Oscar Piastri, attuale leader del Campionato del Mondo di Formula 1, ha offerto uno spunto interessante sull’equilibrio di forze che sta caratterizzando la stagione: da una parte una McLaren rinvigorita con due punte agguerrite, dall’altra un Max Verstappen sempre più isolato nella difesa del titolo, non supportato né da Liam Lawson né da Yuki Tsunoda.
Il talento australiano ha messo in risalto l’elemento che oggi sembra fare la differenza: la McLaren può contare su due vetture costantemente in lotta per le posizioni di vertice, mentre alla Red Bull manca il contributo stabile del secondo pilota. Un dettaglio tutt’altro che irrilevante nella corsa iridata.
Con Lando Norris ormai pienamente coinvolto nella battaglia per il mondiale, la scuderia di Woking ha trasformato la pressione su Verstappen in una morsa a due punte. Nonostante l’olandese abbia conquistato due successi stagionali – in Giappone e a Imola – l’avvio di campionato non è stato dei più agevoli per lui, con una Red Bull spesso alle prese con problemi di bilanciamento e di prestazione complessiva.
Dopo nove round, il distacco tra Verstappen e Piastri è salito a 49 punti. Una distanza che comincia a pesare, soprattutto in un contesto in cui ogni fine settimana sembra evidenziare la crescente competitività della McLaren.

“Disporre di due vetture forti offre una marcia in più sotto vari aspetti”, ha dichiarato Piastri a RN365. “Non si è costretti a suddividere le strategie: la Red Bull può focalizzarsi solo su Max, ma noi possiamo metterlo sotto pressione da entrambe le parti. Allo stesso tempo, io e Lando ci stimoliamo a vicenda. È un vantaggio competitivo”.
Il numero 81 della McLaren non ha mancato di riconoscere il valore dell’avversario: “Max ha un’esperienza enorme e un talento fuori dal comune. Ma avere un compagno competitivo ti costringe a spingere sempre di più. Ci siamo migliorati anche per questo”.
L’intensità del confronto interno in McLaren non è però priva di insidie: la sfida fratricida rischia, come spesso accade, di diventare un’arma a doppio taglio. “Vogliamo vincere il mondiale battendo tutti, ma quando hai un compagno che ti mette costantemente sotto pressione, il livello si alza, così come la difficoltà”, ha aggiunto Piastri.

Questo scenario, in cui una scuderia dispone di due contendenti al titolo contro un singolo rivale in un’altra squadra, riporta alla memoria la stagione 1986. Allora fu la Williams, con Nigel Mansell e Nelson Piquet, a sprecare il vantaggio tecnico per via delle tensioni interne. Il mondiale andò ad Alain Prost, che con una McLaren meno performante sfruttò gli errori altrui, compresa la celebre foratura di Mansell nell’ultimo round in Australia.
Una dinamica che sembra oggi riproporsi con ruoli invertiti. E la storia, si sa, ha una certa tendenza a ripetersi.
Crediti foto: McLaren F1
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