Newey – Ferrari: un matrimonio rischioso

Tengono banco le voci di un possibile accordo tra Adrian Newey (che evaderebbe dal caos Red Bull) e la Ferrari. Sarebbe tutto oro quel che luccica?

Il caos che si sta vivendo in Red Bull sta dando adito a mille speculazioni. Stavolta la stampa, sovente vituperata, non c’entra nulla. La colpa è esclusivamente dei protagonisti della scuderia campione del mondo che stanno inscenando un teatrino oggettivamente ridicolo. l’Horner-Gate sembra essere la punta di un iceberg di questioni molto più grosse e di una guerra strisciante tra due comparti della multinazionale delle bibite energetiche austro-tailandese.

Tra le tante voci che si rincorrono c’è quella dell’allontanamento di Helmut Marko che sembra ormai imminente. Un’altra è quella che porta all’addio eventuale di Max Verstappen, tentato dalla possibilità Mercedes che gli costruirebbe un team intorno. Un po’ quello che ha fatto Red Bull negli ultimi anni.

La più clamorosa è forse la versione meno sponsorizzata, quella che si reputa meno credibile nella sua realizzazione: vedere partire Adrian Newey. Una prospettiva parecchio stuzzicante che fa drizzare le antenne a tutti i team che hanno bisogno di un tecnico geniale. Chiaramente, essendo noi in Italia, la Ferrari è una di queste squadre.

In questi giorni molto si è detto sulla possibilità di ingaggiare il vulcanico tecnico di Stratford-upon-Avon. Qualcuno è arrivato a sostenere che già ci sarebbe stato un abboccamento tra i vertici di Maranello e l’ingegnere. La concretizzazione di questa trattativa sarebbe addirittura più clamorosa di quella che ha portato Hamilton in Ferrari perché, la storia della Formula 1 insegna, un buon pilota, anche un campionissimo come Lewis, non basta per vincere se non poggia le natiche all’interno di una vettura velocissima. 

Adrian Newey - Red Bull
Adrian Newey, direttore tecnico Oracle Red Bull Racing

Ferrari – Newey: quale impatto sulle parti?

Ammettiamo che la cosa vada a buon fine. Il primo elemento da valutare è quello temporale. Nella migliore delle ipotesi poniamo che Newey lasci la Red Bull già quest’anno. Chiaramente il team austriaco prevederebbe un lungo gardening che durerebbe almeno tutto il 2024 e forse anche il 2025. Visto che le regole  impongono che alle vetture 2026 si può cominciare a lavorare non prima del gennaio 2025, questa, per Ferrari, sarebbe una bella grana. Vorrebbe praticamente dire che Adrian non può metter mano ai progetti della “Formula 1 3.0” prima del 2026, quando probabilmente Red Bull concederà la liberatoria.

La mano lunga del tecnico si vedrebbe quindi a partire dal 2027. Ferrari, insomma, dovrebbe concepire la prima monoposto sottostante il nuovo contesto normativo, senza il supporto diretto del tecnico che ovviamente, è inutile prenderci in giro, qualche indicazione da lontano inizierebbe a darla (ci sono sempre molti dubbi sulle possibilità di verifica che la FIA ha su queste fattispecie).

Al di là di tali problematiche, che non sono di ordine minore, la vera questione che insiste in questo tipo di rapporto è un’altra. Per anni Newey e la Ferrari si sono rincorsi e annusati ma non si sono mai presi. Questo per una precisa volontà del tecnico perché a rischiare sarebbe stato lui e non il team. La verità è che la Ferrari, per troppo tempo, è stata percepita come un luogo non idoneo a produrre risultati vincenti.

Tranne la lunga parentesi Schumacher, Todt, Ross Brawn e via citando, la Scuderia di Maranello ha vissuto costante incertezza che ha spaventato, nei fatti, gli ingegneri più affermati della Formula 1. Spesso, ancora, si è visto trionfare altrove alcuni tecnici che a Maranello avevano fallito a causa delle condizioni ambientali. Aldo Costa e James Allison ne sono lampante esempio.

Newey è sempre stato molto attento a questo tipo di realtà e per questo si è tenuto alla larga dalla GeS. Ma sotto Frédéric Vasseur le cose stanno cambiando: ora Maranello viene percepita come un’oasi felice e l’ingaggio di Lewis Hamilton non fa altro che confermarlo. 

John Elkann e Benedetto Vigna, presidente e amministratore delegato della Ferrari

Il mare in tempesta che sta affrontando il vascello Red Bull è un’ulteriore spinta per l’ingegnere a fare il grande passo. Resterebbero comunque i rischi per Newey perché avrebbe l’enorme responsabilità di tirare fuori da una situazione tecnica la Ferrari e di portarla alla vittoria. Con un ingegnere del genere tutti chiederebbero solo ed esclusivamente questo e anche in tempi molto rapidi. Le regole 2026 possono essere uno stimolo perché si partirebbe dal foglio bianco. Ma andrebbe sempre superata la questione alla quale prima alludevamo. Ossia quella del gardening.

La Ferrari, se riuscirà a convincere Adrian Newey, avrà un’opportunità più unica che rara e non la può quindi sprecare con quella distruttività che negli ultimi tempi ha caratterizzato l’agire dei vertici della scuderia. Chi ha in mano il pacchetto azionario del team e chi funge da amministratore, così come all’epoca fecero Agnelli e Montezemolo, dovrà saper delegare ai professionisti del settore senza troppo ingerire e limitandosi ad operare nell’ombra, permettendo al Cavallino Rampante di avere quel peso politico che negli ultimi tempi si è un po’ affievolito.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari

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