Gp Azerbaijan 2025 – La Formula 1 si prepara a vivere il 17° appuntamento del Mondiale 2025 lasciandosi alle spalle la fase europea e aprendo quella conclusiva in un campionato che si avvia verso Woking. La destinazione è Baku, circuito cittadino tra i più complessi e affascinanti del calendario, che da anni rappresenta un laboratorio di contrasti: rettilinei interminabili (il tratto full gas più lungo dell’intero calendario), curve a 90 gradi e il passaggio angusto e iconico tra le mura del castello medievale. È la perfetta sintesi tra velocità massima e precisione millimetrica, un contesto in cui il rendimento della monoposto e la freddezza del pilota vengono messi sotto esame con la stessa intensità.
La Mercedes arriva all’appuntamento con la consapevolezza che molto del proprio 2025 si giocherà nei prossimi fine settimana. Chiaro, l’obiettivo è quello di agguantare il secondo posto, nulla di più è possibile. Il team di Brackley, in un’estate non proprio positiva, non ha capitalizzato al meglio i weekend, raccogliendo punti ma perdendo terreno prezioso a Monza. La classifica racconta di un distacco di 20 lunghezze dalla Ferrari nella lotta per il secondo posto Costruttori, margine che non consente ulteriori esitazioni.

Mercedes: in Azerbaijan per dimenticare Monza
Toto Wolff ha tracciato una linea chiara in sede di presentazione del weekend azero: “Monza ha evidenziato i nostri limiti in configurazioni a basso carico. Sappiamo che se vogliamo rimanere in corsa per la P2 dovremo fare meglio nelle otto gare che restano“. Parole che riflettono l’urgenza di un salto di qualità immediato, soprattutto ora che il calendario entra nella sua fase conclusiva e ogni dettaglio tecnico-strategico può risultare determinante.
Baku rappresenta, in questo senso, un banco di prova molto probante. Il layout richiede una monoposto capace di esprimere velocità di punta di riferimento, ma al tempo stesso stabile nelle staccate violente e precisa nella sezione più lenta. L’assetto è una sfida di compromessi: scaricare l’ala per guadagnare km/h sul rettilineo principale significa rischiare instabilità nella parte del castello; privilegiare il carico garantisce invece sicurezza nei cambi di direzione, ma penalizza nei sorpassi e nelle fasi di difesa.
La Mercedes sa che gran parte della propria competitività dipenderà dall’efficienza aerodinamica della W16 e dalla capacità di ottimizzare il pacchetto in condizioni di pista molto variabili, tipiche di un cittadino. La gestione delle gomme sarà altrettanto cruciale, soprattutto in un contesto dove le safety car hanno storicamente inciso sull’andamento delle gare.

Wolff lo ha sintetizzato con pragmatismo: “La griglia è estremamente compatta e i margini che fanno la differenza sono sottili. Se riusciremo a esprimerci al massimo, potremo restare agganciati al gruppo di testa“. Un concetto che si lega direttamente alla natura stessa della lotta per la seconda piazza: un pendolo che nelle ultime settimane ha oscillato tra Mercedes e Ferrari, senza che nessuna delle tre squadre sia riuscita a costruire un vantaggio stabile.
Il Baku City Circuit, all’ottava apparizione nel calendario, non concederà sconti. Per la Mercedes sarà un grande snodo del finale di stagione: un risultato buono può restituire slancio e fiducia nella rincorsa al secondo posto, un passo falso rischierebbe invece di compromettere definitivamente le ambizioni da piazzati. In un campionato in cui la cliente McLaren viaggia al doppio della velocità, la battaglia con gli altri rivali si gioca nei duelli ravvicinati che definiscono le gerarchie alle spalle del leader.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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