La gara andata in scena a Monza è ormai un lontano ricordo e, sebbene sia tempo di voltare pagina e porre l’attenzione sul GP dell’Azerbaijan, nel Circus della F1 riecheggia ancora quanto successo tra i due piloti McLaren.
Breve riassunto: Lando Norris acconsente di far fermare prima Oscar Piastri ai box, a patto che non si riveli un undercut. Quando è l’inglese ad effettuare la sosta qualcosa va storto e ritorna in pista alle spalle del team mate. Il muretto invita l’australiano a restituire la posizione, cosa che avviene in maniera rapida.
Uno swap che ha dato vita ad opinioni contrastanti, prima fra tutte quelle legata alla furbizia da parte del #81, riservandosi un credito – se così possiamo dire – in ottica del mondiale piloti. “Un pit-stop lento fa parte del gioco” dirà Piastri, facendo emergere comunque un minimo di disappunto. E, volendo esprimere un’opinione, probabilmente non si è trattato di strategia, ma semplicemente di un aver preso parte al gioco di squadra.
Anche perché il tutto è figlio delle tanto amate/odiate rules che, volente o nolente, hanno spento l’azione in pista. Ed effettivamente, sebbene sia apprezzabile la sportività tra i due, possiamo dire di esser concordi che l’aver ceduto la posizione così facilmente ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Vedere più di determinazione da parte dell’inglese, nel mettersi nuovamente davanti, avrebbe reso il tutto più interessante.
F1, McLaren: la rivalità Norris-Piastri che rischia di passare inosservata
L’obiettivo, quindi, è ancor più evidente: vincere, ma nella salvaguardia della squadra, nel rispetto in pista e di coloro che lavorano nel team. Andrea Stella e Zak Brown puntano prima di ogni cosa al mondiale costruttori (che potrebbe arrivare già a Baku, ndr) e la domanda sorge spontanea: quanto Lando Norris e Oscar Piastri, sono liberi di lottare?
Nell’osservare le gare precedenti è chiaro che si tratti di una lotta apparente. Nulla a che vedere con le lotte al titolo mondiale che la Formula 1 ci ha abituato negli anni. Nel corso della settimana appena trascorsa, sono emersi i paragoni tra la coppia papaya e quelle precedenti, in lizza per il titolo mondiale.
Volendo potremmo tornare indietro, quando a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, sempre in McLaren, Ayrton Senna ed Alain Prost non avevano problemi ad imporsi l’un l’altro in pista, pronti a buttarsi fuori alla prima curva. Ma, per restare ai giorni nostri, possiamo citare la bagarre tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg. I due hanno saputo mantenere alta l’attenzione, specie in un anno in cui il dominio Mercedes era sopra ogni cosa.
Nessuna rule da seguire e, nonostante le “tirate d’orecchie” da parte di Toto Wolff, i due hanno continuato a sfidarsi fino alla fine, fin quando la stagione non ha visto trionfare il tedesco. Ed è proprio il manager della scuderia di Brackley a sottolineare la cosa, evidenziando come la situazione in casa McLaren odierna, sia completamente diversa.
“Avevamo due animali diversi in macchina” ha raccontato Wolff. E aggiunge: “Erano due combattenti feroci che non facevano prigionieri e, a volte, correvano uno contro l’altro senza esclusione di colpi”. In merito alla gestione, aggiunge che “era complicato, ma non è la stessa situazione che vedo in McLaren. Erano due leoni pronti a sbranarsi a vicenda”.

F1, McLaren: il gioco di squadra tra Piastri e Norris
Oscar Piastri e Lando Norris non hanno quella “cattiveria” sportiva e, come accennato prima, sono troppo addentrati nel gioco papaya. E se qualcuno si stesse chiedendo se l’australiano si è pentito della scelta, la risposta è negativa.
“È stata una decisione giusta” ha dichiarato ai media il #81. “Lando è stato davanti per tutta la gara e non è stato per colpa sua se è finito dietro”. E ancora: “Per me va bene così. In definitiva, chiunque vinca il mondiale vuole farlo il più possibile attraverso le proprie prestazioni e ciò che può controllare; questa non era una di quelle situazioni”.
Per concludere: “Ho detto quello che dovevo dire via radio. E quando è arrivata la seconda richiesta, non avevo intenzione di andare contro il team. Ci sono tante persone da proteggere e una cultura da preservare, al di là di me e Lando, e in definitiva questa è una cosa molto importante guardando al futuro”.
F1, GP Azerbaijan: McLaren a caccia del decimo titolo costruttori
Tra una settimana esatta andrà in scena il GP dell’Azerbaijan, precisamente nella città di Baku. Il circuito, che si estende anche nella parte vecchia della città, lo scorso anno ha visto salire sul gradino più alto del podio l’australiano, Oscar Piastri.
Dopo essersi qualificato secondo durante le qualifiche del sabato, in gara riesce a superare Charles Leclerc, resistendo, fino al termine della gara, al tentativo di rimonta da parte del monegasco. Diverso il discorso per Norris, che ha terminato la sua race in quarta posizione, dopo una rimonta incredibile. Partito in P17 causa bandiere gialle al sabato, alla domenica riesce a regalare al team il punto in più per il giro veloce.
Per l’edizione 2025 McLaren non avrà difficoltà ad imporsi come protagonista. Non assoluta, forse, in quanto Leclerc al sabato si esalta e andrà osservato l’andamento di Max Verstappen, con una Red Bull in ripresa.
Ponendo l’attenzione sul team di Woking, la situazione attuale vede Lando Norris a 293 punti, preceduto dal compagno di squadra, primo con 324. Il distacco è pari a 31 punti e se entrambi i driver concluderanno il weekend con nove punti in più rispetto ai piloti Ferrari, regaleranno il decimo titolo costruttori a McLaren.
Se così fosse, resterebbe solo la lotta al mondiale piloti, nella speranza che possa avere una fine durante l’ultima gara stagionale. Ma ancora una volta, la domanda è d’obbligo: saranno davvero liberi di lottare se l’obiettivo tanto perseguito da Andrea Stella e Zak Brown, sarà raggiunto?
Crediti foto: McLaren F1
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