Il motorsport vive cicli, cambiamenti e rivoluzioni. Ma alcune tradizioni resistono al tempo e si rafforzano. Nelle prossime settimane si correranno, in rapida successione, i tre eventi più iconici dell’automobilismo mondiale: il Gran Premio di Monaco di Formula 1, la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Tre gare, tre mondi, tre filosofie. Diversi nei regolamenti, nei tracciati e nelle culture. Ma accomunati da una sola cosa: la leggenda.
Monaco, tra mito, limiti e millimetri
Il Principato accoglie come sempre la Formula 1 con il suo mix unico di glamour, tecnica e folla ineguagliabile. Su un tracciato dove i sorpassi sono rarissimi, il sabato vale quasi quanto la domenica. Negli ultimi anni, con monoposto sempre più lunghe e larghe, il circuito di Monte Carlo è diventato ancor più ostico da affrontare, scatenando molte polemiche sull’utilità di mantenerlo ancora in calendario. Le vetture attuali, nate per circuiti ampi e scorrevoli, si trovano a lottare contro spazi ancora più ridotti rispetto al recente passato, con il risultato di rendere impossibile di sorpasso in pista, se non attraverso la strategia ai box.

Eppure, nonostante queste criticità, Monaco continua a rappresentare una delle vittorie più prestigiose per ogni pilota. Non c’è altro tracciato dove la precisione conti così tanto, dove la fiducia nella propria macchina debba essere totale, dove un errore di pochi centimetri può significare l’impatto con le barriere. A Monte Carlo, la storia non perdona, ma esalta chi sa domarla.
Indy 500, il sogno americano parla italiano
Dall’altra parte dell’oceano, il tempio dell’ovale si prepara ad accogliere la 108ª edizione della Indy 500. Quest’anno, l’attesa per noi italiani è amplificata da una presenza inedita quanto affascinante: Prema, alla sua prima partecipazione assoluta, partirà dalla pole position con Robert Shwartzman. Un debutto sensazionale per la squadra veneta, che dopo aver dominato le formule propedeutiche in Europa, si affaccia sull’evento simbolo del motorsport americano con una solidità tecnica sorprendente.

A Indianapolis la velocità pura si intreccia con strategia, rischio e resistenza mentale. La gestione del traffico, dei pit stop e dei restart è fondamentale quanto il passo in pista. Un trionfo alla Indy 500 vale più di un campionato: è un biglietto per la gloria.
Le Mans, l’assalto Ferrari al mito
Infine, Le Mans. La gara di endurance per eccellenza. Dopo il trionfo del 2023 e la straordinaria doppietta sfiorata nel 2024, Ferrari si presenta alla 24 Ore con un biglietto da visita invidiabile: la 499P ha dominato tutte le prime tappe del Mondiale Endurance 2025. Solida, veloce, ben gestita: l’Hypercar di Maranello ha dimostrato di saper coniugare velocità e affidabilità, elementi chiave per sopravvivere alla notte francese.

Le avversarie non mancano. Toyota vuole riprendersi lo scettro, Porsche cerca il colpo d’orgoglio, Cadillac e Alpine sognano la sorpresa. Ma Ferrari, oggi, sembra avere le carte in regola per scrivere un altro capitolo di storia. Vincere a Le Mans significa entrare in una dimensione superiore: non è solo una questione sportiva, è un’eredità culturale.
Tre gare, un solo cuore
Monaco, Indianapolis, Le Mans. Tre corse, tre campionati, tre filosofie. Ma un solo filo conduttore: la capacità di trasformare la competizione in leggenda. Ognuna racconta un modo diverso di vivere la velocità, l’ingegno e il coraggio. Dalle strade strette del Principato ai 370 km/h dell’Indiana, fino all’endurance totale della 24 Ore di Le Mans, il motorsport si mostra in tutte le sue forme più pure.
Che si tratti di sopravvivere tra i muretti, sfidare l’aria sull’ovale o resistere per 24 ore senza mai abbassare la guardia, queste tre gare celebrano lo spirito più autentico delle corse. E che oggi ci sia un’anima italiana in ognuna di esse – con Ferrari e Prema – è qualcosa che va oltre il risultato. È identità, cultura e passione. Quella che, ogni anno, rende questo periodo qualcosa di più di un semplice calendario e proietta squadre e piloti nella leggenda.