Cosa cambia da un circuito classico di F1 con curve a destra e sinistra, sali e scendi, ed un tracciato ovale dove si gira solo a destra o a sinistra? Tutto. Le monoposto di Formula 1 sono progettate per circuiti stradali e misti, come Monaco, Spa o Suzuka, caratterizzati da curve di vario raggio, rettilinei, chicane e cambi di elevazione. Gli ovali, invece, come quelli usati in IndyCar o NASCAR come lo Speedway di Indianapolis, richiedono una progettazione specifica per affrontare velocità elevate costanti e curve continue a lunga tenuta.
La progettazione di una monoposto di F1
Le auto che gareggiano nella massima serie utilizzano ali anteriori e posteriori complesse per generare carico aerodinamico (downforce) che favorisce la trazione in curve strette e veloci.
Sugli ovali, il carico aerodinamico deve essere bilanciato per ridurre la resistenza all’aria (drag) e mantenere velocità elevate (spesso oltre i 300 km/h) senza sacrificare la stabilità. Ciò richiede un assetto con ali più piccole o diversamente inclinate.
Negli ovali, le auto affrontano curve continue in una sola direzione, il che crea un carico asimmetrico. Le auto di Formula 1 non sono progettate per gestire questa distribuzione di forze, a differenza delle vetture IndyCar, che hanno sospensioni e telai ottimizzati per questa dinamica. Le sospensioni sono rigide e progettate per circuiti con superfici lisce e curve meno variabili.
Sugli ovali, le sospensioni devono essere adattate per sopportare il carico asimmetrico delle curve inclinate (banking), che può variare da 9° a 33°. Questo richiede un setup specifico che potrebbe compromettere le prestazioni su circuiti tradizionali.
Gli pneumatici Pirelli usati in F1 sono progettati per tracciati misti, con mescole ottimizzate per grip elevato e usura controllata su asfalto di vario tipo. Negli ovali, gli pneumatici devono resistere a sollecitazioni estreme su un lato dell’auto come, ad esempio, il lato destro a Indianapolis, a causa delle curve continue in senso antiorario. Le gomme di una vettura di Formula 1 non sono testate per queste condizioni e potrebbero surriscaldarsi o degradarsi rapidamente.
I motori ibridi da 1.6L V6 turbo con MGU-K e MGU-H (che verrà abolito nel 2026, ndr)sono potenti ma ottimizzati per accelerazioni e decelerazioni frequenti. Sugli ovali, dove le auto mantengono velocità costanti elevate, il sistema ibrido potrebbe essere meno efficace, e la trasmissione dovrebbe essere regolata per rapporti di cambio più lunghi.

Esperienze storiche
La Formula 1 ha avuto un’esperienza limitata con gli ovali, principalmente attraverso la 500 miglia di Indianapolis, che faceva parte del calendario del campionato mondiale dal 1950 al 1960.
Le auto dell’epoca non erano competitive rispetto alle vetture Indy, progettate specificamente per gli ovali. I team europei raramente partecipavano, e la 500 Miglia di Indianapolis era dominata da costruttori americani come Kurtis, Kuzma o Watson. Un’eccezione fu la Ferrari, che nel 1952 tentò di competere a Indianapolis con la Ferrari 375 Indy, ma senza successo.
Dopo il 1960, la 500 miglia di Indianapolis fu esclusa dal calendario, segnando una separazione netta tra le due categorie. Il Gran Premio degli Stati Uniti tenutosi tra il 2000 ed il 2007, ad Indianapolis, fu su un circuito misto che utilizzava solo una parte dell’ovale, il rettilineo principale, combinato con un tracciato interno. Questo dimostra che, anche quando la F1 ha usato strutture con configurazioni ovali, ha evitato le curve inclinate tipiche di queste piste.

La sicurezza nei circuiti ovali
Gli ovali presentano rischi unici che rendono le gare di Formula 1 problematiche. Negli ovali, le auto viaggiano a velocità molto elevate, spesso a 350-380 km/h in IndyCar in prossimità di muri di cemento. Le collisioni possono essere estremamente pericolose, soprattutto per le monoposto di Formula 1, che hanno telai leggeri in fibra di carbonio progettati per assorbire impatti frontali o laterali, ma non ottimizzati per urti contro muri inclinati.
Gli ovali moderni usano barriere SAFER (Steel and Foam Energy Reduction) per ridurre l’impatto delle collisioni. Tuttavia, queste barriere sono state sviluppate per vetture IndyCar e NASCAR, e non è garantito che siano altrettanto efficaci per le auto di Formula 1, che hanno un peso e una distribuzione delle forze diverse. L’introduzione dell’Halo ha migliorato la sicurezza, ma negli ovali presentano rischi aggiuntivi, come detriti che volano a velocità elevate o incidenti multipli, che potrebbero mettere alla prova i sistemi di sicurezza delle Formula 1.
Regolamenti e filosofia della Formula 1
La Formula 1 è una categoria che privilegia la tecnologia avanzata, la varietà dei circuiti e l’innovazione ingegneristica. Gli ovali sono associati a gare più standardizzate, dove la competizione si basa spesso sulla strategia e sull’abilità di mantenere alte velocità in curva. Questo contrasta con la filosofia della massima categoria del motorsport, che punta su circuiti tecnici e diversificati.
I tracciati ovali devono essere omologati dalla FIA per ospitare gare di Formula 1, il che richiede standard di sicurezza e infrastruttura specifici. Molti ovali, come quelli usati in IndyCar, non soddisfano pienamente i requisiti FIA per la Formula 1 senza modifiche significative.
La F1 si concentra su mercati globali e circuiti iconici in Europa, Asia e Medio Oriente. Gli ovali sono popolari negli States, ma la Formula 1 preferisce circuiti cittadini o misti, come quelli di Miami, Austin e Las Vegas.

Possibilità teorica e adattamenti
Teoricamente, le monoposto di Formula 1 potrebbero essere adattate per correre su ovali, ma ciò richiederebbe:
- Modifiche aerodinamiche: ridurre il carico aerodinamico per privilegiare la velocità massima, con ali più piatte e meno complesse;
- Sospensioni con schemi asimmetrici per gestire il banking e il carico sbilanciato;
- Pneumatici specifici: progettati per resistere alle sollecitazioni continue su un lato;
- Regolamenti ad hoc: la FIA dovrebbe creare un set di regole specifiche per le gare su ovali, il che potrebbe frammentare il campionato.
Tuttavia, tali modifiche renderebbero le auto meno competitive sui circuiti tradizionali, rendendo l’adattamento poco pratico per i team, che investono milioni di euro per ottimizzare le prestazioni su piste come Monza o Silverstone.
Per capire meglio, possiamo confrontare la Formula 1 con l’IndyCar, che è la categoria di riferimento per gli ovali. Le vetture IndyCar sono meno complesse delle Formula 1, con telai standardizzati e regolamenti che limitano le modifiche aerodinamiche. Questo le rende più adatte agli ovali, dove la competizione si basa sulla strategia e sull’abilità del pilota.
Sugli ovali come Indianapolis, le IndyCar raggiungono velocità medie di 370-380 km/h durante le qualifiche. Le auto di F1, con un assetto ottimizzato, potrebbero avvicinarsi a queste velocità, ma non è detto che siano altrettanto stabili o sicure. Le auto corrono spesso vicine, sfruttando la scia. Questo stile di gara è meno comune in Formula 1, dove il sorpasso è più tecnico e dipende dall’aerodinamica grazie al DRS.
Le monoposto di Formula 1 potrebbero, in teoria, gareggiare su ovali, ma richiedono modifiche significative che ne comprometterebbero l’efficacia sui circuiti tradizionali. Storicamente, il pinnacolo del motorsport ha avuto un coinvolgimento limitato con gli ovali, e la sua filosofia tecnica e sportiva è lontana da quella delle categorie come IndyCar o NASCAR.
Inoltre, le questioni di sicurezza, i regolamenti FIA e l’interesse commerciale rendono improbabile che la categoria si concentri sugli ovali nel prossimo futuro. Tuttavia, con l’espansione della F1 negli Stati Uniti, non è escluso che si possa sperimentare con tracciati che includano tratti più simili agli ovali, ma probabilmente in forma ibrida.
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Crediti Foto: XPB.cc, Indycar