Molto si è detto, forse in maniera frettolosa, della squalifica della Mercedes W15 n°63 di George Russell dopo il Gp del Belgio. L’eccessiva usura delle gomme Pirelli hard (C2 per l’occasione) era stata individuata come unica motivazione del calo di peso di 1,5 kg che ha portato in automatico all’estromissione dalla classifica finale della gara del britannico.
Il team, dopo analisi più approfondite ma comunque non ancora definitive, ha fatto sapere, tramite Andrew Shovlin, che quello degli pneumatici è stato un fattore. Ma non l’unico.
Russell, come è ben noto, è stato in grado di prodursi in un’ottima gestione delle gomme effettuando solo una sosta (33 giri totali sui 44 previsti, ndr) per poi prendere il comando e respingere gli attacchi finali di un arrembante Lewis Hamilton.
La gioia è stata di breve durata: pochi minuti dopo essere sceso dal podio, la FIA ha annunciato che la W15 non aveva superato l’ispezione tecnica in quanto era al di sotto del peso minimo regolamentare. Di conseguenza, l’auto è stata squalificata e Russell ha dovuto cedere lo scettro del vincitore al compagno di squadra che aveva usato la canonica strategia a due soste che, a detta della Pirelli, era la più indicata per Spa-Francorchamps.
Fin dall’inizio è stato sottolineato il fattore dell’usura degli pneumatici. Le gomme di Russell erano molto più usurate di quelle della maggior parte dei suoi rivali. Inoltre, il fatto che a Spa non ci sia il giro d’onore ha reso difficile assorbire i marble che sono sempre molto utili per accrescere il peso della vettura ed evitare noie sulla bilancia.
Squalifica Russell: tre i fattori che hanno inciso sul calo di peso della Mercedes W15
Andrew Shovlin ha rivelato in un video pubblicato sui canali social del team che non è stato un singolo fattore a far sì che l’auto di Russell fosse al di sotto del peso minimo. Oltre all’usura degli pneumatici, che possono perdere fino a un chilogrammo durante lo stint, c’è stata anche l’usura della tavola di legno ancorata al pavimento. Ma anche il calo di peso del pilota stesso. Tre fattori, quindi, che hanno concorso al disastro sportivo.
“Ovviamente è stato molto deludente e sfortunato, soprattutto dopo aver fatto una gara così solida. In questo momento, stiamo cercando di capire esattamente cosa è successo. Molto dipende dai pesi di tutti i diversi componenti, ha esordito Shovlin.
“L’auto può perdere molto peso durante la gara – ha spiegato il trackside engineer della scuderia anglotedesca – Pneumatici, tavole, freni e olio si consumano. Il pilota stesso può perdere molto peso. E in questa particolare gara, George ne ha perso un bel po'”.
“Le vetture hanno iniziato la gara con lo stesso peso . Lewis e George erano appaiati nei valori dopo le qualifiche, le auto avevano una differenza di 500 grammi. George è stato l’unico ad avere il problema che è dipeso da fattori come l’usura degli pneumatici, ma anche dall’aver perso materiale del pattino. Raccoglieremo tutti questi dati e analizzeremo come possiamo perfezionare i nostri processi, perché chiaramente non vogliamo che ciò accada di nuovo in futuro“, ha concluso Shovlin.
Un chiarimento che mette fine a certi giudizi intrisi di assurda sicumera che si erano letti poco dopo la bandiera a scacchi dai soliti analisti da tavolino…
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team