Norris – Red Bull: quella “sliding door” rimasta fortunatamente chiusa

Lando Norris in Red Bull: un matrimonio che stava per consumarsi, un legame che avrebbe potuto rovinare la carriera del pilota di Bristol che, una volta tanto, si è giovato dal non salire sul treno buono

Forse qualcuno ricorderà che l’anno scorso, intorno a metà campionato, il nome di Lando Norris veniva menzionato con insistenza in ottica Red Bull. Sergio Perez attraversava la solita crisi estiva e a Milton Keynes valutavano alternative al pilota messicano. Come spesso è accaduto – anzi, sempre – Checo, forse protetto da una buona stella o da potenti sponsor sudamericani, ha mantenuto il suo sedile.

Che la Red Bull abbia cercato di ingaggiare Lando Norris è un fatto acclarato. Helmut Marko aveva pubblicamente tessuto le lodi del pilota di Bristol, e ci furono incontri tra il suo manager e l’alta dirigenza del team austriaco. A un certo punto sembrava che l’amicizia tra Lando e Max Verstappen potesse concretizzarsi in un matrimonio sportivo, con i due sotto lo stesso tetto.

Norris era molto tentato dall’idea di lasciare Woking per trasferirsi a Milton Keynes, e la tentazione era forte soprattutto nelle fasi iniziali del Mondiale 2023, quando la McLaren MCL60, la vettura dell’anniversario, sembrava un catorcio che lo condannava a un’altra stagione di sofferenze. Poi, però, qualcosa è cambiata: sono arrivati aggiornamenti così importanti e rivoluzionari che la vettura ha iniziato a volare, diventando in molte circostanze l’unica vera rivale di quella “astronave” che era la RB19.

Norris non ha vinto l’anno scorso, ma ha capito che il suo team era in rampa di lancio. Infatti, il primo trionfo della sua carriera è arrivato quest’anno a Miami, seguito da un bis in Olanda, proprio in casa del suo amico-rivale. In Austria si è consumato il primo vero momento di tensione tra loro, in un rapporto che resta buono ma forse non solidissimo come prima.

McLaren Papaye Rules
Andrea Stella tra i suoi piloti: Lando Norris e Oscar Piastri – McLaren F1

Red Bull – Norris: un “fosso scansato”

Quella che sembrava essere la trattativa delle trattative, l’opzione migliore per la carriera e il futuro di Norris, si è oggi rivelata un classico “fosso scansato”. La RB20 sta faticando maledettamente e, dopo un avvio incoraggiante, si è persa tra mille problemi. Ma non è solo la vettura a non funzionare: il team sembra spaccato, demotivato e confuso, senza la guida di un leader tecnico-carismatico come Adrian Newey, che la prossima settimana si legherà ad Aston Martin.

Da questo punto di vista, gli eventi che hanno tenuto lontano Norris dalla Red Bull si sono rivelati provvidenziali per un pilota che ora può contare su una vettura tecnicamente straordinaria, anche se forse non sfruttata al meglio.

Ma c’è un altro elemento che deve far esultare Norris: sta conducendo un buon mondiale, anche se non eccezionale, viste le occasioni sprecate e le continue partenze sbagliate. Se Lando soffre già la pressione della lotta sistematica per la vittoria e talvolta ha subito il ritorno di Oscar Piastri che, pur talentuoso, non ha ancora il carisma di Verstappen, figuriamoci cosa avrebbe significato confrontarsi giorno dopo giorno, gara dopo gara, con un “cannibale” come Max.

Probabilmente, anche senza leggere da una palla di vetro, Norris ne sarebbe uscito psicologicamente schiacciato e forse sportivamente devastato. Rimanere in McLaren, cosa avvenuta forse più per caso che per una volontà precisa, potrebbe rappresentare la vera svolta della sua carriera. In ogni caso, oggi si trova in piena lotta per un mondiale, cosa che dodici mesi fa era inimmaginabile.

Le prospettive per la McLaren sono comunque rosee, visto che al momento Woking è un team in netta crescita, mentre la Red Bull vive una decrescita costante, e pure infelice. È davvero il caso di citare le famose “Sliding Doors”: se Lando fosse salito su quel treno diretto a Milton Keynes, oggi non starebbe vivendo il sogno – che è ormai una concreta possibilità – di lottare per qualcosa di molto grande.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1

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