F1: 23 anni senza Michele Alboreto

Il 25 aprile del 2001 un incidente al Lausitzring spezzava la vita di Michele Alboreto. Pilota indimenticato, uomo di spessore

Se ne andava un 25 aprile. Quattro mesi dopo il giorno di Natale. Stiamo uscendo un po’ di strada, anzi di pista, direte voi. Ma lui in occasione delle Festività del 1987 si presentò assieme a Ezio Zermiani in piazza Duomo a Milano a bordo della F40 per porgere gli auguri della Ferrari a tutti gli italiani. Era un’altra Italia. E un’altra F1…

Forse un segno di preavviso, come se avesse saputo in anticipo che la stagione successiva sarebbe stata l’ultima su una vettura di quella casa. Esattamente ventitré anni fa ci lasciava Alboreto.

Sul numero di Sport Week dello scorso 2 marzo è stato riproposto l’articolo di Candido Cannavò del 30 aprile 1984, giorno successivo al primo successo di Michele con la Rossa.

L’uomo che avrebbe potuto regalare a Maranello l’ultimo Mondiale con Enzo Ferrari ancora in vita: nel 1985 infatti lottò con Alain Prost per il titolo, ma il Drake abbandonò le turbine tedesche KKK, azienda sospettata di essere in combutta con le McLaren targate Porsche.

Zermiani ricordò quell’episodio alla Domenica Sportiva del 29 aprile 2001, quattro giorni dopo la morte di Michele, affermando: “La Ferrari è in debito con Alboreto”.

Un ricordo personale del pilota meneghino: quando mostrò a Stella Bruno un’immagine nella quale lui ed Elio De Angelis fingevano di prendersi a pugni. “Tengo molto a questa foto”, disse. Questo a mostrare il carattere di un uomo che seppe valicare l’ambito della pista.

Michele Alboreto
Michele Alboreto e la Ferrari: un amore mai tramontato

L’asfalto. Proprio ciò che gli fu fatale in quel 2001. Un incidente al Lausitzring mentre effettuava i collaudi delle nuove Audi R8 Sport in preparazione della 24 Ore di Le Mans gli costò la vita.

Michele affrontava un rettilineo e, uscendo di pista, colpì una recinzione sulla destra cappottandosi dopo un volo di un centinaio di metri.

Il decesso arrivò sul colpo. Una fatalità, stabilì l’inchiesta successiva visto che la carambola fu avviata da una foratura dello pneumatico posteriore sinistro che determinò la perdita graduale di pressione fino al cedimento. Indagine che chiuse molte polemiche e soprattutto sollevò il pilota da responsabilità.

Tre giorni dopo una folla commossa salutò Alboreto, a Basiglio. Quello stesso pubblico che non ha dimenticato un pilota di classe, un uomo di caratura superiore e che dopo 23 anni ricorda ancora le sue gesta.

Ciao Michele.


Crediti foto: F1

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