Nigel Mansell: 32 anni fa il ruggito del Leone d’Inghilterra

Ricorre oggi il trentaduesimo anniversario della vittoria del Mondiale di F1 da parte di Nigel Mansell con la Williams FW14B. Una coppia entrata nella storia del motorsport

Dall’alto delle sue 31 vittorie, Nigel Mansell è stato, fino al 2014, il pilota inglese più vincente di sempre. Poi è arrivato Lewis Hamilton, che lo ha prima raggiunto, poi superato e infine distanziato in maniera clamorosa, visto che il 7 volte campione del mondo è ora a quota 105 trionfi, con la possibilità di aggiungerne ancora. Ma non è questo il momento né il luogo per celebrare il pilota della Mercedes.

Oggi, 16 agosto 2024, ricorre il trentaduesimo anniversario della vittoria del primo e unico titolo mondiale da parte del “Leone d’Inghilterra”. Lunga è stata la gavetta che ha dovuto affrontare il pilota di Upton-upon-Severn. È nel 1979 che si affaccia alla massima serie, quando la Lotus organizza un test sul circuito del Paul Ricard allo scopo di trovare un pilota da affiancare a Mario Andretti.

Mansell vince il contest e l’anno successivo diventa driver ufficiale del team inglese nelle vesti di collaudatore. Parteciperà a due Gran Premi, quello d’Austria e quello d’Olanda. È nel 1981 che diventa titolare accanto a Elio De Angelis. L’esperienza in Lotus sarà avara di soddisfazioni, visto che Mansell non riuscirà a vincere un solo Gran Premio. Dovrà attendere l’approdo in Williams per segnare la sua prima vittoria, che si verifica al Gran Premio d’Europa a Brands Hatch nel 1985.

Gp Dallas 1984
Nigel Mansell crolla dopo aver spinto a mano la sua vettura, Gp Dallas 1984

Alla corte di Sir Frank Williams, Mansell rimase per quattro anni, per poi passare nel 1989 in Ferrari, dove lo aspettava Gerhard Berger. Nella sua prima stagione in rosso chiude il campionato in quarta posizione. L’anno successivo, Mansell si trovò a dover affrontare un osso duro: Alain Prost. Dal confronto, il baffuto pilota uscì nettamente sconfitto, tanto da lasciare immaginare che potesse addirittura ritirarsi al termine di quella stagione.

In realtà, si trattò di un bluff, visto che Nigel era in trattative con la Williams per un clamoroso ritorno, cosa che si verificò nel 1991. Quella monoposto, spinta dai motori Renault, si dimostrò molto competitiva, anche se nella prima fase era maledettamente inaffidabile. Nel cuore della stagione, Mansell vinse tre gare di fila, cosa che lo riportò in lizza per il titolo iridato, che però andò ad Ayrton Senna su McLaren. Fu quello l’ultimo mondiale vinto dall’asso brasiliano.


 

Nigel Mansell – Williams FW14B: un connubio vincente

La gloria arrivò nel 1992, un campionato che ebbe due padroni: Mansell da un lato e la straordinaria Williams FW14B dall’altro. Non ci fu storia in quella stagione, nemmeno per il compagno di squadra Riccardo Patrese, che rimase letteralmente schiacciato dalla forma smagliante dell’inglese.

Mansell siglò 14 pole position su 16 gare e ottenne ben nove vittorie. Archiviò la pratica con largo anticipo, visto che, nel Gran Premio d’Ungheria, tenutosi il 16 agosto, agguantò la corona d’alloro. A Budapest, gli bastò un secondo posto alle spalle di Senna per entrare nella storia. Chiuse la stagione con 108 punti, quasi il doppio di Patrese, che terminò alle sue spalle.

Il pacchetto pilota-monoposto si rivelò inarrivabile per qualsiasi altro competitor. La Williams FW14B è ricordata come una delle vetture più vincenti e complesse di sempre, tanto che qualcuno la soprannominò “l’auto venuta da un altro pianeta“. Un capolavoro di ingegneria firmato da Adrian Newey, che poté sviluppare le idee che aveva messo in cantiere negli anni precedenti con la Leyton House.

La Williams FW14B guidata da Nigel Mansell

Uno dei segreti della monoposto era il motore Renault RS3 V10 da 3500 cm³: leggero, compatto e soprattutto con una curva di utilizzo molto ampia. L’unità propulsiva era caratterizzata dalle valvole con richiamo pneumatico e dai tromboncini di aspirazione ad altezza variabile, elementi che poi avrebbero fatto scuola in futuro. E poi c’era tutta la sagacia ingegneristica di Newey che aveva introdotto un cambio semiautomatico, sospensioni attive, controllo della trazione e persino l’ABS sull’impianto frenante. Elementi che di fatto resero la vettura inarrivabile per ogni altro competitor.

Alla fine dell’anno, Mansell decise di dire addio alla Williams, poiché Sir Frank aveva ingaggiato Alain Prost, con il quale Nigel non aveva avuto momenti facili in Ferrari. Dopo la morte di Ayrton Senna, a conferma che con il patron della scuderia inglese non c’erano frizioni, Nigel fu richiamato per dare una mano a un team che era nell’occhio del ciclone per quanto accaduto a Imola.

Oggi, 16 agosto, ricordiamo un momento iconico della storia ultrasettantennale della Formula 1. Nigel Mansell ha probabilmente raccolto meno di quanto il suo enorme talento meritasse, e non è un caso che quel titolo sia arrivato in maniera roboante, schiacciando letteralmente la concorrenza.


Crediti foto: F1, Williams Racing

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