All’inizio di questa stagione, tra i nuovi ingressi in Formula 1, quattro sono venuti dalla Formula 2. Tra questi, il campione in carica Gabriel Bortoleto, Isack Hadjar, Oliver Bearman e Andrea Kimi Antonelli. Tutti loro si sono distinti per la velocità fatta intravedere durante la scorsa stagione, convincendo così i Team Principal di F1 a puntare su delle giovani scommesse.
Tuttavia, i posti nella categoria regina sono limitati e non tutti riescono a coronare il sogno di approdarvi. Basti pensare che nemmeno vincere il campionato di F2 è garanzia di un sedile certo tra i grandi – emblematico, in questo senso, è stato il caso di Théo Pourchaire e di altri piloti nel passato – dunque, bisogna veramente dimostrare di essere un pilota speciale se si vuole pensare di intraprendere il salto di categoria.
Tra i partecipanti dell’attuale Campionato di F2, ce n’è uno che pensa di avere tutte le carte in regola per giocarsi un posto in F1: stiamo parlando di Sebastián Montoya, figlio di Juan Pablo Montoya, pilota della Prema in coppia con Gabriele Minì e facente parte del Red Bull Junior Team.
Secondo il colombiano, osservando le prestazioni degli attuali rookie ed ex colleghi in F1, il traguardo è assolutamente raggiungibile. Inoltre, non ha esitato a lanciare anche una frecciatina a Bearman.
Sebastián Montoya dichiara di essere stato più veloce degli attuali rookie in passato
Il colombiano è certo di poter bruciare le tappe e approdare in F1 a 20 anni. Attualmente al nono posto in Classifica e protagonista di alcune gare positive nella serie, Montoya sogna una carriera in F1, seguendo magari le orme del padre. Ai microfoni di AS Colombia, il giovane pilota è stato chiaro: “Posso andare anche io in F1″.
“Onestamente, queste ultime settimane mi hanno provato che è possibile. In particolare, guardando i rookie di quest’anno. Bortoleto è stato mio compagno e sono stato più veloce di lui. Anche Antonelli lo è stato, e sono stato molto più veloce“, afferma il colombiano. “Bearman? Ho corso contro di lui e ho potuto batterlo quando avevamo più o meno lo stesso motore. Quando non imbrogliava lo battevo, quando imbrogliava, lottavamo“, continua Montoya.

“Ho pensato che se loro ce l’hanno fatta, perché io non posso? Kimi è salito sul podio, ma ha avuto una stagione molto difficile, nonostante fosse molto ben preparato. Penso di poterlo battere”.
Montoya non ha di certo usato giri di parole, lasciandosi andare a paragoni e frecciate che non passeranno inosservate, soprattuto a Bearman. Ma nel motorsport le prestazioni contano più delle dichiarazioni, che molto spesso lasciano il tempo che trovano. Se riuscirà davvero a trasformare le parole in risultati, lo scopriremo soltanto in pista.
Crediti foto: Prema
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