Mercedes W15: all’orizzonte potrebbero esserci altri problemi

Un cane che si morde la coda. Questa la situazione che si vive in Mercedes dove sono alle prese con una W15 vittima dei soliti problemi di correlazione

Dopo due gare, in Mercedes, è già tempo di correre ai ripari. In fase di delibera della W15 grande attenzione era stata riservata al retrotreno della vettura che, l’anno passato, era uno dei punti deboli del progetto W14. Obiettivo centrato? No, a sentire Lewis Hamilton, il pilota che sta soffrendo di più la monoposto odierna. 

Il sette volte iridato sostiene che la macchina si comporta bene alle basse velocità e in maniera discreta alle medie percorrenze per diventare quasi ingestibile nelle pieghe veloci, laddove si perde davvero tanto in termini cronometrici. In quelle condizioni la W15  è “a miglia di distanza dalle altre”, per usare le parole del britannico.

Melbourne è un circuito sul quale la Stella a Tre Punte ha vissuto uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Il cambio di direzione ad alta velocità tra Curva 9 e Curva 10 evidenziò in tutta la sua drammaticità il pompaggio aerodinamico e si pensa che oggi quella specifica sezione possa essere un banco di prova critico per capire come superare i problemi che affliggono l’asse arretrato dell’auto.

L’Albert Park, quindi, sarà usato come un enorme stress test. La conferma è arrivata dal trackside engineer Andrew Shovlin che ha parlato ai canali del team anglotedesco: “Stiamo esaminando i dati raccolti nei test, nella gara del Bahrain e a Jeddah  e proporremo un piano per capire come approcciarci alle prove libere di Melbourne. C’è molto lavoro in corso nel reparto aerodinamico e nella dinamica del veicolo. Stiamo cercando di implementare alcuni esperimenti che speriamo ci diano una direzione positiva per le prestazioni“.

Andrew Shovlin - Trackside Engineer Mercedes AMG Petronas F1 Team
Andrew Shovlin – Trackside Engineer Mercedes AMG Petronas F1 Team

Se a Sakhir, tutto sommato, prima che emergessero i problemi di raffreddamento, le prestazioni non erano scadenti, a Jeddah la situazione è precipitata rapidamente. Perché? Shovlin ha parlato di un insieme di elementi. Di sicuro la mancanza del bilanciamento non ottimale era tra questi. “Nelle curve molto veloci i muri non sono particolarmente lontani. Si tratta di zone in cui il pilota vuole avere molta fiducia. Molto spesso i piloti hanno accusato del sovrasterzo mentre spingevano sulle gomme. Questo è sconcertante”. 

Un altro problema che sta emergendo è quello dei rimbalzi. Appena la W15 viene abbassata riemerge del vecchio nemico che si pensava sconfitto. In qualifica il problema era evidente, in gara si è leggermente attenuato. Ma non nella misura da poter ridare prestazioni solide alla macchina. Per ovviare alla difficoltà bisogna sollevare la vettura arrivando ad una situazione assai limitante: perdere carico e aderenza.


Mercedes W15: molte idee ma ben confuse

Shovlin lo ha ammesso: la W15 manca di aderenza e Melbourne, che ha curve di natura simile a quelle del Corniche Circuit, rischia di essere una specie di Caporetto. I test erano già iniziati la settimana scorsa ed è per questo che Hamilton e Russell hanno girato con assetti differenti. Soluzioni, sia permesso il giro di parole, che non hanno condotto ad una soluzione.

Hanno provato assetti diversi perché si erano lamentati del rimbalzo. Quindi abbiamo cercato di migliorare la situazione. Si può giocare con l’altezza da terra, si può giocare con la rigidità e cose simili. Inoltre, stavano cercando di mettere a punto il bilanciamento in tutti i range di velocità. Ad esempio, com’è l’auto a bassa velocità? Come si comporta ad alta velocità?“. Anche se sicuramente si è operato con una linea coerente, dall’esterno si percepisce un pizzico di confusione. 

Solo dopo le terze libere, quando si è capito che la strada presa da Hamilton era errata, le due vetture sono state convogliate sullo stesso setup. E qui l’amara constatazione: “Possiamo anche esaminare le prestazioni globali delle due vetture, ma fondamentalmente i limiti che abbiamo in qualifica e in gara erano sostanzialmente gli stessi per entrambi. Quindi ciò ci dice che il problema non si limita a un piccolo angolo di camber, a una molla o a una barra qui e là. È qualcosa di più grande che dobbiamo approfondire e capire“.

Le ultime affermazioni dicono che in Mercedes sono lontani dall’aver cavato il ragno dal buco. E la cosa non può che gettare un’ombra sul futuro di breve termine di un team che sta affrontando difficoltà che potrebbero addirittura amplificarsi. L’incubo è il riproporsi della mancanza di correlazione tra pista e simulatore. 

Lewis Hamilton – Mercedes W15 (Crediti foto: XPB Images)

C’è il rischio che si profili un vero e proprio circolo vizioso: si usa la pista per validare i dati che emergono dalle analisi computazionali per poi rendersi conto che questi non superano la riprova dell’asfalto. Mentre si corregge tale difetto, gli sviluppi messi in cantiere rischiano di essere congelati o addirittura resi vani da nuovi elementi che scaturiscono dai test con la vettura reale.

La doccia fredda per gli uomini di Brackley è essersi avveduti che le criticità nella correlazione non sono state corrette come si pensava. Stando così le cose si annunciano tempi duri per George Russell e Lewis Hamilton. E per quale James Allison che era stato chiamato a “salvare la patria”.


Crediti foto: Mercedes AMG Petronas F1 Team

Exit mobile version