Se un quinto posto (nel gran premio d’apertura del Bahrain) è il miglior risultato per una squadra che viene definita un top team significa che c’è un problema grosso, serio, da risolvere. Mercedes si è smarrita e soprattutto ha perso il prontuario in cui sono riportati i passaggi necessari per arrivare alla vittoria. E la W15 ne risente.
A Brackley stanno mostrando la capacità di reazione di un lamantino. Lenti, compassati, forse inabili a capire come affrontare questa generazione di auto, i tecnici inglesi non hanno beccato mezza monoposto negli ultimi tre anni.
Per due anni si è gettata la croce addosso al povero Mike Elliott, reo di aver azzardato troppo con la W13 zero sidepod e di aver insistito con questa filosofia anche sul nascere nel 2023.
Poi è arrivato James Allison, il salvatore della patria, che non si sta comportando meglio. Anzi. Finora la W15 è la peggiore vettura delle ultime tre stagioni. Consultare la classifica costruttori per credere.
Che fare ora? Toto Wolff, che dopo il Gp del Giappone ha lasciato intendere che la RB20 è di un altro pianeta, sta dando fondo a tutto il suo repertorio di realismo.
Mercedes è nella terra di nessuno: troppo lontana dal duo Red Bull – Ferrari, alle spalle della cliente McLaren, in lotta con un’altra pagante: Aston Martin. L’annata del riscatto che si trasforma in quella della mestizia.
Allora, che fare? Impostare un piano di recupero o fare all-in sulle regole 2026? Si potrebbe percorrere questa seconda strada, ma prima del grande reset, che sicuramente offre molte opportunità di rimonta, c’è una stagione e tre quarti da affrontare. Possibile pensare di fare melina a centrocampo per così tanto tempo?
Mercedes deve forse osservare e replicare ciò che hanno saputo fare McLaren e Ferrari. Quelli di Woking, partiti nel 2023 con una vettura disastrosa, hanno chiuso da seconda forza; Maranello lo è oggi dopo un finale di stagione scorsa in cui si è lavorato per definire al meglio il progetto SF-24. Con risultati ottimi.

Mercedes: l’obiettivo di breve periodo è rendere la W15 una vettura prevedibile
Per provare a ridare senso agli ultimi due anni di questa generazione tecnica Mercedes deve innanzitutto sistemare l’imprevedibilità della sua vettura. La W15 è una vettura “accettabile” sono in una finestra operativa molto ristretta.
Basta che il vento giri e che le temperature salgano di pochi gradi per perdere tutti i punti di riferimento.
È necessario che la macchina abbia una piattaforma più stabile con un relativo comportamento più coerente durante i fine settimana di gara.
Mercedes: piccoli barlumi di ottimismo?
In Giappone la W15 ha mostrato qualche flebilissimo segnale di ripresa, al di là della posizione finale che è stata deludente perché la macchina è uscita da quel ristretto pertugio operativo in cui si sente più a suo agio.
I migliori riscontri sono arrivati nel T1, quello con le curve più veloci e sfidanti. Su base annua la Freccia d’Argento ha recuperano poco meno di tre decimi e mezzo. Si è trattato del secondo più grande guadagno del lotto.

Mercedes: correlazione fatale
Nel team si sono detti sorpresi di questo e la cosa dice quanto siano profondi i problemi di correlazione tra la sfera virtuale e la pista.
Quanto sia vero questo lo ha confermato Toto Wolff quando ha detto che la vettura sprigiona 70 punti in più di carico aerodinamico in una particolare curva di Melbourne rispetto all’anno scorso, ma che la cosa non ha avuto effetti sul cronometro.
Sempre il team principal ha affermato che, in un certo intervallo di velocità, le simulazioni dicono che è quello il punto in cui dovrebbe emergere il carico aerodinamico ma in pista non succede.
Mercedes, per due anni, ha riscontrato al simulatore la presenza di più carico aerodinamico di quanto in realtà non vi sia. Adesso, invece, la migliorata downforce è stata misurata in pista ma i tecnici non sono in grado di estrarre il tempo sul giro.
In questo contesto è difficile definire un piano di sviluppi coerente. Finché questi aspetti misteriosi non saranno risolti sarà pressoché impossibile tracciare una linea di crescita per la W15. Una situazione che rischia di essere ulteriormente limitante perché gli altri team, di converso, sanno bene cosa fare e dove mettere le mani.
Nel Gp di Cina, caratterizzato dalla Sprint Race e quindi da una sola sessione di libere, i problemi di correlazione potrebbero essere un macigno sulle velleità di ripresa della Mercedes. La mancanza di dati recenti circa il circuito di Shanghai potrebbe completare un quadro a tinte fosche.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team