Monaco, Aston Martin: perché non si può parlare di fallimento

Il Gran Premio di Monaco ha visto entrambe le Aston Martin fuori dalla zona punti. Un passo indietro rispetto alla passata edizione conclusasi con la seconda posizione di Alonso. Fatta questa premessa, si può parlare di fallimento del progetto AMR24?

Il Gran Premio di Monaco non è stato per niente positivo per Aston Martin, con entrambe le monoposto fuori dalla zona punti mentre l’anno scorso, sempre a Montecarlo, Fernando Alonso sfiorava la vittoria numero 33 che in Spagna attendono con ansia da ormai tanto tempo.

Il pilota asturiano aveva avuto grandi chance di aggiudicarsi l’edizione di Monaco 2023: solo un errore di strategia aveva impedito ad Alonso di vincere arrivando alla fine solo in seconda posizione.

Vedendo il risultato dell’ultimo Gran Premio di Monaco, una domanda sorge spontanea: cosa è successo al team che l’anno scorso aveva stupito tutti gli addetti ai lavori rischiando addirittura di vincere una gara?

L’arrivo di Dan Fallows in Aston Martin, braccio destro di Newey

Lawrence Stroll, sin dall’inizio, ha sempre fatto intendere che non intendeva essere uno “spettatore” in questa F1. Al contrario, l’obiettivo del patron di Aston Martin è di trionfare nella classe regina. Gli ingaggi di di Vettel prima e di Alonso poi dimostrano chiaramente le ambizioni dell’imprenditore canadese.

Ma come ben sappiamo, in Formula 1 non basta accaparrarsi il miglior pilota. È necessario costruire una macchina all’altezza. E quale miglior modo se non assumendo gli ingegneri più preparati in circolazione?

Nell’estate del 2021, il braccio destro di Adrian Newey (l’ingegnere che tutti vorrebbero avere in squadra), Dan Fallow, lascia Red Bull per sposare il progetto Aston Martin. Dopo aver terminato il gardening, periodo di congedo che ingegneri e dirigenti devono osservare prima di iniziare a lavorare con una nuova squadra, viene annunciato come direttore tecnico della scuderia con sede a Silverstone.

Arriva in Aston Martin insieme ad altri sette ingegneri, sempre da Milton Keynes. Chiaramente questi hanno portato il know-how necessario che ha permesso al team inglese di essere seconda forza a inizio 2023 dopo aver stravolto il proprio progetto a differenza di quanto fecero Mercedes e Ferrari.

Aston Martin Alonso Monaco
Fernando Alonso, pilota Aston Martin

Come dimenticare, quindi, lo straordinario inizio stagione di Aston Martin, con podio in Bahrain, Jeddah, Melbourne, Miami e la vittoria sfiorata a Monaco. Tuttavia, dopo la pausa estiva, sono cominciati i problemi: Ferrari e Mercedes risolvono le loro difficoltà iniziali e McLaren presenta la nuova versione della monoposto che permette al team di Woking di risalire la classifica.

Aston Martin porterà poi degli aggiornamenti che non si riveleranno all’altezza e concluderà il campionato costruttori al quinto posto.

Passando alla stagione attuale, ci si aspettava una vettura capace di lottare per aggiudicarsi il titolo di “seconda forza” e magari di poter vincere alcune gare. Alla fine non è stato affatto così: Red Bull è rimasta la monoposto da battere e solo Ferrari e McLaren sembrano essersi avvicinate.

Dopo un inizio difficile di Mercedes, Aston Martin sembrava la quarta forza del mondiale ma, in seguito a degli aggiornamenti funzionanti, anche il team di Brackley è un pelo sopra.

Allora, tornando alla domanda di partenza, cosa è successo al team inglese? È giusto parlare di downgrade per Aston Martin?

Per vincere in F1, serve una crescita graduale

Per vincere in F1 servono tre ingredienti: soldi, esperienza e programmazione. Non appena uno di questi tre elementi viene a mancare diventa impossibile pensare di vincere. Abbiamo avuto degli esempi in passato con Toyota e Honda che, nonostante le numerose risorse economiche impiegate, non sono riuscite a trionfare nella classe regina.

Aston Martin, al contrario, sta avendo una crescita graduale partita nel 2020: il magnate canadese Lawrence Stroll è a capo di un progetto serio e ambizioso. L’ingaggio del due volte campione del mondo Fernando Alonso, gli ingegneri provenienti da Red Bull e la nuova fabbrica a Silverstone dimostrano ciò.

Lawrence Stroll, patron di Aston Martin

A tal proposito, il team principal della “verdona”, Mike Krack, ha allontanato le responsabilità di questa mancanza di prestazioni, se così possiamo chiamarla, dalla propria squadra, parlando di un 2023 al di sopra della media.

“Un anno fa, diverse scuderie (Ferrari, McLaren e Mercedes ndrnon avevano lavorato bene nella pausa invernale tra il ’22 e il ’23. Non erano dove dovevano essere abitualmente a livello di prestazioni. Noi siamo un team in crescita che ha avuto un 2022 sotto la media e un 2023 al di sopra della media”. 

In fin dei conti, il capo squadra Aston Martin, non ha tutti i torti. La compagine inglese sta acquisendo esperienza, ha investito e sta tutt’ora investendo per il 2026, anno che corrisponde al cambio regolamentare, provando a diventare una contendente per il titolo.

Non si può, dunque, parlare di fallimento in casa Aston Martin dato che la squadra, che è possibile considerare ancora neonata, si sta confrontando con dei colossi che sono presenti in F1 da molto più tempo.


Crediti foto: Aston Martin

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