nelle due prime gare. Il nostro esperto di WEC, Luca Cappelli, ha spiegato come nella categoria Endurance, Antonello Coletta sia riuscito a creare un team stabile, consolidatosi durante gli anni di GT, e che ora sta raccogliendo traguardi importanti nel WEC.
“La stabilità devi crearla con gente competente. Ne hanno perso già uno per Aston Martin, Enrico Cardile. Un peccato. Non posso continuare a perdere questi personaggi, devono tenerli“, ha aggiunto Hembery.
Paul Hembery sull’ingaggio di Hamilton in Ferrari: “È stato strano”
Alla luce delle recenti prestazioni di Lewis Hamilton, in netta difficoltà rispetto al compagno di squadra, il nostro ospite ha detto la sua sulla scelta di Ferrari di mandare via un pilota giovane come Carlos Sainz per uno più maturo. Da notare che Paul Hembery è un grande fan di Hamilton. Perciò, il suo giudizio è da considerarsi sincero.

“Credo che Ferrari abbia pensato che mettendo Hamilton insieme a Leclerc, avrebbero potuto contare su un mix tra esperienza e talento, e che sarebbe stata la coppia giusta per portare il team a un livello superiore. Ma come idea è sbagliata a prescindere. Non è lo stesso Hamilton di qualche anno fa“.
“Credo sia stato un errore mandare via Sainz, perché la coppia piloti precedenti era ben bilanciata. Uno dei due riusciva sempre a portare il risultato a casa. Magari avrebbero potuto attendere Bearman. L’ingaggio di Lewis non è stato fatto, diciamo, da una squadra che pensa al futuro. È stato strano“, confessa l’ex direttore Pirelli.
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Crediti foto: Getty Images, McLaren, F1