La nuova direzione della F1. Che non è bella…

I costi inaccessibili del Gp di Monza aprono a una seria riflessione del pericoloso sentiero su cui si è incamminata la F1

Il Gran Premio d’Italia si avvicina sempre di più, e la tentazione di fare la “pazzia” di mollare tutto, acquistare un paio di biglietti e andare a seguire l’evento, portando mio figlio piccolo a conoscere l’emozione della pista e il rombo dei motori, si fa sempre più forte. Ma poi c’è la dura realtà con cui confrontarsi…

Facendo due conti, per un biglietto alla Ascari di tre giorni servirebbero 699 euro, che moltiplicato per due fa 1400 euro. Considerando che vengo dal profondo Sud, tra viaggio, vitto e alloggio (ammesso di riuscire a trovare qualcosa di decente all’ultimo minuto), ci sarebbero da aggiungere almeno altri 600 euro, per un totale di 2000 euro.

Una follia per un evento sportivo, e tutto questo per un semplice seggiolino, senza servizi aggiuntivi. Chi ha frequentato l’autodromo brianzolo conosce bene le lunghe file per mangiare, bere e per espletare i bisogni fisiologici, che per molti significano usufruire del parco: disagi inconcepibili in relazione ai costi sostenuti.

Un costo del genere senza neanche la possibilità di fruire dell’evento in maniera vagamente immersiva, perché per quello serve il VIP Pass. E a quel punto, signori miei, si tratta di una ulteriore spesa che potrebbe richiedere un mutuo in banca!

Certo, finché c’è gente disposta a pagare, tutto va bene. È una legge di mercato che per ora dà ragione a chi applica certe tariffe, ma fino a che punto si può tirare la corda? A questo prezzo, più di una persona opterebbe per una vacanza seria con la famiglia, perché non è certo obbligatorio farsi spennare per un Gran Premio. Sempre più tifosi stanno maturando la consapevolezza che non si può accettare qualsiasi cosa in nome della passione.

F1: la politica pericolosa di Liberty Media

Liberty Media sta attuando politiche di scarso rispetto verso i tifosi “tradizionali”, visti quasi come un fastidio perché contrari alla direzione da circo equestre che si vuol dare alla F1, mentre si va alla ricerca di giovani tifosi annoiati che apprezzano più lo spettacolo di contorno che l’evento sportivo. Gente attiva sui social, che interagisce e fruisce di contenuti spazzatura che generano numeri enormi di visualizzazioni.

Questo modo di operare porta sicuramente soldi e vantaggi nel breve termine, ma risulta poco sostenibile a lungo termine. Per attirare l’attenzione di questo pubblico “usa e getta”, bisogna alzare costantemente l’asticella dello spettacolo, trasformando sempre più uno sport in uno show tipo wrestling, che alla fine risulterà talmente grottesco da perdere completamente il supporto dello zoccolo duro di appassionati che da sempre segue i Gran Premi.

Ho letto con dispiacere la protesta di un sito serio che tratta da tanti anni di motorsport con professionalità, che ha denunciato pubblicamente la decisione di FIA e FOM di negargli l’accredito, mentre viene distribuito senza problemi ai vari blogger e influencer che scrivono più di gossip che di Formula 1.

Io sinceramente non ci sto. Credo che chi ama questo sport debba far capire a questi signori che la passione non autorizza ad accettare qualsiasi cosa. Se non c’è rispetto, è inutile farsi calpestare. L’epoca del tifoso accecato dalla passione e disposto a tutto sta per finire, e presto se ne accorgeranno: non sarà piacevole.


Crediti foto: F1

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