Sembra che non ci sia pace per Oscar Piastri. Proprio nel weekend del Gran Premio del Qatar, in cui finalmente è tornato alle prestazioni a cui ci era abituato ad inizio stagione, ha detto quasi addio al sogno del titolo piloti di Formula 1.
Dopo aver fatto la pole e condotto la gara nei primi 7 giri, ha visto sfumare la vittoria per colpa della scellerata scelta della McLaren di non fare la sosta nel periodo dell’entrata in pista della Safety Car, quando ben 17 piloti hanno sfruttato l’occasione per fermarsi ai box, tra cui Max Verstappen che si è guadagnato così una facile vittoria.
Anche Lando Norris, leader del mondiale, ha perso un podio assicurato, ma ha limitato i danni grazie al 4° posto ottenuto nelle ultime fasi di gara, mantenendo 12 punti di vantaggio su Verstappen e 16 su Piastri. Con un 3° posto, ad Abu Dhabi, anche con l’olandese vincitore, l’inglese della McLaren diventerà campione del mondo.
Per l’australiano servirebbe un vero e proprio miracolo sportivo. Il driver di Melbourne dovrebbe vincere la gara e sperare che il compagno di squadra arrivi almeno 6° in classifica, ma se dovesse ottenere il 2° posto, Norris dovrebbe finire la gara addirittura 10° e con Verstappen fuori dal podio. Le chance di Piastri di diventare campione del mondo sono ridotte ormai al lumicino.

L’affaire “Oscar Piastri” finisce in Parlamento: il Senato australiano attacca la McLaren
La scelta della McLaren di non fare la sosta in regime di Safety Car è arrivata nelle aule del Parlamento australiano tra i banchi del Senato federale, nella capitale Canberra, durante una seduta dedicata ai trasporti.
Il senatore del Queensland Matthew Canavan prende la parola senza giri di parole accusando Woking di sfavorire, deliberatamene, il pilota di Melbourne: “guardate, è stata una serata un po’ frustrante per alcuni australiani. Voi vi occupate di trasporti, di automobili… quindi mi chiedo: pensate che McLaren sia di parte contro Oscar Piastri e gli stia costando il campionato del mondo?”. Al Senato, tutti scoppiano in una grossa risata, ma la domanda del senatore Canavan è serissima.
Il viceministro Anthony Chisholm risponde con freddezza: “Senza dubbio quest’anno ha subito alcune decisioni molto discutibili. Come padre di una figlia che è diventata completamente ossessionata dalla Formula 1, vi assicuro che stamattina quando si sveglierà sarà furiosa”.
Il tono è ironico, ma il messaggio politico è cristallino: gran parte dell’Australia è convinta che la McLaren stia facendo di tutto per “regalare” il titolo a Lando Norris, anche a costo di sacrificare il proprio connazionale.

Una stagione di scelte “sospette”
Nella percezione degli australiani, ogni volta che c’è stato da decidere tra i due piloti la bilancia s’è sempre spostata dalla parte di Norris: pit-stop più rapidi per il britannico, strategie conservative quando Piastri era in testa, ordini di squadra mascherati da “interesse del team”. La gara di Lusail è stato semplicemente l’episodio più clamoroso e doloroso di una tendenza che dura da mesi.
Con il Gran Premio di Abu Dhabi alle porte, la tensione è alle stelle. In Australia non si parla d’altro: un altro errore o un altro ordine di squadra percepito come ingiusto rischia di trasformare una semplice polemica sportiva in una vera e propria crisi tra McLaren e un intero Paese che vede in Oscar Piastri il possibile erede di Alan Jones, l’ultimo australiano campione del mondo di Formula 1 nel 1980 con la Williams.
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Crediti foto: F1, Getty Images



