La parabola discendente delle Frecce d’Argento inizia a Imola. Il Gp dell’Emilia Romagna non è una tappa casuale, ma il luogo ove ha debuttato la nuova sospensione posteriore. Fino a quel momento, la W16 si era ben comportata ponendosi come seconda forza nella scala dei valori della Formula 1 2025.
La vettura aveva garantito una presenza costante nelle posizioni di vertice, con George Russell in grado di centrare quattro podi nelle prime sei gare. Dopo l’evento tenutosi all’Enzo e Dino Ferrari, il pilota di King’s Lynn è riuscito a salire sul gradino più alto del podio, ma si è trattato di un fatto sporadico, estemporaneo. È emerso poi un calo prestazionale evidente che ha spiazzato il team.
Il trionfo canadese di Russell ha illuso e fuorviato il gruppo anglo-tedesco. Montreal sembrava aver confermato la bontà delle soluzioni tecniche adottate, ma le tre gare successive hanno riportato alla luce problematiche che si credevano risolte. La monoposto ha mostrato nuovamente quella instabilità che era affiorata nelle stagioni passate.

Mercedes W16: il pacchetto tecnico sotto accusa
L’introduzione della nuova sospensione posteriore, avvenuta in concomitanza con modifiche all’ala anteriore, ha coinciso con il deteriorarsi delle prestazioni. James Allison, direttore tecnico del team, ha spiegato la filosofia alla base di queste modifiche: “Con le attuali monoposto, mantenere l’asse posteriore in posizione ottimale è fondamentale. La perdita di carico aerodinamico diventa critica quando si esce dalla finestra di funzionamento ideale, ma anche un assetto troppo rigido comporta svantaggi significativi“.
La complessità del sistema anti-dive posteriore, ormai standard tra i top team, ha creato effetti collaterali imprevisti sulla W16. In determinate tipologie di curva, specialmente durante le frenate in ingresso, il retrotreno manifestava un comportamento imprevedibile che penalizzava sia Russell che il giovane Andrea Kimi Antonelli.
Andrew Shovlin, ingegnere capo del team, ha evidenziato le difficoltà del retrofit: “Integrare questo tipo di sospensione su un telaio non progettato originariamente per ospitarla comporta inevitabili compromessi. Il cambio 2025 offre punti di attacco limitati, costringendoci a soluzioni subottimali“.
La vittoria di Russell in Canada si spiega con le caratteristiche uniche del circuito Gilles Villeneuve. Le curve lente e omogenee hanno mascherato i difetti della vettura, permettendo agli ingegneri di trovare un setup efficace. Situazione completamente diversa su tracciati più sfidanti come Spielberg, Silverstone e Spa, dove la varietà di curve ad alta e bassa velocità ha messo in evidenza tutti i limiti del pacchetto tecnico.
L’ala anteriore, sottoposta a test di rigidità più severi dalla FIA a partire dalla Spagna, ha perso parte della sua capacità di adattarsi alle diverse condizioni di curva. Questa flessibilità controllata rappresenta uno strumento prezioso per bilanciare la vettura, la cui perdita ha amplificato i problemi di handling.

La strategia per Budapest: ritorno al passato per la W16
Per l’evento dell’Hungaroring, pista molto particolare che premia configurazioni meccaniche molto efficaci, si prevede il ritorno alle sospensioni usate in precedenza. Mercedes sta provando a isolare le variabili problematiche per capire se l’asse arretrato è il vero problema della macchina. La squadra ha già modificato l’ala anteriore a Spa-Francorchamps per ridurre le turbolenze attorno agli pneumatici anteriori, ma l’approccio sistematico richiede l’eliminazione di tutte le possibili cause di instabilità: ridurre le variabili per risolvere il rebus.
Il test verrà fatto nella giornata odierna. A tal proposito, Shovlin si è mostrato ottimista sui tempi di analisi: “Già dopo le seconde prove libere dovremmo avere indicazioni chiare sulla validità delle nostre ipotesi. Dieci parametri fondamentali governano il comportamento sospensivo, tutti da conciliare con le esigenze aerodinamiche“.
La sfida tecnica che attende Mercedes è molto complessa anche perché il tempo stringe e all’orizzonte non si profila l’arrivo di nuovi pezzi. Bisogna ottimizzare quel che si ha o, quanto meno, è necessario provare a farlo funzionare. Il team deve trovare il giusto equilibrio tra le esigenze meccaniche e aerodinamiche in un contesto regolamentare che si avvia verso la tumulazione. Il weekend ungherese potrebbe fornire risposte decisive per il futuro della stagione delle Frecce d’Argento. E potrebbe farlo soprattutto per Andrea Kimi Antonelli che spera di giovare del passo indietro fatto dal team.
“Torneremo alla vecchia sospensione, quindi spero che questo possa riportare buone sensazioni. L’obiettivo è davvero quello di fare una buona qualifica e cercare di guidare al meglio delle mie possibilità. Questa stagione europea non è andata come avrei voluto. Lo scorso weekend ero davvero frustrato perché è stato, ancora una volta, un fine settimana difficile, e ho faticato molto a uscirne. In questi giorni mi sono preso del tempo per riflettere su me stesso e sulle mie prestazioni, che, a mio avviso, non sono state le migliori. Ma questo fine settimana sono davvero determinato a tornare alla mia forma migliore”, ha spiegato il bolognese nel media day.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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