Il 13 ottobre Mick Schumacher tornerà a respirare l’aria di un paddock monoposto, questa volta dall’altra parte dell’Atlantico. L’ex pilota di Formula 1, impegnato nel WEC con Alpine, prenderà infatti parte a un test ufficiale della IndyCar Series sul circuito di Indianapolis con il team Rahal Letterman Lanigan Racing (RLL).
Per il figlio del grande Michael si tratta di un’occasione di grande importanza. Un banco di prova che potrebbe aprirgli le porte della principale categoria a ruote scoperte del Nord America, proprio mentre il suo futuro in Europa resta incerto con una Formula 1 che sembra non poter rientrare nel suo destino.

Mick Schumacher è a un bivio della carriera
Dopo due stagioni da pilota ufficiale Alpine nel Mondiale Endurance, Mick non sembra intenzionato a proseguire su quella strada. Il progetto McLaren per il WEC, a cui era stato accostato di recente, non debutterà prima del 2027, troppo tardi per un pilota che a 26 anni vuole ancora inseguire il sogno della massima serie. L’Endurance, con il suo formato di gare condivise con altri piloti e con un calendario relativamente breve, non garantisce visibilità individuale sufficiente per tornare al centro della scena della F1.
La scelta di guardare agli Stati Uniti nasce proprio da questa esigenza: dimostrare in un contesto competitivo e spettacolare che il talento c’è. E che merita ancora attenzione. Anche se non sarà semplice poiché la serie americana presenta caratteristiche molto particolari che potrebbero prevedere periodi di adattamento lunghi e generalmente complessi.
RLL ha confermato che metterà a disposizione di Schumacher una vettura che è spinta da un V6 turbo ed è capace di sviluppare oltre 700 cavalli. La sessione avverrà in occasione di un test ufficiale della serie e servirà soprattutto a prendere confidenza con una monoposto molto diversa da quelle europee.
Niente servosterzo, nessun Halo ma un Aeroscreen chiuso a protezione dell’abitacolo, un sistema ibrido standardizzato e il famoso push-to-pass, che regala potenza extra con la pressione di un tasto: tutti dettagli che rendono l’esperienza IndyCar unica e fisicamente impegnativa.
Il circuito non è meno sfidante. L’Indianapolis Motor Speedway, nella sua configurazione da Gran Premio, ha ospitato la Formula 1 dal 2000 al 2007 e porta con sé un’eredità simbolica che Schumacher non ha mancato di sottolineare: “Sarà fantastico guidare qui. È una pista con una grande storia, dove mio padre è già venuto. Non vedo l’ora di vivere questa esperienza”.

Bobby Rahal, co-proprietario della squadra, non ha nascosto l’entusiasmo: “Ho seguito da lontano le carriere di Mick e di suo padre. L’idea di vederlo su una nostra vettura è emozionante. Ha molto talento e credo che potremo offrirgli un setup solido per iniziare”.
RLL ha mostrato competitività proprio a maggio, sempre a Indianapolis, piazzando le proprie monoposto in prima fila e guidando per gran parte della gara, pur chiudendo con un sesto posto. Per Schumacher, questo significa poter contare su una base tecnica già collaudata.
Il test, chiaramente, non garantisce un contratto. Al momento il team di Zionsville non ha confermato la line-up per il 2026, ma la presenza stabile di Graham Rahal, Louis Foster e Devlin DeFrancesco rende difficile immaginare un ingresso immediato. Tuttavia, un buon rendimento nei test potrebbe convincere RLL a riconsiderare i piani o attirare l’interesse di altre scuderie.
Per Mick, al di là delle prospettive contrattuali, questo test rappresenta soprattutto un ritorno a ciò che ama di più: una monoposto a ruote scoperte. “Non è un segreto che io sia un fan delle auto di formula. Probabilmente ricorderò a lungo il mio primo test in IndyCar. Sarà bello tornare a guidare una macchina dove posso vedere di nuovo le ruote”, ha dichiarato il tedesco.
Il 13 ottobre potrebbe non segnare una svolta definitiva nella carriera di Schumacher, ma sarà comunque un passaggio simbolico: la ricerca di una nuova dimensione lontano dalla Formula 1, senza però abbandonare l’ambizione di tornarvi. Un banco di prova che potrebbe ridefinire il suo futuro sportivo.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Alpine
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