Oliver Bearman è il leader silenzioso che non ti aspetti, scrivevamo tempo fa. Il britannico scuola Ferrari, sta dimostrando talento da vendere e negli ultimi Gran Premi, anche un’efficacia in termini di piazzamenti in top ten del tutto inaspettati persino dal suo rivale della porta accanto, Esteban Ocon. E che a Banbury non ce ne vogliano, ma questa Haas non ha nulla a che vedere con il progetto tecnico di altri esordienti come Kimi Antonelli che guida – adesso con più agilità – una Mercedes dal valore delle posizioni di vertice.
Pertanto, vanno fatti i più sentiti complimenti a chi, come Bearman, a cui va ad aggiungersi anche il buon Gabriel Bortoleto, seguito da Isack Hadjar, è alla guida di una monoposto senza dubbio interessante per ragazzi giovani, ma che presenta diversi limiti in alcuni circuiti del calendario. L’alternanza di risultati, potremmo affermare, che non è solo un indice negativo, bensì rappresenta uno status quo delle vetture che infiammano la lotta per i punti e, quindi, un posto al sole nei primi dieci.

Haas – Una stagione positiva e con un finale in prospettiva
Dopo la sosta estiva, alcune scuderie hanno perso la stoffa di prima qualità, come ha fatto la McLaren fino al ritorno della vittoria di Lando Norris in occasione del GP del Messico; altre hanno ritrovato fiducia e performance proprio come la Haas. O ancora, la Red Bull di Max Verstappen – esclusivamente quella di Max – che permette persino di candidarsi apertamente al titolo iridato, dopo che quest’ultimo sembrava essere a tutti gli effetti, nelle mani dei britannici con le divise papaya.
Di Mercedes e Ferrari c’è poco da aggiungere: un weekend sono davanti le Frecce d’Argento e quello successivo, le Rosse di Maranello e senza peccare di presunzione, dovrebbe essere così fino al termine della stagione.
Analizziamo le ultime sei gare disputate dal team statunitense
| Gran Premi | Oliver Bearman | Esteban Ocon |
| GP OLANDA | P7 | P11 |
| GP ITALIA | P12 | P16 |
| GP AZERBAIGIAN | P12 | P14 |
| GP SINGAPORE | P9 | P18 |
| GP USA | P9 | P15 |
| GP MESSICO | P4 | P7 |
Dai dati riportati, è dunque netto il vantaggio di Bearman nei confronti di Ocon. Infatti, il ventenne britannico ha sempre preceduto il francese nelle ultime sei gare disputate. Questi risultati hanno poi permesso all’#87 di conquistare la tredicesima posizione in classifica, vantando 32 punti, mentre il compagno di box risiede al sedicesimo posto, a due lunghezze di distanza da Bearman.
Per quanto riguarda la classifica Costruttori invece, la scuderia statunitense si trova all’ottavo posto, in lotta per la sesta posizione, attualmente occupata dall’Aston Martin. I punti conquistati dal team di Banbury a quattro tornate dal termine del campionato, sono 62.

Oliver Bearman – Il futuro è determinato dal presente
Proprio in merito alla scuderia Ferrari, sarebbe impossibile non aggiungere la ciliegina su una torta divisa in due, e che attualmente viene servita da una sola metà. Già, solo quella di Charles Leclerc che, con forza, decisione e passione, si è impadronito – voci di mercato a parte – del futuro prossimo della scuderia italiana. E Lewis Hamilton? Sfortunatamente è solo una meteora, con risultati poco soddisfacenti e altrettanto divergenti rispetto a quelli del monegasco. In tutto questo, perché Bearman potrebbe avere voce in capitolo?
La Ferrari ha sempre creduto nel pilota britannico, come testimonia il legame che lo unisce al Cavallino dal 2021, quando aveva soltanto sedici anni. Da quel momento è entrato nel programma Ferrari Driver Academy, con l’obiettivo di crescere e diventare un possibile pilota della Rossa.

Detto fatto: già nel 2024 ha fatto il suo esordio ufficiale in Formula 1, in occasione del GP dell’Arabia Saudita per sostituire l’allora ferrarista Carlos Sainz. Da quest’anno è alla guida della monoposto VF-25, e sta dimostrando chiari segnali di fiducia e oltre che un potenziale da esprimere nel breve termine con la scuderia italiana.
Nella stagione ancora in corso, si è notevolmente abbassata l’età media sulla griglia di partenza. Certo, piloti esperti e fanno sempre comodo allo sviluppo di una qualsiasi monoposto, e spesso, possono dare degli scossoni da campioni, ma se questo non avvenisse – e non sta avvenendo – sarebbe forse il caso di sostenere un giovane e talentuoso pilota che guida una Haas, ma che nel profondo, indossa la tuta Ferrari.
Crediti foto: MoneyGram Haas F1 Team
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