La F1 per tutti… o quasi – Ieri vi avevamo parlato delle importanti novità che la Formula 1 ha annunciato per la sua piattaforma di streaming, F1TV: leggi qui. I fan e gli appassionati di tutto il mondo, o quasi, sono andati in visibilio.
L’Italia, purtroppo, rientra tra quei Paesi in cui F1TV è disponibile, ma con limitazioni rispetto ad altre nazioni. Ad esempio, non è possibile accedere a tutti i contenuti acquistabili altrove. Per la trasmissione dei Gran Premi in diretta, la F1 ha scelto di vendere i diritti per macroaree. L’Italia rientra nell’area che comprende Germania, Regno Unito e Irlanda, dove Sky detiene il monopolio.
La F1, attraverso l’accordo con la pay TV satellitare di Comcast, sfrutta questi mercati consapevole del fatto che gli appassionati di questi Paesi difficilmente rinunceranno a seguirla. Il Regno Unito è la patria della F1, mentre in Italia la Ferrari è un’istituzione, paragonabile alla Nazionale di calcio.
Di conseguenza, Sky, in qualità di monopolista, può determinare i prezzi degli abbonamenti per guardare la F1, spesso con costi elevati che includono anche contenuti non necessariamente richiesti dagli utenti.
Il presidente e CEO della F1, l’imolese Stefano Domenicali, ha più volte sottolineato l’importanza di avvicinare i giovani al motorsport. Tuttavia, se il costo per assistere a un Gran Premio, sia dal vivo che in TV, è proibitivo, è difficile che il pubblico giovane possa avvicinarsi alla categoria. Liberty Media e Domenicali dovrebbero prendere esempio dall’approccio della celebre lega americana di basket, l’NBA.
F1 diritti TV – L’NBA in Italia: tutt’altro punto di vista
Il basket americano è uno degli sport più amati dai giovani a livello globale, grazie a un’azione di gioco continua e a giocatori che diventano veri e propri idoli.
A differenza della F1, trasmessa in Italia da un’unica emittente, l’NBA è disponibile su più piattaforme contemporaneamente, con un numero variabile di partite, rendendo più accessibile la visione ai giovani.
Attualmente, in Italia, le partite della NBA vengono trasmesse da ben quattro operatori (a breve se ne aggiungerà un quinto):
- Sky Sport: detiene i diritti per trasmettere un’ampia selezione di partite, con un focus sugli incontri di cartello;
- DAZN: offre alcune partite in diretta, integrandosi con l’offerta di Sky per ampliare la copertura degli eventi;
- Rai: per la prima volta, la TV pubblica trasmetterà una partita a settimana in chiaro, un’iniziativa volta a raggiungere un pubblico più ampio e casual;
- NBA League Pass: l’equivalente di F1TV, che consente di accedere a tutte le partite con due abbonamenti differenti (da 109 a 149€ all’anno), con la possibilità di dividerne il costo tra due utenti;
- Amazon Prime Video: a partire dalla stagione 2025-2026, Amazon trasmetterà a livello globale 66 partite all’anno per 11 stagioni.
Questo approccio dell’NBA permette di attrarre un pubblico giovane, incentivandone la passione e la fedeltà al prodotto.
L’NBA, a differenza di Domenicali e Liberty Media, adotta strategie concrete per espandere il proprio pubblico. La F1, invece, penalizza gli appassionati europei, che rappresentano lo zoccolo duro della categoria, con un sistema di trasmissione esclusivo e costoso.
Se l’obiettivo della F1 è davvero quello di coinvolgere più giovani, dovrebbe prendere esempio dall’NBA, rompere il monopolio di Sky e distribuire i diritti su più piattaforme, anche in modalità differenti. Il resto verrà da sé.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, F1