Newey in Ferrari: l’ho detto prima io!

La corsa ad accaparrarsi esclusive che non esistono: quando il giornalismo dà pessima prova di sé per guadagnare comodi - e munifici - click

Se Lewis Hamilton in Ferrari è stata la notizia del secolo, Adrian Newey alla corte di Maranello sarebbe quella del millennio. Notizia. Ma possiamo veramente definirla tale? In questo momento siamo alle ricostruzioni congetturali, poche parole. Che in Red Bull soffino venti di tempesta è un dato di fatto; che gli scenari di guerra generino chiacchiericci e dietrologie, è altrettanto constatabile nella prassi storica della Formula Uno. E non solo.

Ferrari e Adrian Newey hanno parlato? Sì! Vedete, amici, fedeli lettori appassionati della polemica rovente, vi sto dando una notizia. Ma non perché, l’informazione, ce l’abbia di prima mano. Semplicemente poiché ragiono col cervello acceso e le sinapsi collegate tra loro. È nell’ordine delle cose che una scuderia che non riesce a vincere un campionato del mondo da oltre 15 anni sondi il terreno e provi a capire se ci sono margini ed estremi per portare il tecnico più geniale della storia alle proprie dipendenze.

Ma vuoi vedere che John Elkann, Benedetto Vigna e Frédéric Vasseur, dopo aver garantito un pacco di soldi a Lewis Hamilton, hanno paura di fare un altro lancio di coriandoli verdi ricoprendo di grana il buon Adriano da Stratford sul fiume Avon? Ma dai, ce li vedete col braccino corto dopo aver fatto parlare di sé in tutto il mondo con una smargiassata senza precedenti? È come acquistare una fuoriserie da 800 cavalli e montarci i cerchi in ferro da 12 pollici della Fiat 126 Bis della buonanima di nonno Giuseppe.

La notizia in sè può anche esistere, non si può negare a priori, ma questa smania di autoassegnarsi la paternità fa ridere i polli. Direte, già vi vedo con l’indice puntato e la smorfia sardonica, “Parli così perché non sai nulla e sei invidioso”. In effetti non sono a conoscenza di un bel niente di questa trattativa. So quello che sapete pure voi leggendo qua e là notizie di riporto che, nel passaparola contemporaneo, si arricchiscono di particolari creati ad arte per confezionare meglio il prodotto. Invidia? No, nulla di tutto ciò. Siamo freschi nell’etere virtuale, vogliamo farci nome e ossa e non ricorriamo a esclusive inconcludenti.

Adrian Newey Ferrari

Newey Ferrari: insider starter pack

“Ci risulta”, “Da fonti interne”, “Secondo informazioni raccolte dalla nostra redazione”, “voci di corridoio ma attendibili”… Quando vi imbattete in queste espressioni, esimi lettori, lasciate che risuonino gli allarmi. Anzi, chiudete il browser. Ma vuoi vedere che Crick & Crock o Bibì e Cocò col loro computerino da tavolo e lo smartphone scassato sanno quello che stanno facendo i pezzi grossi del motorsport?  Vi immaginate Vasseur passare proprio a loro notizie così preziose? 

Vogliatevi bene e soprattutto rispettate il vostro prezioso senno. Non è intenzione mia mettere in discussione le fonti altrui, ma esistono i livelli. Le “categorie”, come dicono quelli più giovani del 46enne che sta scrivendo questo testo. Un giornale on line che fatica a mettere insieme una redazione avrebbe la forza di scovare e divulgare informazioni di una sensibilità pari a quella dei codici d’attivazione delle testate nucleari? Liberi di credere a tutto, il sottoscritto vuole trincerarsi nel dolcissimo e confortevole dubbio. 

Ce l’ha spiegato il Professore Gennaro Bellavista, al secolo Luciano De Crescenzo, quanto sia importante essere titubanti. Leggete: “Guagliù stateme a ‘ssentì, questo è il bene [disegnando alla lavagna un punto interrogativo]… E questo è il male [disegnando un punto esclamativo]. Il bene è il dubbio, quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona. Vuol dire che è democratico, che è tollerante. Quando invece incontrate questi qui [indicando il punto esclamativo]… Quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora stateve accorte, vi dovete mettere paura, perché ricordatevi quello che vi dico: la fede è violenza, la fede in qualsiasi cosa è sempre violenza”.

Visto? Non abbiate fede in chi ha certezze monolitiche che, peggio ancora, spesso non sono tali. Ora ve lo svelo io un segreto, adorati lettori. Dietro certe notizie, alle spalle del confezionamento delle stesse, ci sono colloqui, riunioni e confronti che vanno più o meno così.Senti, oggi non abbiamo un cazzo da dire, se scriviamo che tizio sta per firmare con caio sostenendo che qualche fonte interna ci ha passato la dritta, vedrai che facciamo il botto”. 

Ricostruzione immaginaria ma non troppo che serve, rivelo un altro arcano, ad attirare click e a generare condivisioni. Il motore del guadagno a mezzo internet. Non si offendano alcuni colleghi, ma questa ostentazione di “insiderismo” fa ridere. Sappiate soppesare i fatti, imparate a fidarvi delle fonti giuste perché i giornalisti seri esistono ancora. Anche se è una razza che andrebbe salvaguardata come i panda. 

Red Bull – Pierre Waché e Adrian Newey

Adrian Newey in Ferrari? L’ho detto 20 anni fa in un bar di Casoria mentre parlavo con un amico. Quindi l’esclusiva è mia, maledetti! Bando alle cavolate, mi avvio verso la chiusura di questa riflessione in lettere e punteggiatura che si sta allungando oltremisura. Quando e se Newey sarà rosso preparatevi all’autocelebrazione vanagloriosa, alla sfilza dei “l’avevo detto”.  L’ego, si sa, è un animale affamato che va sempre foraggiato per evitare che impazzisca.

Se questo scritto ha dato fastidio a qualcuno vuol dire che forse ho colpito nel segno. Così risulto sgradevole? Ma questi gran cavoli! Se volevo essere dolce nascevo pralina al cioccolato. Se ritenevo di dover essere buono ero una pizza margherita cotta come il Signore comanda. Invece mamma e papà mi hanno fatto polemico, rompicazzo e senza peli sulla lingua. 

Ah, quasi dimenticavo: un mesetto fa ho scritto un articolo fantasioso in cui postulavo il passaggio di sua maestà Newey in Mercedes. Leggere per credere. Se la cosa dovesse realizzarsi non dimenticate di citarmi perché, alla fine, l’ho detto prima io!


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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