La stagione 2025 ha mostrato una McLaren capace di dettare il ritmo fin dal primo semaforo dell’anno. Una condizione tecnica che, inevitabilmente, espone il team al rischio più delicato per una squadra di vertice: gestire due piloti pienamente in corsa per il titolo mondiale. È un equilibrio fragile, un territorio in cui il passato di Woking ha lasciato cicatrici profonde. Ma stavolta la storia sta andando diversamente.
Zak Brown, figura centrale del progetto, ha spiegato come e perché la squadra ritenga di avere tra le mani una coppia di piloti semplicemente ideale per affrontare questa situazione. Non per una questione di gerarchie, né per dinamiche interne modellate sui vecchi schemi, ma per la capacità di Lando Norris e Oscar Piastri di mettere sempre la squadra davanti al proprio ego.

McLaren: un team maturo per gestire il dualismo interno
Il parallelismo con il 2007, inevitabile per chi conosce la storia recente di Woking, è emerso anche attraverso le parole di Fernando Alonso. Il due volte campione del mondo, oggi spettatore privilegiato dei nuovi “McLaren boys”, ha sottolineato come l’atmosfera del 2025 sia “un’altra storia” rispetto a quella stagione esplosiva che vide esplodere lo scontro fra lui e un giovanissimo Lewis Hamilton. Stavolta – spiega l’asturiano – non c’è traccia di favoritismi percepiti e, soprattutto, c’è una struttura dirigenziale capace di prevenire ogni frattura.
Alonso non ha esitato a elogiare Brown e il team principal Andrea Stella per la gestione chirurgica delle ultime gare: non è semplice mantenere l’armonia quando entrambi i piloti possono realisticamente puntare al Mondiale. Farlo mentre si combatte su due fronti – Piloti e Costruttori – richiede lucidità, sangue freddo e soprattutto un rapporto di totale fiducia reciproca. Ed è proprio questo il fattore che, secondo Brown, fa la differenza.
Il CEO americano non nasconde quanto la squadra si senta privilegiata ad avere due giovani così competitivi e allo stesso tempo così allineati agli interessi del team. La gestione di una line-up di questo livello, ammette, non sarebbe affatto scontata con altri nomi del paddock: “Non sono sicuro che riusciremmo a fare lo stesso con altri piloti”, ha confessato nel podcast High Performance. “Lando e Oscar hanno un carattere perfettamente compatibile con il modo in cui intendiamo lavorare come squadra. Il merito è loro, non è qualcosa che puoi dare per scontato”.
La scelta filosofica della McLaren è chiara: due piloti liberi di lottare, senza protezioni artificiali, e con pari opportunità fino all’ultima curva. Una visione, quella delle “papaya rules“, opposta a quella più prudente suggerita pubblicamente da Red Bull, che ha ricordato più volte come due compagni forti possano sottrarsi punti a vicenda. Ma Brown non ha dubbi: il modo più efficace per puntare al Mondiale Costruttori è avere una coppia che può realisticamente chiudere prima e seconda ogni domenica.
“Preferisco due piloti che lottano per il titolo piuttosto che un’unica punta”, ha affermato con decisione. La logica è semplice: se sei in grado di garantire equità interna e rispetto delle regole del team, la competizione diventa una risorsa, non un detonatore. I piloti lo sanno e ne sono parte attiva.

Dopotutto, ammette Brown, la prima cosa che Norris fa appena rientrato in garage è guardare il tempo di Piastri, e viceversa. È la natura del pilota: battere chi ha la macchina identica alla tua è il metro di misura più diretto del proprio valore. Ma è una rivalità sana, incanalata in un quadro di fiducia totale costruita negli anni: “Non abbiamo mai tradito la loro fiducia, e loro non hanno mai tradito la nostra”.
La McLaren ha già conquistato il titolo costruttori ed è in predicato di bissare con quello che davvero conta: il campionato piloti. Ciò che incoraggia, secondo i vertici, è la maturità della propria coppia di piloti. Due talenti cresciuti insieme, pronti a giocarsi un Mondiale senza mai diventare un ostacolo l’uno per l’altro. L’esatto opposto di quel 2007 in cui Woking fu vittima dell’incapacità di tenere a bada il senatore e il giovane rampollo.
Crediti foto: McLaren F1
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