Ci sono eventi sportivi che restano nella memoria anche se non li hai vissuti direttamente. Chi scrive si emozionò non poco quel 14 settembre 1998 seguendo il Gran Premio d’Italia, quando il Cavallino Rampante tornò a festeggiare una doppietta a Monza dopo dieci anni.
Nel 1988 avevo appena quattro anni e vidi la sintesi della gara vinta da Berger davanti ad Alboreto un quarto di secolo dopo, su Sky F1. Una vittoria dai vari significati: per l’unico Gran Premio non conquistato dalle McLaren di Ayrton Senna e Alain Prost in quella stagione, per l’ultimo podio di Michele e…Per il primo successo della Rossa senza il suo fondatore. E sulle tribune venne esposto lo striscione ‘Gerhard e Alboreto, lassù il Drake vi guarda’.
E allora era destino che fosse proprio l’austriaco a vincere quella corsa, considerato che è stato l’ultimo pilota scelto da Enzo Ferrari che il ‘Grande Vecchio’ ha potuto veder gareggiare (a differenza di Mansell). Era l’anno del primo titolo iridato di Senna: forse un altro segno del destino, considerata la grande amicizia tra Ayrton e Gerhard (ripetiamo, l’unica volta che in quel 1988 la McLaren rimase a secco).
“Forse abbiamo corso più col cuore che con la testa”, disse Alboreto in conferenza stampa dopo la doppietta. E per il TG1 Marco Franzelli concluse così il servizio di quel Gran Premio: “La gente invade la pista e comincia a correre, sventolano le bandiere col Cavallino rampante. E non importa se dal prossimo Gran Premio la McLaren ritornerà sul podio. Per adesso godiamoci Monza”. Era l’11 settembre. In nome di Enzo Ferrari e del suo mito.
Crediti foto: Scuderia Ferrari