Il 2025 non è stato semplicemente l’anno dell’esordio a tempo pieno di Oliver “Ollie” Bearman in Formula 1. È stato, più correttamente, il mondiale in cui il britannico ha smesso di essere percepito come una scommessa ed è entrato nella categoria dei piloti affidabili, già in grado di incidere sul progetto tecnico di una squadra.
Le apparizioni estemporanee del 2024 avevano ovviamente catturato l’attenzione del paddock e dei tifosi. La sostituzione last minute di Carlos Sainz in Ferrari, in Arabia Saudita, seguita da quella con Haas in Azerbaijan, avevano mostrato subito delle doti poi ripalesatesi nel 2025: sangue freddo e velocità innata. Ma la Formula 1 non vive di exploit isolati, si nutre di continuità. Ed è su questo piano che Bearman ha costruito la sua stagione da rookie.

Oggi, Oliver si muove con la naturalezza di chi ha già interiorizzato i meccanismi della categoria. L’inizio di stagione, come spesso accade ai debuttanti, è stato complesso. La VF-25 si è presentata a Melbourne con un equilibrio precario, difficile da interpretare soprattutto nelle fasi di ingresso curva. Qualifiche opache, qualche errore di troppo e un adattamento ancora incompleto ai ritmi della Formula 1 hanno rallentato la crescita. Ma già dalla fase europea il quadro è cambiato.
Il sesto posto di Zandvoort ha rappresentato un primo spartiacque, seguito dai piazzamenti a punti di Singapore e Austin. “Nella seconda parte dell’anno tutto è diventato più gestibile”, ha spiegato Bearman a F1.com. “Le esperienze del 2024 sono state dure, ma fondamentali per stabilizzarmi”.
Il passaggio dalla Formula 2 alla F1 non è stato solo una questione di velocità, ma di gestione complessiva del weekend: briefing tecnici più complessi, lavoro al simulatore, analisi dati continue. Un carico che inizialmente lo aveva travolto e che oggi appare sotto controllo. “È un’opportunità enorme. Il risultato di un sogno lungo anni. E il rapporto con il team è cresciuto gara dopo gara”.
Il punto più alto della stagione è arrivato all’Autodromo Hermanos Rodríguez. In un contesto tecnico particolare come quello dell’alta quota, Haas ha introdotto degli aggiornamenti efficaci e Bearman li ha sfruttati con intelligenza: Q3 centrata, guadagno di posizioni al via e quarto posto finale dopo una gara aggressiva ma pulita. Il duello diretto con Max Verstappen nelle curve veloci è stato uno dei momenti simbolo del suo 2025, non tanto per il risultato in sé quanto per la qualità del confronto.
“È stato esaltante lottare con Max”, ha raccontato a fine gara. “È uno dei riferimenti della mia generazione. Essere lì, in battaglia, dà il senso del percorso che stiamo facendo”.

La continuità mostrata in Messico ha trovato conferma a San Paolo, con un altro sesto posto, e a Las Vegas, chiusa in zona punti. Una sequenza che ha rappresentato la migliore striscia stagionale tra i rookie, cancellando le ombre della prima parte dell’anno. Due ritiri in Australia, penalità sotto bandiera rossa a Monaco e Silverstone – quest’ultima particolarmente pesante, con la retrocessione dall’ottava alla diciottesima posizione in griglia – avevano messo in luce i limiti di un pilota ancora in fase di evoluzione.
“Ho commesso errori che non mi rendono orgoglioso”, ammette senza filtri. “Ma fanno parte del processo. Sono al primo anno e devo concedermi il margine per crescere”.
La crescita, però, non si è limitata alla prestazione in pista. Bearman ha progressivamente migliorato il proprio contributo tecnico, diventando una risorsa sempre più utile nello sviluppo della VF-25. L’instabilità iniziale della monoposto aveva imposto correzioni rapide già dal Giappone, creando non poche preoccupazioni anche al team principal Ayao Komatsu. Nonostante l’inevitabile gap di esperienza rispetto a Esteban Ocon, Bearman ha colmato il delta, affinando il feedback e la capacità di leggere il comportamento della vettura.
“Il lavoro vero spesso non si vede”, spiega. “Conta come comunichi con gli ingegneri, come riesci a tradurre le sensazioni in indicazioni utili”. Gli upgrade di fine stagione hanno evidenziato un netto passo avanti nella sua comprensione tecnica. “Mi sento cresciuto, e il team lo percepisce. È questo il punto”.
Komatsu, figura chiave nel rilancio Haas avviato nel 2024, ha insistito soprattutto sulla necessità di trasformare il talento in costanza. “La velocità è evidente”, ha sottolineato. “Ora dobbiamo renderla una certezza, sessione dopo sessione”. Un rapporto diretto, fatto di obiettivi chiari e feedback continui, che Bearman ha dimostrato di saper gestire con maturità, accettando anche le critiche come strumento di crescita.
Le gare tra Singapore e Las Vegas hanno incarnato questa evoluzione, nonostante episodi sfortunati come il problema ai box in Qatar o l’eliminazione in Q2 ad Abu Dhabi per pochi millesimi. Il bilancio resta positivo e guarda già al futuro.
F1 2026: occasione per Haas e Bearman
Il 2026, con il reset regolamentare, rappresenta una potenziale occasione. Haas sta lavorando in anticipo per farsi trovare pronta e Bearman vede nel cambiamento un possibile livellamento delle gerarchie. “Chi ha più esperienza con l’attuale generazione parte avvantaggiato oggi. Ripartire da zero potrebbe riequilibrare le cose”.
In attesa dei primi riscontri al simulatore, il britannico segue da vicino lo sviluppo e sottolinea i segnali incoraggianti emersi nel finale di stagione. “Gli aggiornamenti hanno funzionato. È un buon segnale per il reparto aerodinamico”. L’obiettivo è chiaro: una vettura competitiva che consenta di capitalizzare quanto costruito nel 2025.
L’inverno lo vedrà ancora più coinvolto nelle dinamiche tecniche del team, con idee più definite su assetti e direzione di sviluppo. “La pausa è breve, ma servirà per ricaricare”, conclude. “Il 2026 sarà una sfida per tutti. Noi vogliamo arrivarci pronti, con una macchina capace di lottare”.

Ferrari osserva l’evolversi della carriera di Bearman
Ma la sensazione è che l’anno prossimo rappresenti qualcosa di più per il talentino di Chelmsford. La Ferrari lo osserva da vicino e potrebbe puntare su di lui se il processo di maturazione dovesse compiersi totalmente in un nuovo quadro normativo. La carriera di Lewis Hamilton non è infinita e il 2027 potrebbe coincidere con l’anno del suo commiato, specie se dovesse replicare il pessimo campionato 2025.
Ecco che Bearman potrebbe diventare una comoda opportunità visto che il suo cartellino appartiene alla Scuderia. Un pilota che potrebbe anche rappresentare una valida opzione se Leclerc dovesse ascoltare le sirene che giungono dall’Inghilterra. Insomma, Ollie è dinanzi a uno snodo della sua carriera: la Haas è la realtà di breve-medio termine, la Ferrari potrebbe essere la sua casa del futuro. Il 2026 dirà molto in tal senso.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Haas
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