Sì, avete letto bene: per una Formula Uno migliore non dovete stare a sentire Adrian Newey. In questi giorni il nostro amatissimo ingegnere ha la parlantina facile, una loquacità strabordante che un po’ ha pure rotto, diciamolo.
Interviste a destra e a manca. Italia, Francia Inghilterra, Germania: parla con tutti i media Adriano Nuovavia. Ce l’ha scritto nel cognome che è un innovatore. Sarà destino.
Colloqui che potete reperire in ogni angolo del web. Pensieri citati, stracitati, interpretati e che qualcuno ha fatto suoi mondandoli da virgolettati e, tra barbarismi e parole a effetto che si pensano essere di moda, trasformati in concetti tecnici venduti, anzi spacciati, come proprie intuizioni. “Ti conosco, mascherina” diceva Pier Luigi Bersani che cito con stima.
In queste interessantissime disquisizioni di pubblico dominio, Newey ha spiegato cosa farebbe per trasformare la Formula 1 in qualcosa di più interessante, avvincente e forse imprevedibile.
Molti, in preda all’adorazione estatica, senza nemmeno approfondire troppo le conseguenze di una serie sportiva scritta a immagine e somiglianza del suo dio tecnico, hanno gridato al miracolo affermando che il messia del tavolo da disegno va seguito con la fede più che con la ragione.
Dato che le religioni possono essere strumenti molto pericolosi se non sono supportate dal raziocinio che vince sempre sui fenomeni mai pienamente comprovabili, mi riservo il diritto di far emergere il mio atavico razionalismo e di offrire un punto di vista diverso che non vuol essere verbo. Io, a differenza di altri, non ho pretese ecumeniche.
Figuriamoci se uno come me, umile narratore del motorsport che ha solo da imparare, può mettersi a discutere di tecnica senza titoli né competenze come invece, coraggiosi nel cuore e poco onesti nell’animo, fanno altri dottori autoassegnati che nei loro studi appendono diplomi semplici e non lauree specifiche. Ma questa è un’altra storia che prima o poi racconterò. A tempo debito.

Perché non bisogna dar retta ad Adrian Newey
Venendo a noi e chiudendo questo scritto che rischia di tramutarsi in un mezzo delirio serale, ci andrei cauto a seguire i dettami di Mr. Newey da Stratford-Upon-Avon.
Signore e signori, il punto è questo: il nostro amico crea macchine dominanti, di una superiorità imbarazzante, se le regole le subisce e non le detta. Pensate se deve disegnare una monoposto basata su un testo normativo da egli stesso suggerito.
Allora ditelo che vi piacciono i monopoli, la noia, le gare scritte ancor prima del venerdì, i mondiali assegnati con sei gran premi d’anticipo e i distacchi al traguardo che si contano in anni luce e non in decimi di secondo. Così come dovrebbe essere.
Se volete ancora ‘sta roba allora affidiamo le chiavi regolamentari a Newey. Poi, però, abbiate il buon gusto di non lamentarvi.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing