Il figlio di Michael Schumacher, Mick, ha aperto i suoi ricordi legati al padre, raccontando come ancora oggi si affidi ai suoi consigli in pista. Il giovane driver tedesco è stato intervistato da Matt Whyman in occasione della stesura del suo libro Inside Mercedes F1 e gli ha offerto una visione inedita di Michael Schumacher e del mondo della Formula 1.
L’ex pilota della Ferrari è stato molto presente e parte integrante nell’inizio della carriera del figlio, fino a quel tragico incidente di venti anni fa, quando Mick aveva solo 14 anni.
“Ero un bambino pazzo: tutto quello che faceva mio padre, lo facevo io”, ha raccontato. “Ho iniziato a fare kart all’età di tre anni. Avevo sei anni quando ho iniziato a fare immersioni subacquee. A dieci anni facevo paracadutismo. Mio padre è sempre stato molto aperto al fatto che provassi qualsiasi cosa volessi fare e correre è sempre stato ciò che volevo fare, perché mi piaceva di più”.

Il sette volte campione del mondo seguiva e spronava il figlio con consigli, ironia e anche con severità, quando necessario.
“Era davvero di supporto e molto divertente, ma poteva anche essere impegnativo. Una volta, in una gara di kart, ho frenato molto tardi entrando in curva e ho guadagnato molto tempo. Quando gliel’ho detto, ha risposto: <<Sì, ma avresti dovuto frenare così ad ogni curva!>>”.
“Ogni volta che sentiva che non lo prendevo sul serio, mi diceva: ‘Mick, preferiresti andare a giocare a calcio con i tuoi amici? Se è così, non abbiamo bisogno di fare tutto questo’. Ho insistito sul fatto che volevo correre e lui ha detto: ‘Ok, allora facciamolo bene’. Così abbiamo iniziato a fare più kart europei e stavo migliorando”.
Purtroppo, Michael non ha potuto assistere come avrebbe voluto al debutto del figlio in Formula 1, e Mick ha dovuto fare a meno della presenza del padre al suo fianco, ma ha tratto sicuramente forza dai suoi insegnamenti.
“Ho iniziato a correre nelle classi di Formula l’anno dopo (l’incidente) e da quel momento in poi ho dovuto trovare la mia strada”, ha detto il venticinquenne. “Ma ho sicuramente imparato molti aspetti tecnici da lui che uso ancora oggi, così come dai suoi insegnamenti. E sono sempre stato molto resiliente”.