“Molte cose me le aspettavo, Verstappen corre in modo diverso. È duro, va al limite, ma è anche ciò che gli piace. Credo sia chiaro come è andata e ora sono pronto a ripartire. Alcune cose che ho detto dopo la gara ai media erano dettate dall’adrenalina e nelle quali non credevo davvero, soprattutto nei giorni successivi. Incidente che ha rovinato la gara di entrambi, un piccolo contatto che ha avuto grandi conseguenze. Ma non sono necessarie le sue scuse. Bella battaglia, vicina al limite, ma ne abbiamo parlato e siamo felici di correre ancora l’uno contro l’altro”.
Questo il testamento sportivo di Lando Norris che ha ceduto su tutta la linea dopo essersi mostrato – una volta tanto – duro nei confronti di Max Verstappen. Norris che smentisce se stesso, Norris che, nei fatti, si smarca dalla linea scelta dal suo team. Sia Andrea Stella che Zak Brown, dopo il Gp d’Austria, non erano stati morbidi con l’olandese e oggi, alla luce delle parole del pilota di Bristol rese ai media inglesi, ne escono depotenziati.
Lando, inconsapevolmente, ha spaccato – mediaticamente parlando, s’intenda – il suo team che ora non pare compatto. Ciò che sembra essersi invece rinsaldato è l’asse Verstappen-Norris, un’intesa che va oltre la pista e che supera, evidentemente, gli “effetti indesiderati” del correre in maniera feroce dell’olandese.

Norris – Verstappen: la strategia dell’amicizia sarà premiante?
La colpa per i fatti di Spielberg è e resta di Max. Nulla di grave, parliamo di un incidente sanzionato e archiviato, ma ieri Norris è sembrato addirittura attribuirsi parte delle responsabilità. E questo, almeno per chi scrive (parere del tutto opinabile, quindi) è proprio ciò che serve al pilota della Red Bull per continuare a imporre il suo driving e per esaltarsi nel duello ai limiti delle regole.
Verstappen ha le spalle larghe e la cifra caratteriale per “sguazzare” in uno stato di guerra sportiva imperitura. Lando no. L’olandese è forte in pista e fuori. Norris in pista è morbido nel duello (salvo rare eccezioni) e fuori è “scioglievole” come la famosa pralina al cioccolato delle pubblicità di qualche anno fa.
I mondiali si vincono tra i cordoli, direte. Vero, verissimo. Ma il contorno psicologico che si crea lontano dall’asfalto ha un senso e incide sulle dinamiche sportive. E da questo punto di vista l’alfiere della McLaren sembra fin troppo recedente. Per battere Max – che in classifica ha un’ottantina di punti di vantaggio, non bazzecole – serve ogni tipo di arma. Per ora Lando sembra aver voluto rinunciare a quella della pressione esterna.

Sarà solo la pista a dire se la strategia della distensione pagherà. Per Norris ci auguriamo che sia così, ma avendo visto Verstappen all’opera la sensazione è che la tattica non sarà poi così premiante. Silverstone potrebbe essere il teatro di un nuovo scontro, l’esame di maturità per Norris.
Perché nel pedigree del potenziale campione del mondo non c’è l’atteggiamento caritatevole. E lo insegna proprio Verstappen che mai, anche quando è stato nel torto palese, si è preso mezza responsabilità supportato da un team che lo protegge anche quando, forse, dovrebbe bacchettarlo.
Crediti foto: McLaren F1