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Home Approfondimenti

Monaco chic, Baku cheap

Baku mette a nudo la decadenza Ferrari: tra scuse improbabili e piloti spaesati, solo Verstappen continua a salvare la Formula 1 dal ridicolo organizzativo

Francesca Zaio by Francesca Zaio
23 Settembre 2025
in Approfondimenti, News
Tempo di lettura: 5 minuti
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Gp Azerbaijan 2025 Ferrari SF-25

Charles Leclerc la mette a muro nelle qualifiche del Gp d'Azerbaijan 2025

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Questo weekend si è corso a Baku, il circuito che mi piace di meno, secondo solo ad Abu Dhabi a cui mi lega un triste ricordo di 15 anni fa. Fin dal venerdì i gatti azeri hanno popolato i social della F1 e delle varie squadre, e ciò è sufficiente per elencare gli aspetti positivi di questo circuito: la presenza felina. Se la FOM ce li facesse vedere negli intermezzi fra una bandiera rossa e l’altra, un po’ come il gregge di pecore famoso della RAI, sarebbe un’attesa apprezzata. Avrei preferito evitare di vedere alcuni commissari di pista fotografare la scena piuttosto che intervenire per rimuovere la vettura, anche se su questo circuito abbiamo visto scene molto più desolanti di queste, ahimè. 

Nella Q1 abbiamo assistito ad almeno tre bandiere rosse, alle 14:51 (le qualifiche hanno avuto inizio alle 14:00) l’inizio della Q2, appena interrotta da un’altra bandiera rossa per Bearman. Per dovere di cronaca, le qualifiche si sono concluse alle 16:00 circa, un sequestro di persona. A mia memoria non ho mai assistito alle qualifiche del Gran Premio di Montecarlo con così tante bandiere rosse – alcune molto celebri le ricordo – ma non in maniera così eccessiva e molesta. Il GP di Monaco viene sempre messo in discussione per la sua noia, ma io non penso di essermi mai annoiata così tanto come nei weekend azeri.

Resoconto Mercedes
Kimi Antonelli, a bordo della W16 sul circuito di Baku

L’ho già detto che odio questa pista? Lo ridico, però peggio di tutte Abu Dhabi.

Nonostante questo abbiamo comunque una certezza: Verstappen che, come sempre, fa la differenza in condizioni difficili. Quando è necessario mantenere i nervi saldi Max riesce a estrarre il coniglio dal cilindro. Un’altra certezza è vedere Norris e Piastri fare di tutto per non vincere questo campionato. È probabile che il campione del mondo 2025 non rispecchi i valori in campo. Non sarebbe una novità, è già successo 15 anni fa. Max Verstappen rimane il rimedio di ogni appassionato contro il logorio della Formula Uno moderna, parafrasando una celebre pubblicità.

A proposito di appassionati di questo sport, questa settimana Formula Critica ha avuto il piacere di ospitare le parole del Signor Montezemolo che ritengo l’ultimo vero Presidente di Ferrari, non solo della parte sportiva ma proprio dell’azienda intera. Se oggi Ferrari può vantare di essere il marchio più influente al mondo, davanti anche a Coca-Cola, lo deve proprio al suo operato. Alcune scelte, specialmente dell’ultimo periodo, possono essere discusse e criticate come Diego Catalano ha fatto nel suo editoriale, a cui Montezemolo ha risposto, nel merito. Non è un atteggiamento da tutti, a dimostrazione che Montezemolo nel suo lavoro da Presidente in Ferrari ci ha sempre messo dedizione, passione e umiltà. Rimane tutt’ora una bandiera di questa squadra, nonostante ora sia impegnato con McLaren.

Luca Cordero di Montezemolo. Crediti foto: Ansa

Purtroppo quello spirito Ferrari è svanito nel tempo. Se ancora ci fosse non avremmo dichiarazioni come quelle di Bearman, cresciuto nella Ferrari Driver Academy: “Sono sempre stato tifoso degli underdog. Quando la Mercedes vinceva tutto e la Ferrari lottava con Vettel per il 2017-2018 tifavo sempre per loro”. Definire Ferrari come “underdog” significa non aver mai fatto un giro nella “Sala delle Vittorie” presente nel Museo Ferrari: underdog un cavolo. Avrebbe invece compreso che Ferrari ha attraversato il tempo e i cambiamenti, con vittorie e sconfitte. 

Il 2017-2018 è stato un paragrafo di un’enciclopedia di eventi. La differenza fra Ferrari e Mercedes è che quest’ultima ha bisogno di vincere ed essere all’apice per giustificare i propri investimenti e pubblicità, Ferrari è di fatto un’istituzione, un’icona indipendentemente dai risultati. Se si perde la storia si perde l’essenza di questo sport, è un concetto ripetuto mille volte ma è ciò che sta accadendo.

Una volta c’era Todt, ora c’è Vasseur che giustifica la scarsa prestazione di Leclerc per colpa di “una raffica di vento che si è infilata fra le case”. Hamilton lamenta che “l’esecuzione doveva essere migliore”, salvo poi essere smentito nel post qualifiche proprio dallo stesso Vasseur. Il bassissimo rendimento di Hamilton e l’errore di Leclerc in qualifica distolgono l’attenzione dai problemi della SF-25, probabilmente nata male e cresciuta anche peggio.

Dopo la gara è il mancato switch di posizione tra Hamilton e Leclerc a tenere banco; pare che Hamilton non abbia rallentato, e non vedo motivo per cui avrebbe dovuto. Le prestazioni dei due piloti sono state simili, la macchina è un disastro, perché Hamilton si sarebbe dovuto abbassare a queste quisquiglie da team di mezza fascia? È l’unica cosa su cui ha ragione.

Vasseur Ferrari
Fred Vasseur, team principal Scuderia Ferrari Hp

In un’intervista rilasciata a L’Équipe, Hamilton risponde così a chi gli chiede se ha chiesto consigli ad Alonso o Vettel sulla Ferrari: “Onestamente, non ho parlato con nessuno dei due. Non parlo molto con Fernando. Seb, d’altra parte, mi ha supportato molto, è stato davvero incredibile, un ottimo amico nel corso degli anni. Avevo intenzione di parlare con Seb durante la pausa, credo che lo farò presto”. Devo convenire con lui che Vettel l’ha supportato molto nel 2017-2018, sicuramente più di quanto Fernando fece nel 2007, perciò capisco la riconoscenza. 

Fossi in lui avrei cercato di chiamarlo ben prima della pausa, perché è chiaro ormai che non abbia idea di dove sia finito. Nell’uscire dal paddock dopo la gara si capisce perfettamente che questo non sia un momento semplice. Non c’è nulla di divertente nel vedere un pilota così rilevante fare una figura così misera, quello che mi chiedo è se chi l’ha voluto a tutti i costi, probabilmente rinunciando a tecnici di spessore, abbia una strategia per recuperare questo pilota. Non credo ci sia, ad oggi.

Dall’altra parte Leclerc “blinda” il suo futuro: “Ho sempre amato la Ferrari, ed è da lì che traggo la mia motivazione. Perché voglio portare la Ferrari in cima, non importa quanto tempo ci vorrà”. Mario Draghi direbbe: “whatever it takes”. Contento lui, mi verrebbe da dire. Pare – questo è quello che dice Vasseur – che siano 60 i nuovi ingressi in Ferrari negli ultimi 18 mesi. Non sappiamo se siano figure senior, junior, se sia un semplice turnover oppure se nei ruoli apicali siano state messe figure chiave. 

Continuo a mettere il dito nella piaga facendo notare che Mekies, che sembrava un individuo poco avveduto in Ferrari, ha dovuto gestire la pesante eredità di Horner in Red Bull, che in questi ultimi weekend è riuscita a raccogliere ottimi risultati grazie al pilota ma anche a una squadra che ha saputo stare unita (e a qualche piccolo aggiornamento tecnico funzionante).

È chiaro che non sia un solo uomo a fare la magia, ma questo significa che RB aveva di per sé una buona organizzazione (anche ora senza Newey) e una buona gestione (anche ora senza Horner). Sono ormai molteplici gli esempi che si possono fare in questo senso. Se nel 2026 la Aston Martin sarà una buona macchina Fernando si ritirerà. Non sono psicologicamente pronta.


Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP

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Tags: F1FerrariGP Azerbaijan 2025Max VerstappenNews
Francesca Zaio

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