Newey-Red Bull: quale futuro senza “l’amico geniale”?

Adrian Newey lontano dalla Red Bull? Possibilità concreta. Come si assesterebbe il team senza la sua stella? Le regole 2026 possono rappresentare il grande spavento ma anche l'inatteso salvagente

Newey dice addio alla Red Bull. Ammettiamo che la cosa venga confermata nei prossimi giorni, sembra che l’interesse della stragrande maggioranza degli osservatori e dei tifosi sia capire dove si accaserà il geniale ingegnere: Ferrari, Aston Martin, Mercedes o su una sediolina sulle sponde fiume Avon a pescare carpe in un meritatissima pensione?

Ma ci sarebbe un altro aspetto da valutare, un fatto la cui portata, forse, è ancora più grande degli effetti che nascerebbero da una nuova collaborazione del tecnico: l’addio ai “Tori caricanti”. Questa evenienza cosa produrrebbe in un team che ha sempre contato sul suo apporto?

Bisogna partire da un presupposto: anche se da Milton Keynes diranno che ormai l’impegno di Newey non era più centrale come un tempo, l’eventuale addio recherebbe diverse difficoltà a un gruppo che ha nel sessantacinquenne ingegnere un punto di riferimento da anni. 

È stato Newey a trasformare – ovviamente non da solo, ma lo ha fatto in buona misura – la Red Bull nella corazzata che conosciamo oggi. Il suo addio indebolirebbe un’impalcatura molto solida. È la logica a dire che Red Bull ha bisogno di Newey: negli ultimi dieci anni hanno fatto di tutto e di più per accontentarlo e per tenerlo lontano dalle mani dei team rivali.

Ammesso che il divorzio si consumi (si ricordi che il contratto scade a fine 2025) è immaginabile che gli effetti dello stesso non si sentiranno l’anno venturo. O saranno quanto meno molto limitati. Congelamento regolamentare, vantaggio acquisito in pista e impossibilità di legarsi immediatamente con altre scuderie mettono la compagine austriaca (quasi) al riparo da sorprese. 

La scadenza a fine 2025 del legame e il gardening di almeno un anno comporterebbero che Adrian non possa abbracciare il nuovo team prima del 1° Gennaio del 2027 senza poter quindi incidere sulla creazione delle prime vetture sottostanti le regole in via di delibera. Red Bull guadagnerebbe così del tempo prezioso per assestare il colpo e per evitare di avvantaggiare un concorrente diretto. 

Red Bull - Pierre Waché e Adrian Newey
Red Bull – Pierre Waché e Adrian Newey

Red Bull: la grande sfida di un mondo senza Newey

Un commiato renderebbe necessaria una riscrittura dell’organigramma tecnico. Un processo che nei fatti è già iniziato. Red Bull intende essere pronta all’eventuale addio e ha accresciuto i poteri di Pierre Wachè, altro uomo su cui si erano posati gli sguardi della Ferrari. Christian Horner (l’avviatore dell’effetto domino) aveva posto il veto alla cessione e per farlo lo ha piazzato al centro del progetto. Una “coccola” necessaria per non aprire la rivoluzione globale.  

Il francese ha competenze e capacità dirigenziali per prendere le redini della squadra ma dovrebbe sviluppare una dote immateriale che non è detto abbia: le intuizioni geniali che hanno contraddistinto la lunga carriera di Newey. Che poi, a ben vedere, sono le cose che hanno fatto la differenza per i team che hanno potuto contare sui suoi servigi. 

Red Bull, in ogni caso, lavora da tempo all’addio del suo illuminatore che non può avere una carriera eterna. Per questo si pensa che si possa assorbire il colpo anche se nel 2026 le variabili saranno tante, forse troppe: regole aeromeccaniche nuove e power unit rivisitate profondamente e soprattutto fatte in casa, una sfida nella sfida che i campioni del mondo in carica vogliono vincere. 

Adrian Newey, direttore tecnico Oracle Red Bull Racing

Newey: l’uomo che sposta gli equilibri

Nella Formula Uno del lavoro d’equipe Adrian Newey riesce ancora a essere un catalizzatore, un innovatore, un personaggio che si staglia al di sopra degli staff che guida. L’uomo solo al comando, il Fausto Coppi, il Diego Maradona, il Michael Jordan. Il fulcro in grado di trascinare un gruppo definendone i destini. 

Basta osservare cosa sono alcuni team con e senza Adrian. La Williams non sa più vincere, la McLaren prova a riprendersi ma è l’ombra di ciò che era a fine Anni Novanta. E la Red Bull? Rischia di percorrere la stessa dolorosa strada delle storiche franchigie inglesi.

La sensazione è che i destini della Red Bull debbano necessariamente ruotare intorno alla scelta di Newey. La sua fuga potrebbe determinarne altre. Anche quella di Waché non sarebbe da escludere e di certo sarebbe più probabile quella di Max Verstappen che di competere per le briciole proprio non vuol saperne.

Max Verstappen e Sergio Perez: una coppia che vedremo anche nel 2025?

Ecco perché, anche se pronti all’ipotesi, a Milton Keynes pendono dalle labbra del proprio vate tecnico. Newey è più di un semplice ingegnere, è la trave portante del castello Red Bull. Per essere sostituita sono necessari grandi lavori strutturali che richiederebbero quel tempo che altri soggetti di peso, Max tra questi, potrebbero non concedere. 

Salutare Newey prima di un rimescolamento normativo è al contempo un rischio è un’opportunità. Difficile sarebbe affrontare i mari ostili senza il primo condottiero. Parimenti si potrebbe imboccare quella corrente veloce che consente all’imbarcazione di chiamarsi fuori dalla tempesta. 

Oggi l’unica certezza è che il futuro della Red Bull, dopo anni di sicurezze quasi dogmatiche, è incerto. Molto incerto.  


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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