Lando Norris non è stato il campione del mondo più amato degli ultimi anni, ma è innegabile che abbia ampiamente meritato il titolo. Il nuovo campione ha dimostrato di essere in grado di vincere un Mondiale essendo semplicemente sé stesso. Ecco perché nelle interviste post gara, il pilota della McLaren ha elogiato lo straordinario conseguimento ricordando che non ha avuto bisogno di essere una persona diversa dal solito.
Non ha mai usato sotterfugi o strategie particolari. Anche quando gli era stato consigliato di farlo, non ha mai cercato di imitare chi lo ha battuto l’anno scorso e in alcuni appuntamenti di quest’anno. Lando Norris ha messo sempre al primo posto la sincerità. La sua vittoria, quindi, dovrebbe rendere contenti gli appassionati di questo sport.
Probabilmente, la stessa sincerità che ha mostrato al mondo, lo hanno reso più esposto a una ferocia critica, colpevole di non essere quel pilota aggressivo pronto a tutto come Max Verstappen, e di conseguenza non meritevole di diventare campione del mondo. Per tutta la durata della stagione, Lando ha avuto a che fare con queste costanti voci che lo reputavano non degno di entrare nella storia della F1. Eppure, la sua caparbietà gli ha permesso di raggiungere il sogno di una vita, ciò per cui ha lottato sin dai tempi del kart.
È un titolo meritato perché sudato. Oltre a dover confrontarsi contro sé stesso, Lando ha visto per larga parte della stagione l’exploit del proprio compagno. A un certo punto, sembrava proprio che Oscar Piastri si fosse messo in una posizione decisamente più favorevole all’interno della squadra. Ma Norris non poteva arrendersi. D’altronde, è dal 2019, anno del suo debutto in F1 con McLaren, che aspettava un’occasione del genere.

Lando Norris insegna che bisogna fare di necessità virtù
Il DNF di Zandvoort avrebbe potuto metterlo in una posizione ancora più scomoda. Quando Lando ha abbandonato il proprio veicolo per via del guasto alla power unit, la sua disperazione è stata visibile per tutti, mentre Oscar andava a vincere la sua settima e ultima gara stagionale, allungando di 25 punti sul collega. Non sarebbe stata una sorpresa vedere Norris gettare la spugna e arrendersi al dominio dell’australiano.
Ma da quello sfortunato evento, l’inglese ha tratto vantaggio ed è ritornato a correre con la stessa spensieratezza di un tempo. Avere la consapevolezza di non avere più nulla da perdere, gli ha ridato la velocità che gli aveva permesso in passato di battere nel confronto diretto Piastri. La stessa spensieratezza, gli ha fatto accumulare una serie di risultati positivi che lo hanno portato ieri all’incoronazione tanto bramata.
Una volta aver tagliato il traguardo di Abu Dhabi, Lando non è riuscito a trattenersi. É scoppiato in un pianto liberatorio che ha messo ancora una volta in mostra la sua genuinità. È vero, la tensione accumulata nelle ultime settimane è stata immensa, ma solo lui e pochi ristretti conoscono i reali motivi delle sue lacrime.

L’anno scorso veniva soprannominato dai social Lando Nowins, un epiteto che scherniva la sua incapacità di capitalizzare in vittorie il potenziale della McLaren. Dopo aver vinto la prima gara, Norris ha poi acquisito la giusta fiducia che ha permesso a McLaren di conquistare un importante Titolo Costruttori. Abu Dhabi 2024 resta infatti una gara da incorniciare per il modo in cui l’inglese era riuscito a gestire le due Ferrari dietro.
Un anno dopo, Lando si laurea campione del mondo. Questa è soprattutto una vittoria personale che deve renderlo un pilota ancora più solido in vista delle sfide future.
Una vittoria che deve essere da esempio
La vittoria di Norris deve essere un esempio per chi nella vita viene spesso sopraffatto dalle insicurezze. Lando ha avuto il coraggio di mettersi a nudo davanti al mondo della F1, parlando apertamente delle proprie incertezze. Al fine di essere più forte dei pensieri negativi, il pilota della McLaren si è circondato delle persone giuste che lo hanno indirizzato verso la giusta via.
La sua forza non è mai stata nel nascondere le fragilità, ma nel riconoscerle e trasformarle in benzina per andare più veloce. In un ambiente dove spesso la sensibilità viene scambiata per debolezza, Norris ha dimostrato che si può essere campioni senza tradire la propria natura. Si può vincere restando autentici senza maschere.

Per questo il suo Mondiale è per chi è stato etichettato come “non abbastanza”, a chi ha imparato a rialzarsi quando era più facile mollare. Norris non ha vinto solo un titolo. Ha vinto la battaglia più dificile: l’idea che per essere grandi bisogna raggiungere la perfezione. Forse è proprio questa imperfezione a renderlo un pilota unico nel suo genere.
Crediti foto: McLaren
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