In questi giorni stanno emergendo dettagli sconcertanti riguardo un’inchiesta per tentata estorsione ai danni della famiglia di Michael Schumacher. È il Daily Mail, grazie a un suo reportage, a svelare particolari sconvolgenti che hanno portato agli arresti di tre persone nel mese di giugno di quest’anno.
I tre accusati, per i quali il pubblico ministero ha chiesto quattro anni di reclusione, sono Markus Fritsche, Yilmaz Tozturkan e il figlio di quest’ultimo. Fritsche è stato per otto anni al servizio della famiglia Schumacher come (evidentmente non troppo) fidato bodyguard, fino a quando Corinna, moglie dell’ex pilota di Formula 1, ha optato per un taglio del personale. La decisione non è stata accettata di buon grado dalla guardia del corpo, che ha sottratto dati clinici riservati alla famiglia per cui aveva prestato servizio.

Con ben 1500 foto e 200 video privati pronti a essere pubblicati nel dark web, il personaggio ha chiesto l’aiuto dell’amico Tozturkan e del figlio, esperti di informatica, per ricattare i familiari del campione tedesco con la richiesta di 15 milioni di euro.
Dopo l’incidente sugli sci del 2013, Corinna Schumacher ha eretto un muro invalicabile di privacy attorno al marito, proteggendolo agli occhi del mondo. La rabbia per aver perso il posto di lavoro ha accecato però l’ex dipendente, che, con l’aiuto dei suoi complici, ha archiviato il materiale su quattro chiavette e due hard disk. Ora, in attesa delle udienze di febbraio, i tre soggetti rischiano una pena esemplare.
Da anni la famiglia Schumacher deve lottare sia per le condizioni di salute di Michael che per questi continui tentativi di intrusione in una sfera privata che lecitamente viene tutelata in ogni maniera. Una battaglia sfiancante che mostra come l’essere umano, troppo spesso, non sappia empatizzare nè mostrare sensibilità. Una deriva di una società sempre più arida, imperturbabile dinnanzi al dolore, e morbosa nel voler conoscere dettagli che i protagonisti intendono tenere riservati.
In questa lotta purtroppo interminabile siamo accanto alla famiglia Schumacher, senza se e senza ma.
Crediti foto: F1