Il dibattito sull’auto elettrica è sempre molto acceso. Tra fanatici del full electric e reazionari adoratori dei vecchi e rumorosi motori a combustione interna, sembra che una sintesi non riesca proprio a trovarsi. E se la Formula 1 rappresentasse il punto d’equilibrio tra le due fazioni belligeranti?
Da molti anni la massima serie del motorsport ha individuato un compromesso che potrebbe rappresentare un modello vincente anche per il comparto dell’automotive. I motori turbo-ibridi unisco due mondi apparentemente distanti e si pongono come un paradigma da seguire fornendo un’alternativa ai due succitati paradigmi.
Dal 2026 la Formula Uno introdurrà nuove unità propulsive che saranno alimentate da biocarburanti ecosostenibili che si prefiggono di generare emissioni nocive prossime allo zero, una politica in cui Liberty Media e la FIA, stavolta quanto mai unite, credono fermamente tanto da aver introdotto il programma Net Zero 30.

F1 è la terza via tra propulsione endotermica ed elettrica. Lo assicura Mohammed Ben Sulayem
Mohammed Ben Sulayem, in un’intervista alla testata francese Le Figaro, ha spiegato qual è la visione federale a riguardo: “Non sono contro l’elettrico”, ha esordito il n°1 del gruppo con sede a Place de la Concorde. “È una delle soluzioni, ma non l’unica. Bisogna essere onesti: oggi, le auto elettriche non possono sostituire tutte le auto con motore a combustione. L’idrogeno e i carburanti sintetici rappresentano alternative valide. Dobbiamo rimanere aperti a diverse soluzioni tecnologiche”.
Alla domanda sulla revisione politica di alcuni gruppi industriali circa l’elettrico, Ben Sulayem ha così risposto: “Non è una sorpresa. Nessuno ha mai detto che l’elettrico fosse l’unica via. Alcuni marchi hanno fatto grandi promesse e ora stanno rivedendo le loro strategie. La FIA sostiene tutte le tecnologie che possono contribuire a una mobilità più sostenibile”.
Il manager arabo non ha dubbi: la Formula 1 ha un futuro con i motori a combustione. “Sì, ma in modo più sostenibile. Dal 2026, i motori utilizzeranno carburanti sintetici al 100%. Questo è un passo importante verso la riduzione delle emissioni di carbonio senza dover eliminare completamente i motori a combustione”.

La Formula Uno può quindi aprire un solco? Sì, ma solo se i costi per i biocarburanti drop-in, ossia quelle miscele che possono adattarsi a tutti i motori già circolanti, caleranno drasticamente ponendosi come valida alternativa alle benzine convenzionali e all’elettricità.
È questa la sfida da vincere e il Circus, da solo, non è in grado di farlo. La spinta delle case petrolchimiche può essere il vero elemento che spinge il meccanismo. Non è un caso che colossi come Petronas, Shell, Saudi Aramco stiano investendo fior fior di quattrini in questi carburanti. evidentemente si aspettano un ritorno commerciale importante.
Crediti foto: F1, FIA