“Se costruiamo un’auto in grado di lottare per un campionato, saremo lì per ottenerlo…”. Queste le parole concise di George Russell ai media in un gennaio particolarmente silente da parte del clan Mercedes che lavora alla W16 senza lanciare troppi indizi.
La Ferrari, in questo mese, ha catalizzato tutte le attenzioni con i primi giorni di Lewis Hamilton in rosso. A proposito di ciò, per oggi è previsto lo svelamento di un altro dettaglio, come annunciato ieri dallo stesso team di Maranello sui canali social.
Non finisce qui, visto che la Rossa sarà di scena domani a Barcellona per altre sessioni in ottemperanza al meccanismo del TPC (test previous cars). È immaginabile che i media saranno attratti da questo evento, nel quale il sette volte campione del mondo guiderà la SF-24, la vettura che l’anno scorso ha sfiorato il titolo mondiale costruttori.
Mercedes: comunicazione parva
A fari spenti, Mercedes sta preparando la sua stagione: zero proclami, poche dichiarazioni di intenti, nessuna voglia di mettersi sotto i riflettori. Questo è l’approccio scelto da Toto Wolff e dai suoi, scottati dagli annunci passati che promettevano soluzioni a problemi poi rimasti irrisolti e che trasmettevano un clima di fiducia rivelatosi infondato.
La Stella a Tre Punte non può permettersi ulteriori dichiarazioni avventate e sta affrontando un inverno assai parco da un punto di vista comunicativo. Ieri, dai canali social del team, è stato sottolineato che manca esattamente un mese al primo giorno di test invernali, previsto per il 26 febbraio a Sakhir, in Bahrain. Una notizia comunicata quasi per riempire un contenitore che, nell’era della comunicazione globale, deve essere sempre tracimante.
Non abbiamo ancora una data di presentazione ufficiale della W16, la cui livrea sarà svelata il 18 febbraio. Non è chiaro se la monoposto affidata a George Russell e Andrea Kimi Antonelli sarà mostrata in una kermesse dedicata o se il materiale sarà inviato direttamente nel deserto bahreinita dopo il consueto shakedown che si terrà a Silverstone.
La strategia mediatica del team, che fino al 2021 ha dominato la Formula 1, appare coerente e comprensibile. Il giovane pilota italiano deve essere protetto da eccessive pressioni per evitare problematiche nelle prime gare. Per questo motivo, la comunicazione ha subito un netto cambio di passo rispetto al recente passato.
L’assenza di una figura carismatica come Lewis Hamilton ha richiesto una sterzata anche da questo punto di vista. Sebbene George Russell sia ormai un pilota affermato con una certa fama globale, non possiede la stessa risonanza mediatica dell’ex compagno di squadra, ora uomo di punta dei rivali della Ferrari.

In questi mesi, Mercedes ha lavorato lontano dai riflettori, con James Allison e il suo braccio destro Simone Resta impegnati a superare i problemi della W15. L’anno scorso, questa vettura ha dimostrato di avere una finestra operativa molto ristretta, esaltandosi solo in condizioni atmosferiche particolari, tipicamente fredde. Una “regina delle nevi” che ha vinto quattro gare, ma che nel 2025 dovrà trasformarsi in una vettura più adattiva, completa e performante in ogni tipo di contesto ambientale e su un numero maggiore di tracciati.
Mercedes e il problema dell’effetto suolo. La W16 ne sarà esente?
Tutte le Mercedes della generazione a effetto Venturi sono state caratterizzate dalla necessità di girare ad altezze molto basse. In parole semplici: su piste lisce, le auto riuscivano a eccellere; al contrario, su circuiti sconnessi o con particolare abrasività, le prestazioni calavano drasticamente. Era necessario alzare la vettura, intervenendo sulla rigidità sospensiva, con la conseguente perdita di carico aerodinamico e una ridotta capacità di assorbimento delle asperità, aggravata dal divieto regolamentare realtivo agli inerter.
In alcune circostanze, per evitare squilibri fatali, è quasi più conveniente non spingere la vettura al massimo, privilegiando una velocità di crociera che esalti le caratteristiche aerodinamiche. Tuttavia, spingersi troppo mette in crisi i sistemi sospensivi, privi di inerter, dispositivi meccanici aboliti a fine 2021.
Semplificando, l’inerter è un meccanismo che immagazzina energia e ne restituisce una parte, aiutando a smorzare i rimbalzi degli pneumatici e facilitando il lavoro degli ammortizzatori. La loro abolizione ha creato problemi, soprattutto a squadre come Mercedes, che erano molto avanti su questa tecnologia. Il team ha sofferto con la W13 e non è riuscito a risolvere del tutto le difficoltà con le successive W14 e W15.

Mercedes W16: una monoposto più neutra?
Dopo tre anni di esperienza, Mercedes potrebbe finalmente aver risolto queste problematiche, lavorando su una vettura più neutra, la W16, che potrebbe correre più vicina al limite senza attivare comportamenti nocivi come il bouncing.
Un piccolo vantaggio arriva dal quarto posto nella classifica costruttori, nonostante le quattro vittorie. Retrocedere dalla seconda posizione del 2023 alla quarta significa avere più ore a disposizione per il lavoro in galleria del vento e per l’analisi computazionale. Tuttavia, non basta avere più tempo: è necessario risolvere definitivamente i problemi di correlazione tra pista e simulatore.
Questo aspetto non ha funzionato bene con le vetture di nuova generazione, come ammesso a più riprese dai membri del team, dal silurato Mike Elliott a Andrew Shovlin, passando per James Allison e Toto Wolff. Vedremo se il lavoro svolto nella seconda parte del 2024 con la W15, trasformata in un laboratorio viaggiante, ha gettato le basi per una monoposto capace di esaudire le aspettative di George Russell presentate in apertura.

Mercedes: un 2025 da underdog
Mercedes si presenta ai nastri di partenza in una posizione di underdog. Se riuscisse a competere per il titolo, dimostrerebbe la crescita tanto attesa. In caso contrario, potrebbe giustificare una stagione di transizione in vista del 2026, quando il nuovo regolamento tecnico potrebbe stravolgere i valori attuali.
Stranamente, il team guidato da Toto Wolff vive una situazione win-win, e non va sottovalutato. La convergenza prestazionale è ormai evidente e la McLaren, team cliente della Mercedes, ha dimostrato quanto sia possibile recuperare terreno rapidamente. Con un motore e una trasmissione all’altezza di un mondiale costruttori, la scuderia anglo-tedesca non va esclusa dalla lotta iridata.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team