Il Dipartimento di conformità della FIA, allertato nelle settimane scorse, ha esaminato le accuse avanzate contro Mohammed Ben Sulayem da un informatore circa due casi separati verificatisi nel 2023. Il primo riguardava l’ipotesi che avesse interferito con la decisione degli steward di annullare una penalità inflitta a Fernando Alonso al Gran Premio dell’Arabia Saudita. Il secondo si riferiva al GP di Las Vegas con l’accusa al presidente che avrebbe spinto a non approvare la certificazione della pista.
A seguito di un’indagine da parte del responsabile della conformità della FIA e del suo comitato etico composto da sei persone, è stato annunciato che non c’erano prove a supporto del fatto che Ben Sulayem avesse agito in modo improprio. Il completamento delle indagini della FIA ha richiesto 30 giorni di lavoro.
La nota della FIA sul caso Mohammed Ben Sulayem
Ecco il dispaccio federale che chiude la questione: “Dopo aver esaminato i risultati delle indagini, il Comitato Etico è stato unanime nella decisione che non c’erano prove a sostegno delle accuse di interferenza di qualsiasi tipo che coinvolgevano il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem”.
“Le accuse contro il presidente della FIA erano infondate e sono state presentate prove forti oltre ogni ragionevole dubbio a sostegno della determinazione del Comitato Etico della FIA. La completa collaborazione, trasparenza e conformità del presidente durante tutto il processo in questa indagine sono state molto apprezzate“.
Si chiude quindi un potenziale caso incendiario, che avrebbe potuto ulteriormente minare un rapporto con la FOM già abbastanza logorato. A meno che qualcuno non eccepisca che l’indagine è stata portata avanti dallo stesso ente di cui il dirigente emiratino è presidente. Non proprio l’emblema della trasparenza.
Crediti foto: FIA