Durante il weekend del Gran Premio di Miami, il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha messo in discussione la validità del tetto dei costi attualmente in vigore in Formula 1, lasciando intendere che l’organo di governo potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di eliminarlo. La dichiarazione arriva in un momento delicato per la gestione regolamentare della massima espressione dello sport automobilistico.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, Ben Sulayem ha espresso dubbi sull’utilità del cost cap, introdotto nel 2021 con l’intento di rendere il campionato più equo sul piano finanziario e competitivo. Attualmente fissato a circa 140 milioni di dollari, il limite di spesa è stato considerato uno strumento essenziale per contenere l’escalation dei costi e favorire la sostenibilità economica delle squadre.

FIA, Mohammed Ben Sulayem la spara grossa
“Stiamo valutando la questione, ma al momento il tetto dei costi rappresenta solo una fonte di grattacapi per la FIA”, ha dichiarato il dirigente emiratino all’agenzia americana. “Francamente, fatico a comprenderne l’utilità”.
Questa la notizia. Ma quanto c’è di concreto dietro? Ricordiamo che Mohammed Ben Sulayem è alla fine del suo mandato in FIA e che si approssimano le elezioni. Da buon politico, l’ex rallista si lancia in proclami clamorosi che difficilmente potranno avere un seguito.
Vero è che la Federazione Internazionale dell’Automobile organizza e gestisce il campionato del mondo di Formula 1 (e non solo), ma da qui a poterne scrivere in libertà le regole ne passa. Nel processo di creazione normativa entrano altri soggetti come i team e i membri della FOM. Questi ultimi, nei fatti, sono i proprietari del giocattolo. Tra Liberty Media e le squadre c’è una simbiosi pressoché totale.
Appare inimmaginabile che questi protagonisti vogliono stravolgere uno dei pilastri di quel sistema che sta generando profitti senza precedenti e che sono in costante crescita. Ben Sulayem, dopo una lunga serie di epurazioni unilaterali e dopo aver costruito a sua immagina e somiglianza l’ente di Place de la Concorde, si lancia in una nuova battaglia che stavolta sembra essere condotta contro i mulini al vento.
Quasi una mossa elettorale – disperata a ben vedere – in una campagna che non vede al voto la Formula 1 ma gli stessi confederati della FIA. Ma, si sa, mostrare i muscoli e lasciar pensare che si può determinare anche quando è di fatto impossibile condizionare chi ha facoltà di entrare nell’urna. La Fontana di Trevi non è in vendita, i presidenti delle consociate federali lo sanno?
Crediti foto: FIA